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Mineracqua: acque minerali in recupero nel 2021 ma incertezze per il forte aumento dei costi


A cura di Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua

Possiamo dire che nell’anno 2020 il comparto delle acque minerali ha nel complesso retto bene nel canale retail, ma abbiamo pagato un caro prezzo nell’HoReCa: il lockdown, con il conseguente crollo dei consumi fuori casa, la chiusura di ristoranti e dei bar, hanno fortemente penalizzato questo canale.

 

 

Si pensi che alla fine del lockdown l’HoReCa è ripartita da -90%… Anche la nostra bottiglia in PET da ½ litro ha risentito del crollo dei consumi on the go. L’anno 2021 segna sin qui una riscossa del canale HoReCa che si stima possa crescere del 16/18% a fine anno ed anche del canale retail per il quale la previsione è di una crescita del 3-4%. Prospettive positive? Certo, ma già si addensano nuove nubi sul nostro settore: l’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia, dei noli (importanti soprattutto per l’export) e dei trasporti, che, oltre all’aumento delle tariffe, sono assai problematici per la mancanza di autisti (si stima che nel settore trasporti manchino 18.000/20.000 addetti).

 

L’aumento dei costi delle materie prime (una prima stima indica una lievitazione del 30-35%) non potrà non avere conseguenze sul mercato, caratterizzato, come è noto, da una bassa marginalità dovuta all’eccesso di offerta ed a una politica di prezzi che contraddistingue la nostra acqua minerale come la più economica a livello comunitario. Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, giunge intanto la decisione di rinviare al 2023 la tassa sulla plastica e sullo zucchero. L’onere derivante da queste tasse si sarebbe sommato all’aumento del costo delle materie prime in misura deflagrante per la nostra industria sia in termini economici, sia per i programmi di sviluppo sostenibile che le nostre imprese hanno in corso.

 

 

Vorrei ricordare gli importanti investimenti fatti nell’ecodesign e nella tecnologia avanzata per la riduzione del peso delle nostre bottiglie in PET. Investimenti che ci consentono oggi di immettere sul mercato la stessa quantità di PET che immettevamo dieci anni fa, ma a fronte di un aumento dello stesso mercato del 30%. Ancor prima che la Direttiva  sulle plastiche monouso sia recepita, sono in commercio bottiglie di PET che ne anticipano disposizioni ed obblighi: bottiglie con R-PET anche al 100% o bottiglie in PET con il “tappo attaccato”.

 

 

Tra gli obiettivi della Direttiva europea ricordo l’utilizzo di PET riciclato al 25% entro il 2025 e il dispositivo del tappo attaccato dal 2024. L’industria, come sempre, non si fa trovare impreparata, anche perché spesso anticipa le previsioni normative europee dal momento che eccelle in tecnologia avanzata e ricerca sui materiali. Ma anche qui compaiono criticità all’orizzonte. Se le normative tecniche europee (CEN), dovessero confermare l’orientamento di applicare al tappo attaccato una forza Newton 25, quando alle nostre bottiglie, le più leggere in Europa, sarebbe necessaria una forza Newton 12/15, il paradosso è che dovremmo aggiungere plastica: prima la riduciamo poi, per la “burocrazia europea”, la aggiungiamo. Pare, infatti, che si debba fissare un’unica misura di forza Newton a prescindere dal peso e dalla struttura delle bottiglie.

Un’ultima considerazione, forse ispirata dal difficile momento che stiamo vivendo: fare industria è forse uno dei lavori più belli, che certamente non ti fanno annoiare per i continui cambiamenti, ostacoli, intralci, scoperte, invenzioni, ecc. Certo, è richiesta una buona dose di resilienza per continuare a far crescere e sviluppare le nostre aziende tutelando i nostri collaboratori spesso impiegati in aree poco o nulla urbanizzate, in cui non ci sono alternative occupazionali.

 

+info: www.mineracqua.it

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