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In tempi di vino sempre più social a suon di like, attacchiamo con un incipit secco: il Grignolino di Monferace ci piace un botto. Possiamo dirlo senza peli sulla lingua ripulita da tannini ben levigati e polverosi, dopo averli assaggiati a riassaggiati questi Grignolino in una maratona di Monferace andata in scena mercoledì 7 aprile. Dodici campioni di Monferace, come degli apostoli in una sorta di evangelizzazione enoica per convertire sulla via del Grignolino in digitale e nel reale una platea composta da alcuni esperti del giornalismo del settore, sfatando alcune credenze. E in effetti è un Grignolino che non ti aspetti, che nasce da lontano.

 

Si parte con alcuni cenni storici, riavvolgendo la memoria sino al 1249 quando il vitigno Grignolino era diffuso non solo nel suo habitat attuale che conosciamo oggi, quello del triangolo del Monferrato tra Alessandria, Casale e Asti, ma anche nelle Langhe, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Tante citazioni nella storia per il Grignolino, l’aneddotica ricorda un detto forse ancora attuale che recitava su per giù così. “Se vuoi male al tuo vicino regalagli una vigna di Grignolino”. Il grande Gino Veronelli lo definiva un anarchico testa balorda, ma anche un po’ bastardo. L’Avvocato Agnelli secondo leggenda era solito d’estate bere una panaché mixando Grignolino e Champagne.

Ma qual è il vero Grignolino? Devono essere partiti da questa domanda i produttori che hanno dato vita all’Associazione Monferace, dandosi delle regole rigide con un disciplinare che prevede lunghi invecchiamenti, con minimo 40 mesi di affinamento di cui almeno 24 mesi in legno, botte grande, rese massime 70 quintali per ettaro. “Non abbiamo scoperto nulla, ma abbiamo fatto un tuffo indietro nel passato riscoprendo delle pratiche che erano in uso anni fa”– spiega Franco Angelini, consigliere dell’Associazione Monferace. La memoria del Monferace scava indietro, con una storia di almeno 800 anni, l’Associazione Monferace è partita da là e dalla presentazione della Doc Grignolino del Monferrato 1971. “Io avevo appena tre anni, ma lì sta tutta l’essenza del Grignolino, dall’utilizzo del legno ai lunghi invecchiamenti, pratiche che si ritrovano anche nei documenti dell’esposizione di Firenze del 1861 quando vennero presentati vini di undici e cinque anni. Bisogna ricordare che negli anni ’60 il mercato dei vini invecchiati non se la passava certo come oggi- ricorda Angelini- basti pensare che i produttori di Barolo quasi lo regalavano a chi acquistava del Dolcetto per far capire le difficoltà che si incontravano. Con il rinnovo del parco botti delle cantine e con il progresso in agricoltura con l’abbassamento delle densità di ceppi per piante e delle rese per ettaro, siamo potuti tornati indietro”.

 

Target per il Monferace? “Sicuramente un target medio-alto e non potrebbe essere altrimenti visto il lavoro e gli investimenti che stiamo facendo in vigna e in cantina- spiega Guido Carlo Alleva, presidente dell’Associazione Monferace- siamo partiti da un obiettivo comune da parte di tutti i produttori riuniti in associazione, quello di valorizzare le potenzialità di un grande vitigno ripartendo dal passato, ci siamo dati delle regole ferree con un protocollo da seguire e un registro in cui vengono iscritti solo alcuni vigneti che hanno determinate caratteristiche di esposizione, di norma si tratta delle vigne più vecchie delle cantine. Quando degustiamo alla cieca ci emozioniamo, forse dovremmo cercare di comunicare meglio anche al consumatore finale, sicuramente un consumatore evoluto che vuole esplorare un prodotto unico in grado di reggere il confronto in abbinamento su tanti piatti della cucina tradizionale e non e con altri grandi rossi”.

Guido Carlo Alleva

Baroleggia chiedono dal pubblico? La risposta non è ironica, quando si parla di un prezzo che a scaffale varia intorno ai 20-30 euro, poi dipende dal posizionamento delle aziende, per un progetto che vuole rivoluzionare il Grignolino e puntare in alto. Qualcuno chiede invece se non ci siano problemi di identità, viste le diverse sfumature nel bicchiere. “E’ la nostra forza, siamo in un territorio unico che comprende 24 comuni, con uno sbalzo altimetrico che passa dalla pianura innalzandosi sino ai 500 metri, è chiaro che ci siano delle differenze nelle percezione ma tutti i produttori sono accomunati dalla grande qualità, eleganza e bevibilità, aspettando il giusto tempo per aprire queste bottiglie che nascono pronte ma possono evolvere in meglio nel tempo”.

Mi sembra Pinot Nero, mi ricorda Nebbiolo ma non lo è, allora è Grignolino, questo per ricordare delle similitudini interessanti con vitigni nobili. La degustazione organizzata dall’Associazione Monferace ha voluto mettere in luce le potenzialità del Grignolino, con una mossa audace, prendendo in considerazione una batteria di 12 vini partendo alla francese dalle annate più vecchie come la prima, millesimo 2015 con tre bottiglie in batteria, poi focus sull’annata 2016 con sei campioni di quella che viene definita l’annata quasi perfetta, a seguire tre campioni da vasca del 2018, 2019 e 2020 con di tre cantine appena entrate nel progetto Monferace. A condurre le danze la bravissima Erika Mantovan, una delle firme più brillanti nel settore enogastronomico che allieta anche i nostri lettori sulle colonne di Beverfood.com, contributi anche dall’enologo Mario Ronco e da Fabrizio Gallino, meglio noto anche come Enofaber.

 

 

Grignolino Monferace Sulin 2015

Cantina adagiata sulle pendici della collina denominata “Madonna dei Monti”, nome che le deriva dalla chiesetta posta in cima ad essa e dal fatto di essere l’altura più elevata della zona. In dialetto monferrino Sulin significa soleggiato, i vigneti possono a pieno titolo chiamarsi così, perché tutti ubicati a Sud, abbarbicati sui “Bricchi” e lungo i crinali di ondeggianti colline esposte al calore del sole. 1,5 ettaro dedicato al Monferace, vigna con esposizione Sud-Sud Est posta ad un’altitudine di circa 350 metri con terreno argilloso calcareo, bottiglia che raffigura gli antichi giochi piemontesi dal nome Brasal. 30 mesi in tonneaux di rovere. Naso complesso con sfumature dolci di marasca, frutti rossi e di viola, in bocca tannino levigato ancora teso e vibrante. Capitolo abbinamenti, confesso di averlo aperto un giorno prima della degustazione per il Carbonara Day, la morte sua.

Grignolino Monferace Fratelli Natta 2015

L’Azienda vitivinicola dei Fratelli Natta è situata a Grazzano Badoglio, nel cuore del Monferrato, in una zona del Piemonte in cui la coltivazione della vite è parte di una tradizione prestigiosa tramandata di padre in figlio. La superficie coltivata si estende per circa 30 ettari, suddivisi in piccoli appezzamenti a vigneto, selezionati per la favorevole esposizione e per le particolari caratteristiche del terreno, di cui un ettaro dedicato al Grignolino Monferace. La 2015 la prima annata, 28 mesi di affinamento in botti di rovere, dominanza di frutti rossi, polvere di rosa nonostante un colore più carico. Verticalità in bocca con una bella spalla acida, c’è ancora tempo per aspettare anche se già pronto oggi.

 

Grignolino Monferace Vicara 2015

Una sinfonia di sapori e sentori il Grignolino Monferace Bricco Uccelletta della cantina Vicara. Vigneto in cima al bricco dell’Uccelletta con esposizione sud, sud/ovest e si estende per circa 1,60 ettari. Di proprietà di Vicara da oltre 80 anni, il vigneto è caratterizzato da un suolo calcareo marnoso di origine terziaria in seguito a sedimentazioni marine, allevati a Guyot tradizionale, con potature molto corte e rese basse. La fermentazione malolattica avviene in botti di rovere e acacia da 500 litri dove matura per 24 mesi, l’affinamento prosegue per ulteriori 24 mesi in bottiglia. Colore rosso scarico con riflessi aranciati tipici del Grignolino, naso fine ed elegante, con leggere note speziate e balsamiche in via di terzierizzazione. Attacco in bocca secco con una bella verticalità, tannini levigato e piacevole con grande bevibilità, lungo e persistente.

 

Grignolino Monferace Accornero 2016

Quattro generazioni di viticoltori, gli Accornero continuano con la stessa passione e lo stesso impegno che animò il bisnonno Bartolomeo a produrre vini di alta qualità. Nell’anno 1897 l’acquisto della Cascina Ca’ Cima dal nobile cavaliere Negri, nel Comune di Vignale Monferrato è situata Ca’ Cima, con una superficie di 20 ettari interamente coltivati a vigneto. La cantina dell’azienda, dotata di tutte le tecnologie moderne, rimane comunque fedele ai processi più tradizionali della vinificazione, offrendo così i grandi vini del territorio del Monferrato. Sulla bottiglia in evidenza una scritta “vigne vecchie”, a rimarcare il grande lavoro di conservazione del patrimonio vitivinicolo del Vigneto Bricco del Bosco, con un’estensione di circa 1.8 ettari vigneto impiantata nel 1961. Rese super basse a 35 quintali per ettaro, vinificazione con lunghe macerazioni a contatto con le bucce per 20 giorni, affinamento 30 mesi in tonneaux di rovere e 24 mesi in bottiglia. Rosso rubino chiaro con leggeri riflessi arancio, al naso profumo con note di frutti di bosco e un po’ di tabacco e pepe bianco, in bocca bell’equilibrio con un accenno di retrogusto dolce dato forse dalla lunga macerazione.

 

Grignolino Monferace Tenuta Santa Caterina 2016

Tenuta Santa Caterina si trova nel comune di Grazzano Badoglio, sulle dolci colline dei “Colli divini” nel cuore del Monferrato in provincia di Asti. Riprendono vita il palazzo, i porticati, i giardini all’italiana, le scuderie, la cantina storica con le volte di mattoni e l’Infernotto, scavato nel tufo fino a 17 metri di profondità. Infernòt è il termine piemontese utilizzato per indicare una cantina sotterranea adibita alla conservazione dei vini, autentico gioiello di architettura ipogea, oggi riconosciuto Patrimonio Unesco. La filosofia è porre estrema attenzione in ogni fase produttiva, attuando tutti gli interventi indispensabili all’ottenimento di vini di grande qualità, valore e personalità. Ogni vino è un cru, ogni grappolo è curato per lunghi mesi con costanza e pazienza, in cantina le fermentazioni vengono svolte con l’ausilio dei soli propri lieviti indigeni già presenti sulle bucce degli acini. L’affinamento del Monferace avviene per 30 mesi in botti di rovere e per altri 30 mesi in bottiglia. L’etichetta riporta il mattone ed il ferro di cavallo dai quali, secondo la leggenda, deriva il termine Monferrato. Grande eleganza ed equilibrio, un mix di sentori floreali e fruttati al naso, dove si percepisce la tipica nota di arancia amara. Bel tannino da masticare in bocca con dolcezza e avvolgenza, il 2016 si conferma l’annata ideale sia da bere ora ma anche da dimenticare in cantina.

 

Grignolino Monferace Tenuta Tenaglia 2016

La Tenuta Tenaglia è situata in uno dei luoghi più incantevoli del Monferrato, tra Asti e Casale, a circa 450 m. sul livello del mare e ai margini del parco naturale del Sacro Monte di Crea, Patrimonio dell’Unesco dal 2003.  Nel corso dei secoli la Tenuta  fu ampliata fino a comprendere gli attuali 30 ettari di vigneti, di cui circa 19 situati nella provincia di Alessandria nei paesi di Serralunga di Crea e Ponzano e circa 11 nella provincia di Asti, nel comune di Grazzano Badoglio, acquistati nel 2004 ed entrati in produzione nel 2006. L’annata 2016 si discosta maggiormente dagli altri assaggi, con l’altimetria a giocare un ruolo fondamentale. Affinamento 24 mesi in botti di rovere, colore luminoso, al naso freschezza con sentori di pesca e leggera speziatura,  con una punta di rosa canina in evoluzione. Al palato corposità inaspettata in grande equilibrio in ampiezza, con un tannino grintoso che può ancora correre.

 

Grignolino Monferace Alemat 2016

Alemat nasce nel cuore e nella mente di Savio Dominici alla fine degli anni ’80. L’amore per il vino e per la vigna cresce negli anni finché Alemat diventa una realtà nel 2012. È un’azienda giovane Alemat, che nel dialetto piemontese significa “è matto”, presente anche sulla piattaforma Vinix, una sorta di gruppo di acquisto social di vino in rete molto seguita. Un piccolo fazzoletto di terra dedicato a Monferace con 0.3 ettari, affinamento 24 mesi in tonneaux grande. L’annata 2016 è bella elegante, con un naso più su note tostate e speziate, in bocca di corpo con un tannino ben levigato che fa uscire tutto lo spessore di questa cantina boutique.

 

Grignolino Monferace Angelini Paolo 2016

Quattro generazioni di vigna sulle colline del Monferrato Casalese nel cuore del Piemonte, la Società Agricola Angelini Paolo si estende per 40 ettari impiantati a vigneto distribuiti su terreni che variano dai più calcarei a quelli più argillosi. La cantina recentemente rinnovata, insieme a tecniche di produzione indirizzate ad esaltare la tipicità di ogni singolo vitigno, possiede una gamma di vini molto varia e strettamente legata al  territorio. Grande rispetto per i vitigni classici del Monferrato, come il Grignolino. Il vigneto Arbian si trova nel comune di Guzzano, terreno 50 % calcareo / marnoso e 50% calcareo / argilloso, fermentazione indigena in vasche in acciaio inox a temperatura controllata con macerazione di 15 giorni. Rimontaggi medio frequenti. Affinamento in Tonneau di rovere francese da 5 hl per almeno 36 mesi e poi in bottiglia per 12 mesi. Rosso con sfumature granate, naso complesso e balsamico, con note di frutta sotto spirito. In bocca agilità con una presa bella asciutta, in un sottile equilibrio fra tannini morbidi, acidità e struttura.

 

Grignolino Monferace Castello di Uviglie 2016

Il bello della degustazione anche una etichetta corretta a mano, l’annata giusta è la 2016 di Castello Uviglie, custodi di una tradizione ed esperienza di oltre 5 secoli, l’azienda di proprietà di Simone Lupano è oggi una dinamica realtà produttiva di 120 ettari di cui 25 coltivati a vigneto. La cantina che ha una capacità di raccolta di 3.500 hl è dotata delle tecnologie più moderne pur utilizzando i metodi tradizionali di vinificazione nel rispetto della tipicità del territorio. La produzione attuale è di circa 90.000 bottiglie annue. Affinamento di 30 mesi in botti da 20 hl, naso pulito e pungente con una bella ampiezza, all’assaggio è tattile con tanta materia, si sente bene il frutto, eleganza e linearità.

 

Grignolino Monferace Liedholm 2018

Nel 1973 il barone Nils Liedholm acquista la tenuta Villa Boemia a Cuccaro Monferrato in provincia di Alessandria sulle colline del Monferrato con vigneti di Barbera e Grignolino. La produzione vinicola inizia nel 1977 soltanto per uso famigliare, attualmente l’azienda possiede circa 12 Ettari di vigneto e la produzione totale è di circa 80/90.000 bottiglie annue. Da luglio 2015 la proprietà passa alla Società Agricola Monte Ferrato Srl appartenente a un Gruppo Industriale leader mondiale nel proprio segmento di mercato. Il campione del 2018 è una sorpresa, assomiglia quasi a un Vermouth, residuo zuccherino zero ma trasvestito da una grande dolcezza che arriva da un terreno particolare e da lunghe macerazioni. Sarà imbottigliato tra poco, da seguire con interesse e riassaggiare.

 

Grignolino Monferace Hic et Nunc 2019

Grande coraggio per Hic et Nunc mettere in degustazione un campione da vasca di Grignolino 2019. Qui e ora il vino anche se non ancora finito è in una forma spettacolare, chiaramente gioca su note di freschezza di frutta , sull’acidità, morbidezze con tannini delicati ed avvolgenti, ci preannuncia un grande avvenire davanti per il Grignolino che a Vignale trova il suo luogo d’elezione. Una porzione di circa 3 ettari dedicata, con altezza di 250 mt s.l.m e vigne esposte a sud che risalgono agli anni ’70.

 

Grignolino Monferace Cascina Faletta 2020

Dulcis in fundo, il fascino e mistero di Cascina Faletta. Ultima scommessa il Grignolino, una vision per recuperare un pezzo di storia del passato e l’inizio di un percorso che fonda le sue radici nel lontano 1881. Il 2020 non è giudicabile se non per il fatto di dire che è già interessante e piacevole alla beva, da riassaggiare magari in un luogo circondato da terreni vocati alla viticoltura come Cascina Faletta. Un viaggio nello straordinario mondo del vino prosegue, fiore all’occhiello, l’impianto di domotica, che consente di gestire e regolare in modo intelligente tutte le apparecchiature della struttura, dalle luci al clima.

INFO www.monferace.it

 

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