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Per gli italiani, da sempre, il vino è molto di più di una semplice bevanda. E questa è una tradizione che si tramanda anche ai più giovani: per l’80% il vino si conferma un’eccellenza tutta italiana. L’87% sottolinea come sia un vero e proprio conglomerato di cultura, storia e tradizione.

L’amore per questa bevanda sembra essere trasversale, indipendentemente dall’età. Per Millennials ed adulti il vino si conferma infatti il più consumato, mentre nella Gen Z occupa il secondo posto dopo la birra: ben il 60%, infatti, lo beve più volte al mese. Sono i risultati della ricerca Swg per raccontare le scelte di acquisto e consumo delle nuove generazioni.E sarà forse per l’allure che porta con sé che per il 60% dei giovani, rispetto ad altre bevande alcoliche, il vino viene bevuto soprattutto per ricreare l’atmosfera giusta nei momenti all’insegna della condivisione. Per più di una persona su due, e per il 62% dei giovani, viene associato direttamente a un’atmosfera allegra ma pur sempre intima e ai momenti di convivialità in compagnia di amici e famiglia. Insomma, gli ingredienti principali delle festività che stanno per arrivare.

PIACE A TUTTI…MA È UN MONDO ANCORA TUTTO DA SCOPRIRE

I giovani lo amano e lo bevono volentieri, ma non sono particolarmente informati (44%): solo il 3% degli intervistati si ritiene e descrive esperto. Un buon 16%, però, dimostra comunque interesse e attenzione ai prodotti che sceglie, affidandosi, in primis, alla qualità del prodotto (87%), ai consigli di parenti e amici ‘intenditori’ (79%) e al territorio in cui è stato prodotto (79%). Dalla ricerca emerge quindi il desiderio delle nuove generazioni di conoscere a fondo un mondo che, tradizionalmente, è sempre stato trattato e raccontato come complesso ed elitario e che troppo poco spesso ha cercato di parlare alla Generazione Z. Un’esigenza a cui la gdo vuole andare incontro, facendosi promotore di un linguaggio nuovo per avvicinare a questo mondo anche le nuove generazioni che, quando acquistano vino, lo fanno soprattutto nei supermercati (69%).

COME SCEGLIERE IL VINO GIUSTO…

Tra i diversi driver di scelta, l’estetica e la notorietà della bottiglia ricoprono l’ultima posizione. Quando si tratta di vino, la Gen Z, piuttosto, è particolarmente attenta alla naturalità del prodotto scelto, al legame con il territorio dove viene prodotto e alla tradizione che incarna. Tutte caratteristiche che, nella loro mente, concorrono a determinare se un vino può essere considerato di qualità o meno.

Bianco, rosso o rosé? I giovani, si sa, amano sperimentare: il 12% si lascia conquistare da rosé e dai rosati, mentre il vino bianco resta il preferito da quasi 1 giovane su 3. Con l’avanzare dell’età i gusti oscillano leggermente e, infatti, il 38% dei Millennials preferisce un buon calice di vino rosso.

…E DOVE COMPRARLO

Se il 69% dei giovani acquista vino spesso nei supermercati, quasi uno su due si affida direttamente ai produttori vinicoli (37%).

Ma a stupire maggiormente, considerate le caratteristiche di una generazione cosiddetta “di nativi digitali”, è il dato sull’online: solo il 18%, infatti, acquista vino su Internet. Un trend inverso per i Millennials, che comprano online per il 27%.

Strano forse, ma comunque in linea con l’attenzione crescente per il consumo consapevole delle nuove generazioni: il 20% dichiara infatti che preferisce confrontarsi direttamente con i venditori e ricevere consigli sull’acquisto.

Le motivazioni? Solo una piccola percentuale, il 17%, teme per l’incolumità dei suoi acquisti nel tragitto. Il 62% della Gen Z non ama proprio acquistare generi alimentari e bevande online. E sono proprio i più digitali a non gradire questa pratica, contro il 53% dei Millenials e il 41% di Gen X e Boomers.

Con riferimento al mondo del vino, questo dato rafforza la volontà dei più giovani di cercare una vera e propria esperienza, creata attraverso il dialogo con esperti capaci di raccontare le caratteristiche dei vini e consigliare quello che fa più al caso proprio. Un servizio che i più giovani cercano (e non trovano) nei supermercati (73%), dove riscontrano anche la mancanza di vini prodotti da aziende artigianali e piccoli produttori (51%) e di vini tipici a km 0 (50%).

Democratizzare il mondo del vino, rendendolo accessibile a tutti e attraente anche agli occhi dei giovanissimi, da qui ai prossimi anni, rappresenta una sfida appassionante per gli attori della Gdo, e non solo.

Fonte: www.federvini.it/studi-e-ricerche-cat/

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