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Divinity: la mixology d’autore decolla dal rooftop


Divinity Bar Terrace - foto Matteo Barro - copyright Marriott Internetional

Sboccia la primavera sui tetti di Roma tra cocktail d’autore e cucina gourmet. Questo il filo conduttore di Mixtio, un calendario di eventi nel segno della mixology che accompagna le serate al Divinity, l’affascinante rooftop del The Pantheon Iconic Rome Hotel, adagiato fra alcuni dei monumenti più celebri della Capitale, quali il Pantheon e uno dei capolavori del barocco, Sant’Ivo alla Sapienza, gioiello del Borromini. Ogni appuntamento è caratterizzato da una drink list composta da tre signature cocktail in pairing a sfiziose tapas, con sottofondo musiche selezionate dal vivo da un deejay.

Divinity Restaurant Interior – foto Matteo Barro – copyright Marriott Internetional

Ad aprire la rassegna, una serata con protagonista Elephant Gin rappresentato da un ambasciatore d’eccezione, l’Europe Brand Manager Igor Pazienza. Un format che ha già suscitato l’interesse del pubblico romano e internazionale che ha eletto il Divinity da tempo quale una delle terrazze più cool di Roma.

Igor Pazienza – Europe Brand Manager di Elephant Gin

Un grandissimo piacere essere qui – spiega Pazienzauna bella sfida soddisfare un pubblico così esigente e che spero di ripetere in futuro. La mia idea di cocktail list si sviluppa sempre a partire da una bollicina, quindi per l’occasione ho iniziato con un twist su di un grande classico quale il French75. L’ho rinominato African 75, ovvero Elephant London Dry Gin, cordiale al buchu, menta e prosecco. Studiato appositamente lavorando sui piatti suggeriti dello chef, in questo caso una tartare di tonno. Un drink fresco, pulito al palato, che si dipana su una tintura di bucco per un cordiale con acido malico che riprende la mela, una delle botaniche caratteristiche dell’Elephant Gin e uno sciroppo di zucchero a bilanciare il tutto. La chiave di tutto è il gin. Il segreto del successo di questo distillato si fonda sulla sua semplicità, che va dal gustarlo in un gin tonic, a casa oppure sempre in miscelazione, in un locale in compagnia degli amici. Naturalmente se vogliamo collegarlo ai ricordi bisogna andare più in profondità per ogni singola etichetta. Nel nostro caso, come Elephant proviamo a esser un gin che esalta la speziatura sul finale e la parte floreale nel nel retro palato. Un altro elemento riguarda il nostro background, gli italiani sono abituati a bere amaricante, noi nasciamo con il Negroni, il Milano Torino, l’Americano. Anche questo abbinamento gin e tonic, il chinino della tonica non può che ricordare la nostra tradizione. Per quanto riguarda il mercato, non lo ritengo maturo, perché il gin ha mille sfaccettature, può combinarsi in maniera infinita. Piuttosto direi che andiamo nella direzione del km 0. Magari è saturo a livello di brand internazionali ma a livello local assolutamente no perché per esempio a Roma avremo sempre il turista internazionale che avrà voglia di provare una botanica un flavour di questo territorio. Quindi ben vengano nuove etichette”.

Ma il Divinity è anche un autentico Food Lab dove la ricerca incontra l’estro creativo, il cibo diventa arte e l’innovazione culinaria è all’ordine del giorno, con una proposta culinaria, pensata per soddisfare ogni esigenza. Come evidenzia lo chef Luca Decembrino: Il nostro percorso si pone sul piano di una contaminazione che segue la circolarità della cucina romana. Le influenze provenienti dalle tradizioni internazionali si sublimano nell’espressione di una terrazza che offre ai nostri ospiti una ristorazione d’eccellenza con la mixology che tende ad esaltare ogni singolo ingrediente nella sua migliore espressione in un’esperienza di livello. Da noi si può venire per mangiare piatti della tradizione rivisitati secondo il nostro tocco. Penso ad esempio ad uno dei cavalli di battaglia, l’amatriciana gold, reinterpretata con un datterino giallo e un blend di pepi, che ci permette di dare unicità e personalità ad un grande classico. Oppure anche la mozzarella di bufala che viene rigenerata a 38° per ricreare il momento in cui nasce. La riportiamo alla temperatura della formatura e mozzatura per renderla con una texture molto più morbida e lattica. E creare una contrapposizione dall’Oriente, servendola conun kimchi di lattuga romana, rivivendo la nostra romanità in maniera differente, mettendo in contrapposizione le due tradizioni. Sono pienamente d’accordo che la mixology possa esaltare i piatti, trovo influenze food nei drink e viceversa. Credo che sia una cosa molto positiva. Si trova sempre uno spunto per crescere e lavorare soltanto mettendosi in discussione e lavorando con un prodottto in veste inedita. La cucina romana sta iniziando a dare importanza non solo alla materia prima in sé”.  Nella nuova carta menù spiccano gli spaghetti in bianco, bottarga e finger lime, la burrata in condivisione, bacche di goji e capperi, la battuta di gamberi rossi alla nizzarda; e ancora il wok di seppioline con verdure, salsa cocco e spezie oppure le costine di agnello panate, carote e agretti. Con l’arrivo della primavera grande ritorno anche della “spezial” pizza: una pizza napoletana, ma con una leggera croccantezza che rimanda alla pinza romana, una fusione tra Napoli e Roma che mixa sapori tradizionali con una selezione di spezie suadenti e ben calibrate per un tocco orientale.

Luca Decembrino – ph credit Alberto Blasetti

Sulla mixology al Divinity è intervenuto il bar manager, Matteo Fatica: “Qui applichiamo dei twist on classic nei nostri signature. La nostra drink list si chiama Orbis, una circolarità che rievoca il Panatheon. Tutti i cocktail, a partire dai nomi richiamano la romanità con liquori premium e spezie locali. La clientela che ci frequenta è molto internazionale, con prevalenza di americani che chiedono Martini Cocktail e Old Fashioned, anche se per il 70% vendiamo i nostri signature.  Questo ci rende molto orgogliosi del nostro lavoro altrimenti avremmo soltanto i classici cocktail da hotel. In Italia stiamo andando verso il low alcohol, importando una moda esplosa nei paesi anglosassoni cinque o sei anni fa, anche da noi spuntano molte realtà di distillati analcolici. Rimanendo dalle nostre parti direi che oltre al gin anche il segmento dell’agave con tequila e mezcal si sta affermando, parimente agli spirits dall’Oriente. Il Divinity propone infatti una selezione ricercata di whisky e sakè dal Giappone, questi ultimi molto interessanti non solo in miscelazione ma anche in purezza. Sebbene questa modalità da noi occupi ormai una parte residuale nelle scelte degli ospiti. Per quanto riguarda le anticipazioni sull’estate, posso spoilerare riguardo la predominanza di frutta di stagione e spezie nella prossima drink list che accoglierà anche due mocktail. Ma soprattutto tanti cocktail sparkling. Questa è una moda emergente, le bollicine in miscelazione stanno avendo successo. Ritengo che non si torni indietro. Ormai piatti e cocktail rappresentano un bel gioco di sinergia. Tutti vogliono bere, un po’meno in quantità ma senza rinunciare alla qualità. Ci chiedono nel bicchiere quei sentori e aromi che possono riscontrare nelle portate”.

Matteo Fatica – ph credit Alberto Blasetti

Nel corso della serata è stato proposto poi un Baobab Gimlet che come sottolinea Pazienza: “ha combinato l’Elephant Strenght, un gin con una gradazione alcolica più alta con una botanica che io amo tantissimo, il baobab in polvere accoppiata ad una tartare di manzo”.

Elephant Gin Orange Cocoa

Terzo cockatil nel segno dell’ italianità, un twist sul Negroni, il Cocoa Negroni dove l’Elephant Orange Cocoa è stato sapientemente miscelato a un vermouth dry bitter per esaltare un romanissimo raviolo con coda alla vaccinara.

Cocoa Negroni

Tra i prossimi appuntamenti in calendario nella rassegna Mixtio, il 18 aprile serata con Pernod Ricard, il 2 maggio, Casa Tobago Milano con Alberto Corvi (Nordès Gin – Osborne Group) e il 16 maggio – Coca Cola HBC Spirits con Federico Tommaselli.

+info: www.thepantheonhotel.com/divinity-ristorante/

 

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