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Si avvicina l’appuntamento biennale con TUTTOFOOD – a fieramilano dall’8 all’11 maggio – che rappresenta ormai l’appuntamento in Italia dove fotografare lo stato dell’arte del settore e anticipare le prossime tendenze. L’anno di manifestazione sarà denso di opportunità per le aziende agroalimentari.

 

La ripartenza del Nord America

A livello di mercati, una delle più interessanti è senz’altro la ripartenza in grande stile del Nord America. Secondo dati di Euromonitor, solo negli USA il mercato Retail cresce a ritmi di oltre l’11% l’anno e nel 2026 raggiungerà un valore di quasi 25 mila miliardi di dollari, con il Food & Beverage a farla da padrone. Si calcola che in tutto il mondo quest’anno la spesa dei consumatori raggiungerà i 54 mila miliardi di dollari, un cifra-monstre in cui l’agroalimentare rivestirà un peso rilevante, specie nelle economie emergenti.

Digitali, ma attenti al portafoglio

Sempre secondo Euromonitor, il 2023 sarà l’anno in cui il digitale entrerà definitivamente a far parte delle abitudini di massa e, in questo passaggio, verrà “stemperato” dall’aspetto emozionale: è la cosiddetta “authentic automation”. Le macchine, per il momento, resteranno nel back office: soltanto il 19% dei consumatori si sente a proprio agio parlando con un bot. All’altro capo dello spettro, cresceranno le pressioni culturali a limitare il tempo passato online, specie per i giovani, oggetto di numerose campagne in tal senso. Aziende e retailer dovranno quindi rivedere in quest’ottica il blend digitale-fisico.

Specie nella prima parte dell’anno, inoltre, vedremo ancora gli strascichi delle tensioni inflazionistiche del 2022. In molti Paesi, dunque, comprese alcune economie avanzate, si amplieranno le fasce di consumatori che devono tenere sotto controllo la spesa. In risposta, molte insegne internazionali stanno potenziando le strategie di loyalty per trattenere i consumatori, offrendo sconti legati alla fedeltà.

 

 

Fra novel food e tradizione

I trend non sembrano confermare l’adagio secondo cui “se si guadagna meno, si mangia peggio”, almeno in mercati molto sensibili al tema cibo come l’Italia. L’agroalimentare Made in Italy gode di ottima salute: vale oltre 540 miliardi di euro e rappresenta circa il 25% del PIL italiano secondo dati Istat. Ma questo non significa che non ci sia apertura alle novità: è di qualche giorno fa la notizia del successo a Milano del primo hamburger con farina di grillo. In parallelo, continua l’affermazione della dieta mediterranea nella sua accezione più originale, cioè basata principalmente su cibi vegetali.

A corollario, i dati di vendita dell’alimentare confezionato nella distribuzione organizzata raccolti da IRI per TUTTOFOOD confermano inoltre che gli italiani amano alternare il mangiar sano con le piccole soddisfazioni: nel 2022 le vendite di Freschi Dolci sono cresciute di ben un quarto on valore (+25%) a quota 426 milioni di euro.

+info: www.tuttofood.it

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