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Se è vero che l’unione fa la forza, questa volta è la forza di un’idea a portare tante realtà nello stesso luogo. Un polo unico di ristorazione, declinata nelle filosofie più varie e sempre in cambiamento, senza mai perdere d’occhio i dettami della sostenibilità e della qualità. A Milano ha aperto una nuova realtà, nel vero senso del termine.

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Ludovico Leopardi e Leo Schieppati, entrambi under 30, hanno infatti lanciato META – Merging Taste, un incubatore di gusto e impresa che porta a Milano un concetto nuovo di ristorazione. In via Bonvesin de la Riva 3, nell’area che fu feudo di Gualtiero Marchesi, uno spazio unico, suddiviso in cinque insegne temporanee e autonome, ciascuna con la propria cucina e la propria attività; il tratto comune è il modello di revenue sharing, condivisione degli introiti, e della piattaforma che META ha sviluppato appositamente per ritagliarsi una fetta di mercato finora inesplorata. L’app specifica permette infatti al consumatore di navigare attraverso le proposte che i membri del “gruppo” META avranno in carta, per poi contare su un sistema di consegne privato ed ecologico (tutte con motorino elettrico).

Orsonero Coffee – Meta Merging Taste

I brand pionieri del progetto sono Uovodiseppia (la proposta street food di Pino Cuttaia, due stelle Michelin con La Madia, a Licata), la caffetteria Orsonero Coffee, che ha anche il locale arredato dai designer franco-libanesi david/nicolas, la gelateria Gusto 17, Young Rice e Rare, due nuovi format ideati dallo stesso team di META. È un cosiddetto food collective, uno spazio che richiama un mercato londinese, dove più idee, indirizzi e proposte si ritrovano per garantire una gamma di opzioni di qualità altissima. Con una visione però influenzata dai tempi che corrono: oltre alla rotazione degli slot, che permette quindi di combattere eventuali restrizioni, aperture e chiusure, la lente di ingrandimento è su delivery e asporto, pur mantenendo uno spazio condiviso per il consumo in loco, con otto vetrine e ottanta posti in déhor.

Una sorta di evoluzione delle ghost kitchen, insegne prive di luogo aperto aperto al pubblico ma attive solo in delivery. Già note e piuttosto vive nei paesi anglofoni, erano apparse a Milano in tempi di lockdown, per ridurre al minimo i costi fissi e cercare di raggiungere più pubblico possibile. META fonde (in inglese to merge, appunto) quindi la digitalizzazione, la qualità, la varietà e la tecnologia in senso stretto: attrezzature come forno a infrarossi, proposte artigianali come gelati di nicchia, cura del dettaglio e della sostenibilità ambientale come un caffè monorigine. Tutto legato dalla comodità gestionale di un’applicazione ad hoc, garanzia di attenzione al consumatore e rapidità. Rimane da vedere quale sarà la risposta del pubblico, e quale quella delle potenziali insegne: ma un piccolo pezzo della ristorazione del futuro, passa da qui.  

 

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