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C’è stato tutto quello che ci si poteva aspettare. L’attesa trepidante, la sorpresa, le novità, le riconferme. Addirittura c’è stata una mancanza in realtà così evidente da essere palpabile, di pari passo con un trionfo. La Guida Michelin 2019, svelata da poco all’Auditorium Paganini di Parma, porta con sé una ventata di freschezza premiando numerosi under 35, ma soprattutto il riconoscimento più ambito, forse a sorpresa: le tre stelle.

Ad aggiudicarsele è lo chef Mauro Uliassi, dell’omonimo ristorante di Senigallia, nelle Marche. Aperto nel 1990, Uliassi si staglia sul molo di Senigallia, e fa del pesce l’ingrediente principe del proprio menu, senza trascurare la selvaggina, fondendo tecniche moderne con ispirazione tradizionale. Un prodotto in continuo movimento, portato a un livello superiore grazie alla collocazione a ridosso della spiaggia, alla sala elegante e la  cucina elaborata ed estrosa. Per il secondo anno consecutivo viene quindi attribuito il titolo più importante, dopo che nel 2018 era andato al St. Hubertus del Rosa Alpina di Norbert Niederkofler, a San Cassiano (BZ); sono adesso dieci i tristellati italiani, portando il Belpaese al secondo posto delle nazioni più premiate, con l’8% delle Tre Stelle mondiali.

Mauro Uliassi premiato con le Tre Stelle Michelin

Nessun nuovo due stelle, nessuna novità su Milano. L’intera cerimonia, supervisionata da Gwendal Poullennec, il nuovo direttore internazionale di tutte le guide Michelin (sono 30, dall’Europa all’Oriente agli USA) si è svolta all’insegna dell’emozione, considerando quanto poco, in generale, ci si aspettasse che Uliassi potesse ricevere le tre stelle. Incetta di riconoscimenti per il sud, con Puglia (Floriano Pellegrino del Bros di Lecce e Domingo Schingaro ai Due Camini di Borgo Ignazia, entrambi novità) e Campania (Angelo Carannante al Caracol di Bacoli e Misuriello alla Locanda Severino di Caggiano) sugli scudi. Alessandro Ingiulla di Sàpio a Catania è il più giovane chef della Guida, premiato anche Vitantonio Lombardo a Matera.

Conferme per i big: un ulteriore trionfo per Enrico Bartolini, che si conferma lo chef più stellato d’Italia (6 stelle suddivise su 5 ristoranti) grazie alla nuova stella conquistata nel suo nuovo locale La Locanda del Sant’Uffizio a Cioccaro, gestita dallo chef Gabriele Boffa. Antonino Cannavacciuolo rimane al top, ottenendo una nuova stella per ciascuno dei suoi Bistrot: a Novara con chef  Vincenzo Manicone, e a Torino con chef Nicola Somma. Perdono la stella Ilario Vinciguerra a Gallarate e Antonello Colonna a Roma, mentre interessanti si rivelano i premi speciali della Guida. Passion for wine 2019 al Bib Gourmand Locanda Devetak di Augustin Devetak (San Michele del Carso – GO); Servizio di sala a Casa Perbellini di Verona, due stelle Michelin, con Barbara Barbara Manoni; Qualità nel Tempo a La Bottega del 30 a Castelnuovo Berardenga con Hélène Stoquelet; Premio Giovane Chef a Emanuele Petrosino de I Portici di Bologna, che conferma la stella. Il 4 marzo 2019 verrà assegnato il Premio Chef Donna.

367 le stelle del 2019: 10 tristellati (per i quali vale la pena di un viaggio secondo la Guida, +1 rispetto al 2018), 39 bistellati (vale la pena di una deviazione, -2 rispetto al 2018), 318 monostellati (vale la pena di una tappa, +12 rispetto al 2018).

 

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