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Gli esperti di vino, così come i suoi grandi estimatori, sostengono che la potenzialità della produzione vinicola si basa sulla sua stessa diversità. Uve differenti rendono vini differenti, ma, come i produttori vitivinicoli ben sanno, perfino le stesse uve coltivate a poche centinaia di metri di distanza producono risultati incredibilmente diversi. Il clima, l’esposizione al sole o ad altri agenti atmosferici, la qualità del suolo sono tutti elementi che influenzano molto la crescita delle viti e di conseguenza anche i vini che ne verranno prodotti, prima ancora della lavorazione dell’uva. È dunque anche la grande varietà, insieme alla qualità, a fare del vino italiano una vera e propria eccellenza riconosciuta e amata in tutto il mondo.

Un’eccellenza che, secondo i dati sull’export vinicolo del 2015, regala all’Italia il primo posto fra i Paesi esportatori di vino al mondo. Rispetto ai “rivali” francesi, l’Italia esporta circa il 41% in più di vino, ma la Francia batte l’Italia sul fronte del valore del vino esportato, circa il 54% in più. Il divario netto è calcolato sul prezzo medio del vino: il vino francese è venduto a una media di 5,84 euro al litro, mentre quello italiano a soli 2,67 euro al litro. Nonostante il divario evidente tra Francia e Italia, questi dati sono comunque molto confortanti se paragonati per esempio a quelli del 2006, quando il valore del vino francese esportato era in sostanza il doppio di quello italiano (96%).

Secondo un’indagine di Mediobanca il 2015 è stato l’anno con il trend di crescita più basso dal 2010 ma, nonostante questo, le vendite estere del vino sono comunque cresciute del 6,5% rispetto al 2014, contro il -2,6% dell’industria manifatturiera e il -0,8% di quella alimentare. Questo significa che il comparto vitivinicolo italiano, nonostante le inflessioni fisiologiche di un mercato globalmente in crisi in più di un settore, continua ad essere considerato una forte eccellenza del nostro Paese.

Gli Stati Uniti ancora una volta si confermano i maggiori acquirenti di vino italiano (34% dell’export), seguiti da Inghilterra, Germania,  Canada e Giappone. Il dato più significativo arriva però dal Sud America, dove nonostante le esportazioni di vino italiano rappresentino solo l’1,5% del totale, si rileva una crescita del 18,3%. Un mercato che quindi mostra delle interessanti potenzialità di sviluppo nel futuro, se questo trend verrà confermato nei mesi a venire.

Come sempre in testa alla classifica dei vini italiani più venduti ci sono i vini piemontesi e quelli toscani. Il podio fra i vini italiani più ricercati all’estero lo conquista il Barolo, seguito da Barbaresco, Chianti, Brunello di Montalcino e Amarone. Particolarmente apprezzato all’estero risulta essere anche il Pinot Grigio, in particolare negli Stati Uniti a cui è riservata gran parte della sua produzione. La notizia che pero più sorprende è quella dello strabiliante successo del Prosecco, le cui vendite in Inghilterra hanno addirittura superato quelle dello Champagne. In un anno le vendite del Prosecco infatti hanno avuto un incremento del 72%, aggiudicandosi il primato di vino spumante più consumato al mondo.

Una piccola significativa vittoria delle bollicine italiane su quelle francesi, per un mercato che nel complesso, anche quest’anno, non manca di dare soddisfazioni

di Margherita Romagnoli
www.ifood.it/author/lapetitecasserole

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