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Sono il risultato perfetto e anche un po’ tormentato tra le due realtà più antagoniste del panorama birrario. L’incontro tra una lager facile, beverina e a bassa fermentazione, e una Indian Pale Ale, dominatrice del mercato delle birre artigianali; ad alta fermentazione, luppolata, fruttata e con tratti di spezie. Le Indian Pale Lager sono da un decennio una fiera nicchia del mondo brassicolo, ma negli ultimi tempi stanno incontrando sempre più il favore dei consumatori.

 

 

DNA – In soldoni: la fermentazione è la stessa delle lager, con una spinta tutt’altro che minima sui lieviti, come per le IPA. Un ossimoro in bicchiere, che sta riscontrando un certo apprezzamento anche trai produttori indipendenti di birra artigianale, sebbene non ancora del tutto: molti infatti preferiscono creare un ibrido vero e proprio, senza ricorrere alla dicitura IPL. Non fa eccezione uno dei guru dell’ambiente, Greg Koch con il suo birrificio Stone Brewing, che lo scorso gennaio ha lanciato la Stone Tropic of Thunder Lager, descrivendola come “una lager per gli amanti delle IPA”. Sagace.

ANCHE LE LAGER MERITANO SAPORE – “Più del 75% dei consumi negli USA riguardano le lager”, commenta Dominic Engels, CEO di Stone Brewing. “Noi abbiamo cavalcato la nostra tradizione di anticonformisti, e il  successo delle nostre IPA. Stone Tropic of Thunder è artigianale, dai sentori intensi e senza dubbio indipendente. Perché anche le lager meritano di avere gusto e personalità”. Secondo Engels, il birrificio era alla ricerca di qualcosa di “caratteristico, dai sapori forti ma allo stesso tempo amabile”, e di certo la Tropic of Thunder risponde all’identikit: agrumi, ananas, cocco, seguiti da lime, arancia e frutto della passione. Il tutto esaltato da una nuova variante di luppolo, il Cashmere, perfetto per valorizzare l’intera struttura.

PONTE – Da una costola di Stone Brewing è nato Iron Fist Brewing, condotto dal mastro birraio Tom Garcia: recentissimo il lancio della sua Fresh Perspective, una birra “dalla chiara impostazione pilsner con bouquet floreale, note fruttate e di miele sul finale”. Le IPL si candidano come il ponte definitivo per collegare le due branche principali del mondo della birra: per neofiti del boccale, che non vogliono addentrarsi da subito in esperienze troppo totalizzanti con le artigianali, o per i bevitori più esperti, che magari vogliono concedersi un sorso meno impegnativo una volta ogni tanto. La soluzione era già nota quindici anni fa, ma si è sempre in tempo per adottarla.

FONTE: beveragedaily.com

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