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In base alle statistiche delle associazioni di categoria integrate con stime dell’Area Studi Mediobanca, l’Unione Europea (ancora comprensiva del Regno unito) è accreditata di consumi di acque minerali confezionate pari nel 2019 a 63,7 miliardi di litri che valgono il 16,5% del mercato mondiale e un consumo pro capite di 142,3 litri/anno.

I CONSUMI COMPLESSIVI E PRO-CAPITE

 

Consumo di acqua confezionata all’interno della UE (2019)

I primi 4 mercati per la dimensione complessiva dei consumi sono nell’ordine: Germania, Italia, Francia e Spagna che nell’assieme assorbono il 70% circa dei totali volumi UE, tutti con consumi pro-capite superiori alla media UE e il primato dell’Italia con un consumo pro-capite di 222 litri/anno. Subito dopo si colloca la Polonia con 4,4 miliardi di litri e un consumo per abitante di 113,7 litri. Da notare il posizionamento arretrato del Regno Unito che esprime un mercato di dimensioni ridotte (2,5 miliardi di litri) rispetto alla propria popolazione, tanto da segnare un consumo di soli 37,4 litri pro-capite, uno dei livelli più bassi all’interno dell’Unione. Da ricordare, infine, il mercato svizzero che vale 859 milioni di litri, per un consumo pro-capite di 100,2 litri.

Complessivamente, la preferenza dei cittadini dell’Unione va all’acqua liscia che rappresenta il 62,9% del mercato e vale 40,1 miliardi di litri. Tuttavia, non mancano notevoli eccezioni, la più eclatante delle quali riguarda la Germania il cui mercato è fortemente interessato dal consumo di acqua frizzante che ammonta al 74,4% dei consumi, una delle percentuali più elevate dell’Unione assieme alla Norvegia (79,5%), all’Austria (78,9%), alla Slovacchia (76,7%) e ad altri Paesi del Nord Europa, tra cui la Svezia (73,7%) e la Finlandia (85,1%). Il consumo pro-capite dell’Unione è valutato in 142,3 litri, ma il quadro all’interno della UE è molto variegato. In termini di consumo pro-capite sono dieci i Paesi europei a segnare livelli superiori ai 100 litri. Ricordato il primato italiano (222 litri), si tratta di Spagna (174,9), Germania (167,7), Portogallo (140,1), Ungheria (138,8), Grecia (133,4), Francia (132,8), Belgio (130,2), Polonia (113,7) I Paesi del Nord Europa e dell’Est segnano livelli molto più contenuti, che toccano il minimo in Finlandia (17 litri), Svezia (10) e Norvegia (9,3).

Il continente europeo è molto ricco di fonti e sorgenti e il suo mercato dell’acqua confezionata lo è di etichette. Le acque minerali naturali sono oggetto di riconoscimento da parte degli Stati dell’Unione. Il numero di fonti riconosciute in Europa è di circa 2.100 unità, con la Germania ampiamente prima con 827, seguita dall’Italia (305), dall’Ungheria (170), dalla Spagna (166), dalla Polonia (128) e dalla Francia (93). Da rilevare come il Paesi che dispongono di più fonti, in rapporto alla popolazione, sono anche i paesi che tendono ad esprimere i più elevati consumi pro-capite.

I CONSUMI DI ACQUE CONFEZIONATE IN RAPPORTO ALLE ALTRE BEVANDE ANALCOLICHE

 

Consumo di bevande (2019, Paesi in ordine di dimensione dei consumi di acqua confezionata)

Dal 2012 il consumo complessivo di acque confezionate in UE è cresciuto del 2,3% medio annuo. L’acqua in bottiglia rappresenta il 45,8% del mercato complessivo di tutte le bevande analcoliche dell’Unione, stimato in oltre 128,2 miliardi di litri, quota che nel 2012 era pari al 43,5%. La crescita dell’acqua confezionata è avvenuta a discapito delle altre categorie di bevande: i soft drinks hanno ridotto il proprio peso dal 47,8% del 2012 al 46,3%, i succhi di frutta e i nettari dall’8,7% al 7,9%. La progressiva preferenza dei consumatori per bevande più semplici, meno sofisticate e più salutari emerge anche dalla crescita dei soft drinks ad apporto calorico contenuto o nullo (no-low calorie) la cui quota è passata dal 21% del 2012 al 27% del 2019. Da notare come in alcuni Paesi europei (UK e Norvegia) i consumi di soft drinks a basso o nullo contenuto di zuccheri abbiamo già superato il consumo dei soft drink tradizionali.  L’Italia si connota per essere il Paese in cui le acque rappresentano la percentuale più ampia in Europa in rapporto al consumo complessivo di bevande analcoliche, con una percentuale pari al 76,2%.

PREZZI E VALORE DEL MERCATO

 

Prezzo medio di vendita per alcuni Paesi (RSP, € al litro)

Il prezzo di un litro d’acqua alla vendita in Europa è in media attorno ai 30 centesimi di euro al litro, sicché le vendite complessive al dettaglio (RSP) dell’Unione Europea sono valutabili in 19,1 miliardi di euro. L’Italia è il Paese con i più bassi prezzi medi di vendita e questo fatto ha sicuramente favorito il primato dei consumi pro-capite.

GERMANIA IL MERCATO PIÙ GRANDE D’EUROPA

Con ca. 14 miliardi di litri la Germania rappresenta in assoluto il mercato più grande d’Europa anche se con consumi pro-capite (164 litri/anno) più contenuti rispetto all’Italia. Il fatturato al produttore dell’industria tedesca è valutabile in 3,4 miliardi di euro, in crescita dal 2012 a un tasso medio annuo dell’1,1%. Il prezzo al dettaglio per un litro di acqua minerale è di 36 centesimi di euro. Come già riferito, il consumo di acqua addizionata con anidride carbonica è ampiamente prevalente in Germania: si tratta del 74,4% del mercato a quantità, ma anche in quel Paese si registra una crescente preferenza per acque ferme, soprattutto aromatizzate o con proprietà salutari e curative. Tra il 2012 e il 2019 la quota di acqua gassata è caduta dall’85,3% al 79,2%, una flessione da ascrivere alle acque gassate (dal 40,3% al 33,7%), poiché quella con moderata presenza di anidride carbonica ha sostanzialmente mantenuto stabile la propria rappresentatività (tra il 40% e il 41%). La dinamica dei consumi pro-capite segnala i trend tipici di un’economia industriale e matura: i tassi di crescita annui più importanti si sono manifestati negli anni ’70 (+12,2%) e ’80 (+7,6%), per poi stabilizzarsi nel periodo 1990-2010 al 2%-3% medio annuo e ristagnare negli anni più recenti (+0,2%).

 

 

ITALIA, IL MERCATO CON I PIÙ ELEVATI CONSUMI PRO-CAPITE

 

Industria italiana dell’acqua confezionata (Mineracqua, 2016-2019)

Fonte: Annuario settoriale ACQUITALIA di Beverfood.com edizioni e Mineracqua

Il mercato italiano delle acque confezionate è secondo in termini assoluti (consumi per 13,5 miliardi di litri) e primo per livelli pro-capite (222 litri), per una spesa relativa a una famiglia di tre persone nell’ordine dei 135 euro all’anno. Si tratta di un primato che affonda le radici nella diffusa presenza di fonti e sorgenti su tutto il territorio (oltre 300) e nell’antica tradizione termalista che vede molte etichette legate a località termali . Vi si aggiunga che il prezzo di vendita al dettaglio di un litro d’acqua confezionata in Italia è tra i più bassi d’Europa. Vi è, per contro, da notare che secondo l’Istat la percentuale di italiani che diffida dell’acqua del rubinetto è calata nel tempo: da una percentuale del 40,1% del 2002 si è arrivati al 29% nel 2019. In ogni caso, dal 1980 la crescita media annua dei consumi complessivi è stata pari al 4,6%, quella dei consumi pro-capite al 4,1%. Nell’ultimo ventennio il consumo totale è cresciuto all’1,8% medio annuo. La produzione italiana è stimata nel 2019 pari a 15,1 miliardi di litri, tenuto conto che il saldo commerciale con l’estero è positivo per circa 1,6 miliardi di litri. Il fatturato dei produttori dichiarato da Mineracqua è attorno ai 2,9 miliardi di euro.

 

+ info: Report Acque imbottigliate di Mediobanca Area Studi

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