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Quando la pizza a domicilio diventa… pizzeria: il kit di “Duje” e lo scooter-forno di “Disapore”


Niente più buffet, poche apericene e tanto delivery food. L’emergenza Coronavirus ha lasciato un’impronta quasi indelebile sulla ristorazione italiana, tanto a livello economico quanto gestionale e organizzativo, con meno coperti (interni) e più attenzione all’esterno e all’asporto.

Se è vero che mangiare al ristorante offre un’esperienza ben diversa, servizio in primis, da quella a domicilio, chi ha detto però che la consegna non possa avvicinarsi (o, in certi casi, addirittura andare oltre) alla tradizionale cena fuori? Una nuova filosofia, dettata prima dal lockdown e ora anche dalla comodità, che in Toscana è arrivata grazie alla lungimiranza di due eccellenze del mondo della pizza: “Duje” (tre spicchi Gambero Rosso) a Firenze e “Disapore” (due spicchi Gambero Rosso) a Cecina. La prima con un “Kit Pizza” semplicemente da montare e cuocere a casa; la seconda con una “Dark Kitchen” nascosta… nel bauletto dello scooter! Entrambe, però, unite dalla medesima ricerca costante della qualità e della genuinità, con l’obiettivo di fornire una pizza experience quanto più simile a quella della pizzeria, seppur tra le mura di casa.

Kit Pizza di Duje – La stessa pizza della pizzeria, con una sostanziale differenza: arriva scomposta e si può montare, oltre che cuocere, in piena autonomia. Il “Kit Pizza” di “Duje”, d’altronde, è nato proprio per proporre un’alternativa alle pizze surgelate, a quelle fatte in casa da chi non ha dimestichezza con l’arte bianca e anche a quelle rovinate dal trasporto in scooter. Un’idea, finora mai realizzata in Toscana, che vuole andare incontro alle esigenze di chi desidera godersi una pizza a casa, senza però rinunciare alla qualità della pizzeria.

Come funziona? Elaborato dal pizzaiolo di “Duje” in persona, Michele Leo, il kit comprende quattro dischi già cotti e tutti gli ingredienti necessari per realizzare sia la “Margherita” che la “Napoli”, da condire con una serie di materie prime scelte tra quelle usate nel locale di Largo Annigoni e quelle selezionate insieme a produttori locali (basti pensare alla salsiccia di Grigio del Casentino di Fabio Picchi del vicino “Cibreo”).  Disponibile anche nella versione senza glutine, questo “Kit Pizza” consente inoltre di mantenere la pizza in frigo per qualche giorno e di finirla con un rapido passaggio in forno: tra il topping e la cottura, in una decina di minuti al massimo si riesce infatti a gustare una pizza praticamente identica a quella appena uscita dal forno a legna.

Dark Kitchen di Disapore – Una pizzeria… senza pizzeria. Il fenomeno della “Dark Kitchen” (cucine che consegnano piatti pronti solamente a domicilio) per la prima volta sbarca sulla costa degli Etruschi, in Toscana, grazie all’intuizione del maestro pizzaiolo Gabriele Dani, titolare di “Disapore” a Cecina. Ha preso il via appena pochi giorni fa l’attività di KitchenGo, una sorta di delivery innovativo che copre l’area della costa livornese intorno a Cecina con una flotta tecnologica di scooter elettrici, dotati di un forno incorporato in grado di mantenere calde sia la pizza sia le altre specialità salate che è possibile ordinare online.

Le pizze di Dani (in foto) e i dolci realizzati in collaborazione con il pastry chef Federico Danzini vengono preparati  così nella nuova sede in San Pietro in Palazzi, per poi essere confezionati negli esclusivi contenitori che conservano intatta la croccantezza e il calore dei piatti (i forni degli scooter mantengono una temperatura costante di 85 gradi) e, infine, serviti a domicilio in un raggio di qualche chilometro intorno a Cecina.

Due proposte differenti, ma che viaggiano sugli stessi identici binari: portare la pizza, ma soprattutto l’esperienza appagante e completa della pizzeria, direttamente a casa dei commensali. Offrendo molto più di un semplice pasto frugale. D’altronde, si sa, se Maometto non va dalla montagna…

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