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“Non vogliamo essere quelli che dicono che l’Amarone è nato con Bertani, ma sottolineare il ruolo da pioniere che Bertani ha avuto nel convertire la produzione dal Recioto all’Amarone in Valpolicella”. Così parlò Andrea Lonardi, Chief Operations Officer di Angelini Wines & Estates, lunedì 17 ottobre alla presentazione milanese di The Library, il progetto editoriale che svela la biblioteca del tempo dell’Amarone della Valpolicella Classico Bertani. Una monografia che racconta il patrimonio di annate storiche custodite nella cantina di Grezzana dal lontano 1958. Bertani è l’unica azienda della Valpolicella a possedere una biblioteca di 48 annate che coprono sei decadi, partendo dalla prima in commercio alla 2013, che verrà rilasciata sul mercato a dicembre 2023.

METODO BERTANI L’Amarone come lo Champagne, un vino di metodo dove la trasformazione in cantina conta quasi e quanto più della parte in vigna. Non è una provocazione, ma secondo Andrea Lonardi bisogna partire da qui per capire meglio cosa significhi Bertani per la Valpolicella. ”Per oltre 20 anni Bertani ha prodotto solo Amarone faticando a vendere queste bottiglie, che rispetto allo stile che veniva richiesto dalla zona erano un’espressione della Valpolicella più elegante con vini spostati su un concetto di bevibilità, con lunghi affinamenti in botte grande. Solo a partire dagli anni ‘80 iniziano ad arrivare le prime vere soddisfazioni anche dal punto di vista commerciale, un trend che si è consolidato nei primi anni ’90, quando alcuni degustatori all’assaggio quasi non riconoscevano i vini Bertani come Amarone della Valpolicella”. Una storia recente che parte dal ’58 e arriva sino ai giorni nostri. Quando si entra in Bertani si ha la sensazione di essere alla guida di un’azienda che ha una sua personalità e una sua vocazione, vini fatti con grande semplicità che facendo un parallelismo avvicinano l’Amarone allo Champagne. L’azienda ha conservato il suo stile da cambiamenti climatici, viticoli e di trend. Un lavoro senza eguali con una precisa cifra stilistica, tale per cui quello di Bertani non è solo un Amarone, è l’Amarone della Valpolicella Classico Bertani. Come vitigno è prevalente la Corvina che subisce molto il taglio con altre uve, per questo ad esempio nel blend non è inserito il Corvinone.

LIBRARY E LAVORO La cantina nasce nel 1857 a Quinto di Valpantena, a nord di Verona, per mano dei fratelli Giovan Battista e Gaetano Bertani. Bertani nel 1923 riceve il brevetto della Real Casa, simbolo distintivo dell’eccellenza per l’impegno profuso anche per l’Unità d’Italia. A metà del ‘900 con l’acquisizione di Tenuta Novare in Valpolicella Classica, si concretizza una ricerca lunga oltre mezzo secolo, per produrre un vino che nasce per durare per sempre. Così inizia la storia dell’Amarone, una realtà da sempre contraddistinta da professionalità e passione, da scelte lungimiranti, che ora continua a valorizzare un territorio unico e autentico, anche dopo l’entrata di Angelini Industries nel 2011 e con 200 ettari a disposizione. “La Library prima di tutto è uno strumento di lavoro, molto utile per approcciarsi alle annate storiche per farle conoscere a chi è interessato a pescare dalla collezione la sua annata del cuore- continua Andrea Lonardi- 43 quelle selezionate da Nick Jackson, Master of Wine già autore di Beyond Flavour, ex buyer di Sotheby’s e grande esperto di fine wines per The Library. 27 annate di queste sono in vendita con un prezzario e con un loro mercato. C’è chi per valore affettivo si indirizza ad annate vecchie che sono state conservate in maniera perfetta come succede per i vini da collezione, se si dovessero riscontrare delle anomalie nell’apertura di una singola bottiglia l’azienda garantisce anche la sua sostituzione”. La degustazione porta a conoscere percorsi storici, una denominazione che ha la capacità di durare oltre ogni aspettativa. “Sono vini che sono ancora vivi e hanno molto da raccontare, è bello vedere l’emozione di aprire bottiglie così storiche e ripercorrere il percorso fatto in questi anni da Bertani e dal suo Amarone. Fondamentale l’apertura almeno una mezz’ora prima dalla mescita, per poi divertirsi nel bicchiere”.

MESSA A RIPOSO L’Amarone è un vino di metodo, con un’incidenza del fattore cambiamento climatico. “Nella produzione di Amarone rispetto all’annata è più importante il clima della fase di appassimento delle uve, che noi chiamiamo ancora messa a riposo su dei graticci, che viene ancora fatta in maniera i senza l’ausilio di ventilazione forzata. Quest’anno abbiamo vendemmiato ad agosto e abbiamo chiesto di anticipare la pigiatura delle uve a novembre, è tutto anticipato considerato che quando sono nato io nell’ottobre ’74 mio padre mi ricorda sempre che in Valpolicella avevano appena terminato la raccolta”. Fino a oggi questo cambio climatico ha generato un incremento qualitativo, anche se non bisogna adagiarsi sugli allori. “Il vino italiano non deve vivere sul passato, ma questo cambiamento va interpretato con logiche diverse, è normale che nel tempo si siano ricercate alcune dinamiche, per esempio oggi quello che stiamo facendo in azienda è selezionare biodiversità per avere la possibilità di avere maggiore concentrazione. C’è anche una sorta di cantera Bertani, con tre giovani enologi che stanno scoprendo tutti i segreti per tramandare questo stile ancora nel tempo”.

Andrea Lonardi

TASTING ANNATE STORICHE La degustazione ha dato risalto sia alle differenze tra i singoli millesimi sia agli elementi di riconoscibilità che tessono un file rouge che congiunge ciò che siamo con ciò che eravamo. Il team di degustatori ha definito una classificazione che riflette l’individualità dei vini: le annate sono perciò state suddivise in quattro categorie che esprimono un carattere distintivo: esuberanza, delicatezza, armonia e finezza. Un’opera che ricorda che Bertani è l’azienda che ha mantenuto nel tempo sempre salde le proprie radici. In mescita nel tasting milanese l’annata 1967, 1975, 1981, 1998, 2005 e 2012. “Sono tutti vini dove si può ritrovare un fil rouge che conduce alla filosofia di Bertani. Interessante vedere come le annate ’67 e ‘75 sembrino più giovani e fresche del 1981 e del 1998, queste variazioni succedono solo ai grandi vini e l’esercizio della degustazione serve a questo. Il 2005 oggi è perfetto ed equilibrato, il 2012 invece il vino che può reggere meglio qualsiasi abbinamento gastronomico, in tutti i bicchieri escono delle sensazioni iodate e sapide, due caratteristiche espressione del nostro terroir che la critica sta cercando sempre maggiormente”. Un Amarone Classico della Valpolicella che è uno dei leader globali nel comparto dei fine wines, che guarda anche al mondo come benchmark qualitativi. “In Italia non sempre siamo capaci di fare paragoni e di guardare al mondo- chiosa Andrea Lonardi- se dovessi dire a cosa guarda lo stile dell’Amarone Bertani direi tre denominazioni: Saint-Estephe di Bordeaux, La Rioja e Châteauneuf-du-Pape, ma senza voler copiare nessuno perché qui siamo fedeli alla nostra tradizione”.

INFO www.bertani.net

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