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Mondo del vino piemontese in lutto con la scomparsa di Italo Stupino, patron del Castello di Neive, che se n’è andato il 10 maggio scorso dopo aver compiuto da poco 87 anni. Per tutti “l’ingegnere”, ha dato un grande impulso per la valorizzazione dei grandi vini rossi di Langa a base di Nebbiolo, in particolare al Barbaresco che proprio nel comune di Neive vede uno dei suoi territori d’elezione. Tante le manifestazioni di cordoglio, come quella del presidente dell’Associazione Italiana Sommelier Piemonte Mauro Carosso, di cui riportiamo un estratto.

Non è facile tracciare un ricordo del caro Italo, personaggio importante nel mondo del vino piemontese e in particolare del Barbaresco. La sua simpatia, intelligenza e disponibilità hanno caratterizzato la sua passione per il vino e per il territorio. Con pazienza e determinazione ha portato i vini del Castello di Neive, proprietà di famiglia fin dagli anni 60 a eccellenti livelli qualitativi. Determinato nella ricerca della qualità attraverso la ricerca e lo studio, orgoglioso della collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino per il miglioramento di ogni ambito agronomico ed enologico.

Nel cuore di Italo, il vigneto Santo Stefano aveva un posto privilegiato, perla assoluta non solo tra le proprietà del Castello ma per tutta la denominazione, vigna che ha segnato il passo del Barbaresco regalando agli appassionati vini di alto profilo. In ogni parte del mondo con passione e invidiabile tempra l’ingegnere ha raccontato i fasti del Barbaresco, grazie anche a un gruppo di fedeli collaboratori coordinati da Claudio Roggero. Passeggiando adesso nelle vigne del cielo se incontri Santo Stefano, quello vero, offrigli un calice di Barbaresco!”.

Un ricordo anche da parte della società Sagna, a cui Italo Stupino aveva affidato la distribuzione dei suoi vini del Castello di Neive, di cui sino all’ultimo si era interessato. “Ci stringiamo a tutta la famiglia Stupino, ci ha lasciato un uomo pieno di vitalità, sempre presente e attento ai dettagli. Un viaggiatore instancabile, colmo di pensieri e stimoli che guardavano al futuro. All’innovazione. Un eterno giovane nello spirito. Italo era dotato di un talento immenso: la capacità di coinvolgere. Di unire tutti attorno a sé, la sua forza aggregante, assieme alla sua gentilezza, ci mancheranno moltissimo”.

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