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“Come vincere alle Olimpiadi”. Il nuovo (che tanto nuovo non è) iridato dei fornelli Michelin è Enrico Bartolini con il suo Bartolini al MUDEC di Milano, incoronato dalla 65esima edizione della guida Michelin, rivelata a Piacenza. Con lui si confermano il marchigiano Uliassi (tristellato dello scorso anno) e i nomi storici della cucina italiana: Piazza Duomo ad Alba (CN), Da Vittorio a Brusaporto (BG), St. Hubertus, a San Cassiano (BZ), Le Calandre a Rubano (PD), Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (AQ).

FENOMENO – Quarant’anni appena scoccati, Bartolini si impone ancora come fenomeno culinario, manageriale e mediatico: suo anche il GLAM di Venezia, affidato allo chef Donato Ascani, premiato con le due stelle che vanno a completare il totale di nove del palmares del cuoco toscano. “Per la sua varietà, che armonizza tradizioni regionali e creatività, per la ricchezza dei suoi prodotti e l’eccellenza dei suoi chef, l’Italia brilla al centro del panorama gastronomico globale. 33 nuovi ristoranti stellati si affacciano sulla scena culinaria offrendo la propria, personale testimonianza delle infinite varianti della cucina del Bel Paese. Su tutti, brilla il nuovo ristorante tre stelle Enrico Bartolini al Mudec, in cui la personalità dello chef spicca per ricerca e sperimentazione, armonizzandosi perfettamente con la dinamicità di Milano e regalando un tocco da artista al ricco patrimonio gastronomico italiano”.

PANORAMA – Bartolini rimane l’unico nella storia dei ristoranti italiani ad aver conquistato quattro stelle in una sola edizione Michelin, quando nel 2016 ne conquistò due al MUDEC, una al Casual Ristorante di Bergamo e una a L’Andana di Castiglione della Pescaia. È lui quindi a capeggiare il panorama del firmamento del belpaese, come al solito infarcito di grandi numeri: 328 ristoranti con una stella (30 novità), 35 ristoranti con due stelle (2 novità), 11 ristoranti  con tre stelle (1 novità). Per un totale di 374 ristoranti stellati. GLAM è una delle due novità tra i 35 ristoranti che “meritano una deviazione”, e quindi le due stelle Michelin, insieme a La Madernassa, a Guarene in provincia di Cuneo. Trenta invece le new entry tra le monostelle, con un boom tra Lombardia, Campania e Toscana, alle quali sono state assegnate più del 50% delle nuove stelle. Tra le province, Napoli è sempre in vetta con 26 ristoranti, Roma in seconda posizione con 24. Seguono Milano con 20 ristoranti, la cui vitalità in molti campi vede oggi finalmente premiata anche la sua scena gastronomica grazie al nuovo tre stelle. Bolzano con 19, Cuneo a quota 18.

UP AND DOWN – IT e L’Alchimia sono i nuovi volti della ristorazione stellata milanese; lo chef di quest’ultimo, Davide Puleio, si è visto insignire inoltre del premio di Giovane Chef Michelin 2020, by Lavazza. Conferiti anche altri tre premi speciali: Mentor Chef Michelin 2020, by Eberhard assegnato a Gennaro Esposito, Ristorante Torre del Saracino, Vico Equense. Servizio di Sala Michelin 2020, By Coppini a Sara Orlando, Ristorante Locanda di Orta, Orta San Giulio. Passion for Wine Michelin 2020, By Consorzio del Brunello di Montalcino a Rino Billia, Ristorante Le Petit Restaurant, Cogne. Tredici invece le “vittime” della Guida, bersagliate dalla revoca della stella. Spicca il nome di Gianfranco Vissani, con l’omonimo ristorante a Baschi (TR), che ha commentato con un lapidario “Una vergogna italiana”. Declassati anche I due buoi a Alessandria, San Marco a Canelli (AT), Pomiroeu a Seregno (MI), La Locanda del notaio a Pellio Intelvi, Locanda Stella D’oro a Soragna (PR), Poggio Rosso a Castelnuovo Berardenga (SI), Winter garden by Caino a Firenze, Relais blu a Massa Lubrense, Mosaico a Ischia, Vairo del volturno a Vairano Patenora (CE), Caffè Les paillotes a Pescara, Zass a Positano (SA), Terra a Sarentino (BZ).

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