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È la bevanda più diffusa (dopo l’acqua). In ogni  momento della giornata, in ogni angolo del pianeta, ogni giorno, si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè. Ma, probabilmente, quel che stiamo per rivelarti non lo sapevi.

La “tigratura”

Gli estimatori riconoscono a vista d’occhio la qualità del caffè in una tazzina dalla sua crema. L’aspetto di una crema perfetta deriva dalle minuscole bollicine di gas, che contengono al loro interno frammenti minuscoli di cellule galleggianti che producono un effetto ottico detto “tigratura”. Ogni errore di macinatura, temperatura, percolazione o livello di estrazione è immediatamente riconoscibile, infatti, dal colore, dalla consistenza e dalla persistenza dello strato di schiuma.

Caffè: la bevanda del “Diavolo”

Al suo apparire in Italia il caffè trovò molti osteggiatori. La Chiesa combatté soprattutto l’uso di andare alle “botteghe del caffè” perché vissute come luogo di perdizione. Si tentò di proibire l’abitudine, ma l’allora Pontefice Clemente VII volle provare la “Bevanda del Diavolo” prima di condannarla. La apprezzò al punto che, da “bevanda del peccato”, venne “ribattezzata” come bevanda cristiana preferita dal Papa.

 

 

Caffè “sospeso”

A Napoli c’era in passato l’usanza del “caffè sospeso”. Chi era meno abbiente poteva trovare al bar un caffè in omaggio pagato da un’altra persona, che lo lasciava appunto in sospeso per chi volesse consumarlo. In disuso da qualche anno, questa usanza, a Napoli ma non solo, è stata rilanciata con successo negli ultimi anni in molte città, proseguendo e ampliando quest’opera di solidarietà.

Caffè sotto il segno dell’amicizia

Il caffè alla valdostana è segno di amicizia, di solidarietà, di alleanza. Esso, infatti, viene bevuto in compagnia per mezzo della ‘coppa dell’amicizia’, cioè la classica grolla, un recipiente in legno a più beccucci da dove fuoriesce il caffè caldo e alcolico, preparato con grappa, liquore aromatizzante, zucchero e scorza di limone, diventata un oggetto simbolico, che si tramanda di padre in figlio, prodotte con legni pregiati e decorati in modo elaborato.

Caffè, fonte d’ispirazione per gli artisti

Il caffè nei secoli è stato spesso musa ispiratrice per gli artisti. Sono numerose le opere “al sapor di caffè” realizzati da pittori, musicisti, compositori e cantanti: da Bach a Renoir, da Van Gogh a Goldoni, da Eduardo De Filippo e De Andrè, solo per citarne alcuni.

Ad esempio, poco nota ai più, la “Kaffeekantate” di Johann Sebastian Bach (“Schweigt stille, plaudert nicht” BWV 211), cantata profana di Johann Sebastian Bach composta tra il 1732 e il 1734 per essere eseguita al caffè Zimmermann di Lipsia con libretto scritto da Picander: narra la vicenda di un padre che rimprovera la figlia di essere troppo dedita al vizio di bere caffè ammonendola che, se non smetterà di berlo, non le permetterà di sposarsi. La fanciulla sembra ubbidire all’ordine paterno, ma nel contratto di matrimonio pone la clausola che, dopo essersi sposata, potrà bere tutto il caffè che vuole.

Un esempio notissimo invece è rappresentato dalla commedia di Carlo Goldoni “La bottega del caffè”, scritta nel 1750, che illustra le vicende del caffettiere Ridolfo, del giovane mercante di stoffe Eugenio, del gentiluomo napoletano don Marzio, del finto nobile Flaminio, in una girandola di personaggi ambientata nella Venezia del Carnevale.

Dove si trova la caffeina

La caffeina si trova in molte delle più comuni bevande consumate in tutto il mondo. Ecco il contenuto medio in caffeina:

 

Fonte: www.caffebenessere.it

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