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Uno di loro sognava di diventare rugbista. Un altro, di sfondare come pittore. Sono invece (per fortuna) diventati fenomeni dei fornelli di mezzo mondo, e si sono raccontati nelle loro vesti meno conosciute per un progetto internazionale dal respiro tagliente: “15 chef fuori posto” di Marco Bonaldo e Alessandro Maria Ferreri coinvolge infatti quindici stelle della cucina mondiale, mettendone in luce quotidianità, passioni e qualche segreto.

A Palazzo Parigi in Milano è stato presentato un giro del mondo a tratti improbabile, sostenuto dal colosso Mondadori e grazie al quale chef e autori si sono ritrovati a montare cucine nella giungla thailandese, cercare frutto della passione in Texas, realizzare shooting fotografici in palestre zeppe di modelli. Più di un anno di lavoro al quale Bonaldo e Ferreri si sono dedicati dopo la scintilla nata a New York, dopo una cena stellata che si è conclusa con una domanda allo chef: “Lei, quando la fidanzata rimane per la notte, cosa le prepara per colazione?”. Taglio lifestyle che racconta e non insegna, finalmente discostatosi dalle raccolta di ricette di cui ormai gli scaffali traboccano senza troppo valore; e soprattutto parte di un ben più ampio progetto, “When food meets fashion” ideato da Ferreri, ex ingegnere ONU trapiantato ai piani più alti della moda.

Marco Bonaldo e Alessandro Maria Ferreri

Come racconta Bonaldo, guru dell’imprenditoria del food con la sua Galateo and Friends con cui promuove l’olio extravergine d’oliva nel mondo: “Abbiamo realizzato una cernita di chef con i quali abbiamo un rapporto d’amicizia vero. È stata una scelta di pancia, pur improntata a una territorialità particolare, abbiamo voluto coprire ogni angolo del pianeta”. Un panificatore, un culturista, un personaggio di un manga: situazioni in cui gli chef stellati di ogni paese si trovano a proprio (dis)agio, raccontando storie personali, idee e aneddoti, e lasciano come regalo agli autori una ricetta che sposi i loro ricordi. Luoghi cari e persone di rilievo, con un filone d’amicizia che in maniera invisibile collega ciascuno dei protagonisti: “Nessuno dei cuochi coinvolti ha chiesto di sapere chi fossero gli altri partecipanti. Ed è una rarità incredibile in questo ambiente”.

Il buono e il bello che si incontrano, come spiega Ferreri, che per l’occasione ha coinvolto a curare style e fotografia Laurence Delannoy Botta, precedentemente co/direttrice della rivista Côté Sud ed oggi esperta di stile, e Pierrick Verny, fotografo di magazine internazionali di moda e design. Unendosi peraltro al sostenibile: date le faticosissime preparazioni e la logistica spesso non agevole, l’intero progetto ha visto coinvolte numerose associazioni benefiche che hanno raccolto e ridistribuito il cibo in eccesso, per evitare qualsiasi tipo di spreco. La copertina e la carta su cui è stampato il libro hanno inoltre origine riciclata, utilizzano colla biologica e hanno il minimo impatto ambientale. Elio Sironi, chef del Ceresio 7 di Milano ospite della presentazione: “Siamo portatori sani di sorriso. E in un momento storico in cui la sensibilità viene meno a causa della tecnologia, amicizia e solidarietà sono i valori a cui dobbiamo guardare con più attenzione”.

Elio Sironi in uno degli scatti del libro

 

 

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