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A livello industriale la produzione mondiale di birra fa capo ad alcune centinaia tra grandi e medie società birrarie, cui si affianca una realtà palpitante di piccoli produttori (microbirrifici e brewpub) il cui numero è enormemente cresciuto; oggi rappresentano un universo di decine di migliaia di unità.

 

 

A livello industriale la produzione birraria è tuttavia dominata da poche grandi multinazionali. Secondo le rilevazioni dell’ultimo Barth Hops Report i primi 5 gruppi produttori (AB InBev, Heineken, Carlsberg, Snow e Molson Coors) assorbono il 54,5% del totale produzione mondiale, i primi 10 (oltre ai primi 5 già indicati, Tsingtao, Asahi, BGI/Groupe Castel, Efes e Yanjing) assorbono il 68% del totale, mentre le prime 40 aziende censite da Barth Hops Report, assorbono quasi il 90% della produzione mondiale industriale.

AB InBev mantiene la leadership produttiva con una produzione di 467 milioni di hl, con una quota del 25,7% e un giro d’affari di ca. 52 miliardi di €. Opera a livello globale con portafoglio diversificato di oltre 500 marchi di birra comprendenti: i marchi globali Budweiser, Corona e Stella Artois; i marchi multinazionali Beck’s, Hoegaarden, Leffe e Michelob e i numerosi marchi locali, leader nei rispettivi Paesi di produzione.  AB InBev ha sede in Belgio, ma in realtà esso rappresenta un articolato agglomerato di birrerie e società sparsi su tutti i continenti, con punte produttive particolarmente elevate nel continente americano. Di recente AB InBev ha lasciato l’Australia e ha venduto al gruppo giapponese Asahi la società Carlton & United Breweries (CUB), che aveva conquistato a suo tempo attraverso l’acquisizione di SABMiller. AB InBev ha inoltre acquisito una partecipazione di maggioranza nell’American Craft Beer Alliance (CBA). AB  InBev è tra i primi competitori anche in Italia,  dove opera attraverso la  controllata commerciale AB InBev Italia.

Al secondo posto si conferma il gruppo Heineken con 222 milioni di hl, una quota del 12.2% e un giro d’affari di 24 miliardi di €. È il principale sviluppatore e distributore di marchi premium di birra e sidro. Guidato dal marchio Heineken, il Gruppo ha un portafoglio di oltre 300 birre e sidri internazionali, regionali, locali e speciali. Nel corso del 2021 il gruppo olandese ha acquisto il controllo di Namibia Breweries, in Sud Africa e quello di United Breweries Limited (UBL) in India,  rafforzando in tal modo la propria quota nei rispettivi Paesi. Heineken è leader anche sul mercato italiano dove pera con diversi birrifici e numerosi marchi internazionali (Heineken, Amstel, Affligem, Desperados,  …) e importanti marchi nazionali (Birra Moretti, Dreher, Ichnusa, Messina, …)

 

Il gruppo Carlsberg, con 110 milioni di hl di produzione e una quota del 6,1%, ha sorpassato il gruppo cinese C.R Snow, portandosi al terzo posto nella classifica mondiale. Nel corso del 2020 Carlsberg ha acquisito sia Wernesgrüner (DE) da Bitburger Group, che Marston’s (UK). Nel 2020 la multinazionale danese ha fatturato 59 miliardi di corone danesi (ca. 8 miliardi di euro). La società è presente anche sul mercato italiano  con il birrificio di Induno Olona (VA) dove produce su licenza i marchi Carlsberg, Tuborg, Kronenbourg 1664 e le birre nazionali del Birrificio Angelo Poretti. Inoltre commercializza alcuni marchi internazionali (Grimbergen, Brooklyn, Tucher) .

Con 107 milioni di hl di produzione ed una quota mondiale del 5,9% il gruppo cinese China Res. Snow Breweries, più noto per la birra Snow (la birra più venduta al mondo), è il quarto più grande produttore birraio al mondo e il primo gruppo in Cina, seguito da Tsingtao (sesta posizione nella classifica mondiale con il 4,4% di quota) e la Yanjing (decima posizione con quota del 2%). Le birre di Tsingtao sono le birre più esportate dalla Cina e sono presenti anche nei canali della ristorazione etnica sul mercato italiano. Al quinto posto nella classifica mondiale si consolida il gruppo canadese-americano Molson Coors con una produzione di 85 milioni di hl ed una quota del 4,6%. Il Gruppo è operativo anche in alcuni Paesi Europei; come Gran Bretagna (dove è leader con Carling), e Rep. Ceca con  Staropramen. Il Gruppo è sbarcato anche in Italia dove ha acquisito il birrificio romano Birradamare.

Al settimo posto nella classifica mondiale si colloca Asahi, il più grande Gruppo birrario giapponese con una produzione di 56 milioni di hl ed una quota del 3,1%. Asahi è ben presente anche sul continente europeo dove controlla Peroni in Italia, Grolsch in Olanda e Pilsner Urquell in Repubblica Ceca. Con la recente acquisizione di Carlton & United Breweries ha conquistato la leadership anche in Australia. Gli altri grandi gruppi produttori giapponesi sono nell’ordine: Kirin, Suntory e Sapporo. All’ottavo posto, con una produzione di 37 milioni di hl e una quota del 2%, si pone il gruppo francese BGI/Groupe Castel, leader nella produzione di vini in Francia ma molto attivo anche nel settore della birra con la BGI, che esprime i maggiori volumi produttivi di birra sui mercati dell’Africa francofona. Al 10° posto si colloca il gruppo turco Efes, molto forte in Turchia, sui Paesi dell’Europa Balcanica e in Russia.

 

 

Vanno infine segnalati altri grandi gruppi birrari europei. che esprimono posizioni di leadership a livello nazionale:

  • Guinness Diageo in Irlanda,
  • Mahou San Miguel, Damm ed Estrella Galicia in Spagna,
  • Royal Unibrew Ceres in Danimarca,
  • Swinkels Family Brewers in Olanda,
  • Radeberger, Oettinger, Krombacher, Bitburger, Paulaner e Warsteiner in Germania,
  • Obolon in Ucraina

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