Dopo il calo dei consumi nel 2020 a causa della pandemia e della conseguente perdita di vendite nei settori Ho.Re.Ca. e Vending & OCS, l’industria del caffè ha ripreso a crescere nel corso del 2021 e in misura più decisa nel 2022, con un buon recupero rispetto ai valori pre-pandemia. Nel 2023, tuttavia, a causa soprattutto della pressione inflazionistica, il mercato ha subito un calo dei volumi riguardo ai consumi, alla produzione e all’import. Il 2024 segna invece una leggera ripresa per l’import, l’export e i consumi con un ulteriore consolidamento del giro d’affari del settore.
In Italia, nel settore della torrefazione del caffè, operano circa un migliaio di aziende, sparse su tutte le regioni della penisola, con una occupazione diretta stimata intorno ai 7.000 addetti e un giro d’affari dell’industria nel 2024 intorno ai 5,7 miliardi di €, di cui circa 2,6 miliardi derivanti dalle vendite all’esportazione e 3,1 miliardi dalle vendite sul mercato interno. Va inoltre rilevato che l’Italia si conferma:
- il terzo Paese più grande al mondo per l’importazione di caffè verde (dopo USA e Germania);
- il secondo Paese nella UE (dopo la Germania) per i volumi di export di caffè;
- il primo produttore di caffè tostato in Europa (superando, anche se di poco, la Germania);
- il terzo Paese in Europa (dopo Germania e Francia) per il consumo totale di caffè.
Le Importazioni
L’industria italiana del caffè lavora il caffè verde importato dai vari Paesi produttori dell’America Latina, Africa e Sud-Est asiatico. Nel 2022, le importazioni di caffè avevano superato la soglia record di 724 milioni di kg. Tuttavia, nel 2023, le importazioni hanno subito un calo del 4,4% portandosi a 692,5 milioni di kg, in connessione con la caduta dei consumi fisici di caffè derivanti dalla forte pressione inflazionistica. Per il 2024 le importazioni di caffè hanno ripreso a crescere dell’1,6% portandosi a 703,5 milioni di kg. A valore, le importazioni di caffè in Italia sono stimate per il 2024 in ca. 2,6 miliardi di €. Con riferimento specifico al solo caffè verde (escluso il decaffeinato) il prezzo medio di acquisto delle importazioni italiane per il 2024 è stimabile intorno ai 3,90 €/kg.
Le importazioni di caffè comprendono per il 93% il caffè verde importato dai vari Paesi produttori, che rappresenta il volume disponibile per la trasformazione nel nostro Paese. Il resto delle importazioni riguarda caffè tostato, per lo più solubile e macinato in capsule, proveniente soprattutto dagli stabilimenti esteri del gruppo Nestlé-Nespresso, e in misura minore, preparazioni varie a base di caffè. L’80% delle nostre importazioni di caffè verde proviene da soli quattro Paesi produttori: Brasile (37%), Vietnam (20%), Uganda (14%), India (9%).

Le Esportazioni
Il caffè verde importato dall’industria italiana viene trasformato in caffè tostato che in parte va ad alimentare i consumi interni e in parte viene esportato. Secondo i dati del Comitato Italiano Caffè), nel 2023 il volume delle esportazioni italiane di caffè era diminuito a causa della difficile congiuntura internazionale. I volumi esportati nel 2023 erano stati pari a 365 Mni kg di caffè verde equivalente, con una diminuzione del 2,2% rispetto al 2022. Nel 2024 i volumi dell’export hanno ripreso a crescere portandosi a 370,6 Mni di kg di caffè verde equivalente (+1,5% rispetto all’anno precedente). per un valore complessivo di ca 2,6 miliardi € . Analizzando la serie storica dei dati dell’export di caffè, si può scoprire che negli ultimi 13 anni il volume delle esportazioni di caffè italiano si è più che raddoppiato; l’export, in effetti, rappresenta il vero volano di crescita dell’industria italiana del caffè, dal momento che il volume dei consumi interni appare stagnante.
L’export del caffè italiano è rappresentato per oltre il 90% da caffè tostato (normale e – più marginalmente – decaffeinato), mentre la parte residua comprende caffè solubile, alcune riesportazioni di caffè verde e alcuni preparati vari a base di caffè. Le nostre esportazioni di caffè torrefatto sono destinate prevalentemente ad alimentare la crescita della domanda internazionale di caffè espresso all’italiana. Gli sbocchi più importanti sono i Paesi dell’Europa Occidentale (che assorbono oltre il 60%), soprattutto Francia, Germania, Polonia, Slovenia, Austria, Svizzera. Tra i Paesi extra UE si pongono con quote significative: Regno Unito, USA, Australia e Canada.
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I Consumi Apparenti
Nel 2020, anno della pandemia, i “consumi apparenti” di caffè in Italia (importazioni – esportazioni) erano calati a 301 milioni di kg di caffè verde equivalente. Negli anni successivi, si è avviata una ripresa e a fine 2022 i consumi apparenti si sono portati a 351 milioni di kg (sempre in termini di caffè verde equivalente), superando addirittura i dati pre-Covid. Nel 2023, le forti pressioni inflazionistiche hanno penalizzato i volumi anche del settore caffè, con consumi apparenti in calo a 327 milioni di kg (-6,85%). Nel 2024 i consumi apparenti hanno ripreso lentamente a crescere, portandosi a 332,9 Mni kg in termini di caffè verde equivalente, con un consumo pro-capite che si è ora portato a 5,6 kg annui. I nostri consumi pro-capite sono in linea con i pro-capite medi dell’Europa (5,7 kg), dove spiccano gli altissimi consumi pro-capite di Finlandia (10,5 kg), Svezia (9 kg) e Danimarca (7,4 kg)
Bisogna ricordare che i consumi apparenti non tengono conto dei movimenti delle scorte e quindi vanno valutati su una base temporale pluriennale, in modo da ammortizzare l’effetto variabile degli stock.
Pro capite in Europa. Le statistiche fornite dal Comitato Italiano Caffè sono espresse anche per i consumi in termini di caffè verde equivalente. Tuttavia, sarebbe più corretto per i consumi far riferimento ai volumi in termini di caffè tostato. Poiché il passaggio da “caffè verde” a “caffè tostato” comporta una perdita di peso intorno al 20%, i consumi apparenti per l’esercizio 2024 possono essere stimati intorno ai 266,3 Mni kgdi caffè torrefatto. Va anche specificato che i consumi interni di caffè sono costituiti, per una piccola ma significativa parte, dall’impiego del caffè nella preparazione di altri prodotti a base di caffè (prodotti di pasticceria e gelateria, creme, yogurt e dessert vari, energy drink, bibite al caffè, estratti, essenze e concentrati), mentre per la gran parte sono rappresentati dall’impiego di caffè torrefatto destinato alla preparazione dell’omonima bevanda calda e altre bevande calde a base di caffè.
Le Vendite sui Vari Canali
Sul mercato italiano, il totale delle vendite di caffè torrefatto da trasformare in bevande calde può essere stimato per il 2024 intorno ai 228 milioni di kg, consolidando il dato del 2023. Il distacco rispetto ai consumi pre-Covid, che in buona parte è stato recuperato negli anni successivi, si è ora portato intorno al 7,5%. I consumi domestici, alimentati dai vari canali del retail tradizionale, dei negozi di caffè e dell’e-commerce, rappresentano il 70% dei consumi a quantità, mentre i consumi fuori casa, alimentati dalle vendite nell’Ho.Re.Ca., nel vending e nell’OCS, rappresentano il 30% a quantità.

A valore, il distacco fra i due settori si riduce dal momento che nel fuori casa si opera con prezzi mediamente più elevati rispetto al dettaglio. I canali che stentano a tenere i volumi sono quelli della distribuzione moderna (iper+super + LSP + discount) anche perché premuti dalla competizione del dettaglio specializzato (negozi e boutique caffè) e dell’e-commerce (in continua crescita). Tuttavia, grazie all’aumento dei prezzi, anche in questi canali crescono le vendite a valore. Il giro d’affari complessivo dei produttori sul mercato interno può essere ora stimato intorno ai 3,1 miliardi di euro.
Fonte: Annuario COFFITALIA di Beverfood.com
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