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Grande cordoglio nel mondo del vino siciliano e non solo ha suscitato la scomparsa di Giuseppe Benanti, uno dei produttori che hanno contribuito in maniera fondamentale al successo della denominazione dei vini dell’Etna. Classe ’45, “Pippo” Benanti fu uno dei pionieri a credere fortemente nelle potenzialità della viticoltura siciliana di montagna sulle pendici del vulcano, partendo da antiche memorie di famiglia nel campo vitivinicolo. La famiglia Benanti che era attiva in campo farmaceutico, ha investito sin dalla metà degli anni ’80 per la valorizzazione dei vitigni tipici dell’area attorno al vulcano sul versante Nord, valorizzando anche la peculiarità di differenza stilistiche tra le varie contrade, uno dei must del vino sull’Etna per esaltare il terroir e l’incidenza delle diverse esposizioni, con nuovi modelli di riferimento partendo sempre dalla tradizione.

Cavaliere del Lavoro, collezionista d’arte e accademico aggregato dei Georgofili, Giuseppe Benanti fu uno dei promotori della riscoperta dell’alberello etneo, con il contributo dell’enologo Salvo Foti. Oggi i vini della cantina Benanti sono conosciuti ed esportati in molti paesi del mondo, simbolo della viticoltura etnea con etichette dalla grande eleganza e bevibilità, con gli autoctoni sia tra i bianchi con il Carricante e tra i rossi con il Nerello Mascalese. Tanti i messaggi di vicinanza e condoglianze alla famiglia e ai figli Antonio e Salvino che portano avanti l’azienda con la stessa passione e competenza del padre. Sul profilo Facebook della cantina è stato pubblicato un bellissimo messaggio di cui riportiamo un estratto e la foto di Giuseppe Benanti con i figli .

Papà ha vissuto 77 anni in corsia di sorpasso, ha immaginato cose che altri non avrebbero mai immaginato, ha percorso tante strade, molte delle quali giuste. E’ diventato Cavaliere del Lavoro, Accademico dei Georgofili e Commendatore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma riusciva a passare da un’udienza col Papa alla grigliata contadina in campagna restando sempre sé stesso.

Era etneo, amava il nostro vulcano, la vigna, la nostra azienda vinicola. Per venticinque anni, prima di passarci il testimone, ha portato “l’Etna, Isola nell’Isola” in ogni angolo del mondo, lasciando in tutti un bel ricordo e tante nozioni, convogliando non solo informazioni tecniche ma soprattutto emozioni. Al Vinitaly, poi, era un’attrazione per tutti. In cantina, invece, un severo assaggiatore. E’ lui che ha ideato lo stile elegante dei nostri vini. Il suo palato era incredibilmente fine. In tanti lo hanno apprezzato e stimato. Oggi non è più fisicamente con noi ma ci lascia una tale eredità etica, e talmente tanti strumenti morali e pratici per affrontare la vita, che è come se fosse ancora qui.

Noi lo onoreremo sempre.

Antonio e Salvino Benanti

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