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Troppo zucchero, troppa caffeina. Di conseguenza livelli di aggressività e nervosismo troppo alti. Il Regno Unito combatte il consumo di energy drink trai più giovani, vietando la vendita di questi prodotti ai minori di 16 anni. Dal 12 marzo, alla maggioranza dei principali supermercati targati UK sarà quindi imposto il limite. Salute e comportamento dei giovani sono al centro di studi e preoccupazioni, e questa è la prima contromossa della politica britannica, per altro autoincentivata dagli stessi distributori.

Asda, Aldi, the Co-op, Lidl, Morrisons, Tesco, Sainsbury’s e Waitrose sono le catene protagoniste del divieto, tutte aderenti volontariamente alla campagna. Chiunque tenterà di acquistare prodotti con un contenuto maggiore di 150mg di caffeina, dovrà certificare la propria età con un documento. L’ultima catena ad aderire, Boots, è anche l’unica non relativa a supermercati; la spinta propulsiva era arrivata da Waitrose, che a gennaio aveva già dato l’ok per procedere in questa direzione. Un portavoce di Boots ha riferito: “Aiutare i nostri clienti verso una vita più sana è da sempre uno dei nostri obiettivi principali. Abbiamo deciso di muoverci in questo senso dopo aver ascoltato le preoccupazioni del nostro pubblico circa il sempre più diffuso utilizzo di queste bevande ad alto contenuto di zuccheri e caffeina”.

Drink come Red Bull, Relentless, Monster Energy e Rockstar hanno visto impennare il proprio utilizzo, con la stragrande maggioranza dei consumatori appartenenti alla fascia dei teenagers, se non addirittura dei bambini. A nulla serve la politica delle case produttrici, secondo la quale le etichette dei prodotti devono chiaramente avvertire che il consumo di soft drink con più di 150mg di caffeina è indicato per un pubblico adulto, recitando così: “Alto contenuto di caffeina. Non indicato per bambini, donne incinta o persone sensibili alla caffeina”.

Già lo scorso anno era arrivata una richiesta dell’unione degli insegnanti (NASUWT), che spingeva per vietare la vendita di queste bevande agli under 16, a prescindere dalla catena o dal negozio, e sopratutto nelle scuole. Il segretario generale Chris Keates aveva detto alla BBC: “Gli altissimi livelli di caffeina e zucchero contenuti nei drink hanno un impatto negativo sul comportamento degli alunni, e gli insegnanti sono constretti a pagarne le conseguenze. C’è una mancanza cronica di attenzione e consapevolezza circa gli effetti e gli impatti a lungo termine che queste bevande hanno sugli alunni: i genitori credono che siano semplici bevande gassate”.

A loro si sono uniti gli esperti di medicina, così come l’associazione Action on Sugar, o il celebre TV chef Jamie Oliver: “Vedere che anche un brand di prodotti per la salute come Boots si unisce al divieto è un’ottima cosa” ha detto Oliver. “I nostri negozianti stanno muovendosi nella direzione giusta per la salute dei nostri bambini, e adesso anche il governo deve fare la sua mossa”.

La Food Standards Agency ha dichiarato che gli energy drinks possono arrivare a contenere le stesse percentuali di caffeina che si ritrovano in una tazza di caffé solubile o tre lattine di cola (80mg in 250ml). Lo scorso gennaio, il primo ministro Theresa May  aveva promesso di rafforzare i controlli sulle bevande dopo la morte del venticinquenne Justin Bartholomew, suicidatosi dopo aver consumato 15 lattine al giorno per svariati mesi. La famiglia ritiene che le bevande possano aver innalzato i livelli di ansia e aver contribuito al suo gesto estremo.

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