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Quattro mesi di tregua. La battaglia dei dazi tra Stati Uniti ed Europa è finalmente giunta ad una (momentanea e parziale) soluzione, e a beneficiarne sarà una fetta enorme del settore enogastronomico continentale, con un occhio di riguardo per il mondo beverage.

Nel 2019 la WTO, l’Organizzazione del Commercio Mondiale, aveva certificato l’illegalità dei fondi forniti dall’Unione Europea alla compagnia aerea Airbus, risalenti almeno ai vent’anni precedenti. Gli Stati Uniti avevano quindi reagito con dazi doganali pesantissimi, circa sette miliardi di dollari l’anno, salvo poi essere accusati e condannati per lo stesso trattamento riservato alla propria Boeing: risultato, anche la UE aveva innalzato barricate economiche per quasi cinque miliardi annui. I prodotti tassati erano dei più disparati: nello specifico per il settore del bere, whisky scozzesi e whiskey irlandesi, insieme ai vini francesi, avevano visto i propri import negli USA martellati da un onere del 25% nell’ottobre 2019, appena un mese prima della stessa tariffa applicata dall’Europa su distillati e vini fortificati provenienti da oltreoceano.

Una battaglia economica senza troppi scrupoli, giunta a un positivo stop la scorsa settimana: Europa e Stati Uniti hanno infatti aderito a un accordo che sospenderà qualsiasi tariffa derivante dalla diatriba relativa agli aiuti di stato. Una pausa che servirà alle autorità per risolvere la questione legale una volta per tutte, senza ulteriormente inficiare sulle dinamiche di mercato (già colpite dalla pandemia). Valdis Dombroskis, vice presidente esecutivo della Commissione Europea, è stato chiarissimo: “Serve fiducia nel futuro, e questa decisione è una vittoria per tutti. Siamo di fronte a uno scenario durissimo e nuovo, e siamo certi di poter instaurare un negoziato a lungo termine”.

La soddisfazione è dilagata un po’ ovunque, soprattutto a livello dirigenziale. In Europa, l’industria di distillazione è rappresentate da enti come SpiritsEUROPE, il cui direttore generale è Ulrich Adam: “Un passo incredibilmente importante, che aiuterà produttori e distributori, tutta la filiera, in un momento già martoriato dal COVID-19. Abbiamo trascorso sedici mesi difficili, e adesso siamo fiduciosi di poter tornare a lavorare in serenità. Negli Stati Uniti è invece in carica il US Distilled Spirits Council, che tramite portavoce ha comunicato la soddisfazione per “una decisione che cade in un momento decisivo per l’industria dell’hospitality americana, pronta a ripartire verso i fasti degli anni scorsi. Prima dei dazi, l’export dei whiskey americani era cresciuto del 40% in dieci anni, oggi siamo in difficoltà”.

Andando ancora più nel dettaglio, la cerchia dello Scotch Whisky tira un gigantesco sospiro di sollievo. Karen Betts, Direttrice della Scotch Whsiky Association: “Una notizia meravigliosa. Il nostro export verso gli Stati Uniti è crollato del 35% negli ultimi mesi, a causa dei dazi insostenibili: quasi mezzo miliardo di sterline di valore perso. È un momento fondamentale, perché di nuovo torneremo a un mercato libero, lavorando come abbiamo sempre fatto senza essere coinvolti in diatribe che nulla hanno a che fare con il nostro impegno e la nostra cultura”. Nella speranza che sia solo il primo dei cambiamenti, o meglio dei passi verso una normalità che già si conosceva, nel prossimo futuro.

fonte: beveragedaily.com

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