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Non avrebbe potuto farlo nessun altro. Montalbera, storicamente in prima linea per la valorizzazione e la divulgazione del Ruchè, presenta Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG Riserva 2019 Limpronta: la prima riserva in assoluto per un prodotto che gronda storia e territorio.

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Nel 2013 si era assistito alla riforma dello Statuto disciplinare del Ruchè, di cui Montalbera produce il 60% del totale: per la prima volta si introduceva la possibilità della menzione Riserva in etichetta, e Montalbera si pose come fautrice di questo cambiamento storico. Franco Morando, terza generazione alla guida dell’azienda, si è da sempre distinto per carattere spumeggiante e attenzione alla qualità del suo prodotto (ottocentomila bottiglie circa, da centodieci ettari coltivati a Ruchè, Barbera, Grignolino, Viognier, Nebbiolo, Moscato d’Asti, Chardonnay e Merlot, tra Castagnole Monferrato, Montemagno e Castiglione Tinella): non a caso, gli investimenti di Montalbera hanno riguardato anche l’aspetto storiografico del Ruché, arrivando a ottenere una patente genetica che attesta l’appartenenza autoctona del vitigno.

Franco Morando (secondo da dx) e Famiglia

Limpronta è potenza controllata, intrigante già dal naso setoso e speziato. Dodici mesi in legni francesi, seguito da ulteriori dodici mesi di affinamento in bottiglia: è la pazienza che scalpita ma non esagera, un sorso resinoso, pieno, dalle note balsamiche, che nasconde anche punte di cannella, delicate. Abbinamento perfetto per piatti tipici del territorio, che siano agnolotti o carni a lunga cottura, come quella proposta dal ristorante Acanto di Milano per la degustazione di presentazione (“Il primo ristorante ad aver creduto in Montalbera”).

Va a collocarsi quindi nella gamma Montalbera, al fianco di altre etichette che si sono affermato nel tempo come identitarie per la famiglia Morando (già leader nel settore del pet food). 120+1, Pas Dosè di Pinot Noir dedicato al nonno di Franco, “che ci ha dato la possibilità di fare quello facciamo”. Centoventi sono i mesi di affinamento, più un giorno in cui Franco e lo chef de cave si dedicano all’assaggio: fresco, croccante, godibilissimo.

Calypsos Viognier – Piemonte DOC Viognier, la cui denominazione vige da tre anni e della quale Montalbera si è fatta pioniera. Più di dieci ettari dedicati, un “vitigno rappresentativo della cultura francese, che seppur non propriamente nostra merita di essere apprezzata”. Le note di idrocarburo lasciano spazio a mandorla, fiori, un leggero substrato di citrico, e a un sorso fedele.

Ruchè Laccento

Ruchè Laccento è invece il “vino più importante dell’azienda e della mia vita. Un’etichettea che riflette quotidianità ed esperienza, una scommessa anche criticata dalla famiglia, che nasce perché serviva aumentare l’importanza tecnico-enologica del nostro lavoro, e per soddisfare palati più esigenti”. Vinificazione a secco con 20% di uve in sovramaturazione, residuo zuccherino zero, complessità sognante. Un capolavoro di tecnica, che esplode in un tripudio di frutti rossi, spezie, miele, tannino, pepe.

L’ultima chicca in degustazione è Laccento Craft Beer: una Italian Grape Ale che prevede dieci giorni di fermentazione in serbatoi di acciaio, prima dell’aggiunta di un 2,5% di vino. 9,5°, nessuna pastorizzazione né microfiltrazione, affinamento in bottiglia di quindici giorni: beva splendida, pannosa, dolciastra nel senso più interessante del termine, con chiari sentori di pasticceria e canditi. È un’altra novità del 2022, prodotta in 9.000 bottiglie da 0,5 l. (previste 14.000 nel 2023). A quanto dice Morando, “il prossimo anno Montalbera potrebbe distribuire uno champagne”. Per adesso ci si gode quanto di nuovo è appena stato presentato.

Birra di Ruché

+info: www.montalbera.it

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