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Nel 2014 illycaffè ha realizzato un fatturato consolidato di 391 milioni (+4,5%), un Ebitda di 62 milioni (+15%) e un utile netto di 12 milioni dai 7,8 dell’esercizio precedente. Il mercato italiano continua a perdere consumi: -2,2% a volume e -3,4% a valore con il 49% dei volumi venduti in promozione. Secondo Iri, il modern trade Illy ha una quota a valore del 4,2% nel totale caffè (stabile) e del 12,6% nel macinato espresso, in cui si conferma secondo player dopo Lavazza.

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Il gruppo triestino si trova ora in un momento cruciale della sua crescita e ha deciso di studiare una riorganizzazione con l’obiettivo di assicurarsi una crescita sostenibile anche per i prossimi anni. In questo compito la società si avvarrà della collaborazione della società di consulenza Roland Berger. Con riferimento alle voci di possibili acquisizioni e/o fusioni con altri grandi competitor sullo scacchiere internazionale, l’AD Andrea Illy ha smentito a il Sole 24 Ore le voci che erano circolate in questi giorni su possibili operazioni societarie che vedrebbero il coinvolgimento del gruppo illy. L’imprenditore triestino spiega che «nel mass market la dimensione è un fattore di competizione molto importante. Noi però siamo nel prodotto di qualità e la nostra strategia rimane valida per i prossimi 5 o 10 anni».

Essere nella nicchia dorata del caffè di alta qualità (che garantisce al gruppo giuliano un Ebitda del 16%) è un elemento di sostenibilità; un altro sta nel fatto che «i produttori mass market sono molto presenti nella grande distribuzione, noi ci siamo e ci restiamo ma con prudenza: preferiamo l’Horeca (hotel, ristoranti e bar ndr)». Oltre alla necessità di individuare su quali mercati, aree di business e linee di prodotto puntare di più, l’idea della riorganizzazione, aggiunge Illy, nasce anche dal fatto che il mondo del caffè è in fermento, sono in corso grandi cambiamenti tecnologici «e poi c’è il mercato delle capsule da affrontare perché sta andando a fare concorrenza al business tradizionale del caffè, che tende a consolidarsi. Ci sono predatori che cercano valore, ma ci sono aziende che hanno le caratteristiche delle prede e altre che possono rimanere indipendenti».

 

+info: emanuelescarci.blog.ilsole24ore.com/2015/06/23/illy-la-nostra-strategia-ci-permette-di-rimanere-indipendenti/

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