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L’industria italiana del caffè, non potendo disporre di materia prima nazionale, è completamente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento e, tuttavia, essa esprime una realtà industriale di grande rilievo nazionale e internazionale.

 

Fonte/Source: elaborazioni Beverfood.com su dati Comitato Italiano Caffè, considerando 1 sacco/bag = 60 kg
Fonte/Source: elaborazioni Beverfood.com su dati Comitato Italiano Caffè, considerando 1 sacco/bag = 60 kg

 

In Italia, nel settore caffè, operano un migliaio circa di aziende, sparse su tutte le regioni della penisola, con una occupazione diretta stimata intorno ai 7.000 addetti ed un giro d’affari dell’industria 2021 intorno ai 4 miliardi di euro, di cui ca. 1,5 miliardi derivanti dalle vendite all’esportazione. Dopo il calo dei consumi nel 2020, a causa della pandemia e della conseguente perdita di vendite nel settore Horeca e nel settore vending & OCS, l’industria del caffè ha ripreso a crescere nel corso del 2021 con un buon recupero, anche se ancora non completo, rispetto ai valori pre-pandemia. L’Italia resta il terzo più grande Paese al mondo per l’importazione di caffè verde (dopo USA e Germania) e rappresenta il secondo Paese nella UE (dopo Germania) per i volumi di export di caffè torrefatto.

 

 

IMPORTAZIONI

Secondo i dati dell’Unione Italiana Food-Caffè, nel 2020, a causa della crisi pandemica, il volume globale delle importazioni di caffè in Italia è diminuito di oltre il 7 %, portandosi a 10,2 milioni di sacchi (cioè 610 milioni-kg). Nel 2021 le importazioni di caffè hanno ripreso a crescere superando per la prima volta la soglia di 11 milioni di sacchi (ca. 661 milioni Kg) con una crescita di oltre l’8% rispetto all’anno precedente. Le importazioni di caffè comprendono per il 94% (ca. 10,3 milioni di sacchi) il caffè verde importato dai vari Paesi produttori e questo rappresenta il volume disponibile per la trasformazione nel nostro Paese. Il resto delle importazioni riguarda caffè tostato, per lo più solubile e macinato in capsule, proveniente soprattutto dagli stabilimenti svizzeri del gruppo Nestlé-Nespresso. Oltre la metà delle nostre importazioni di caffè verde provengono da due soli paesi produttori: Brasile (principalmente le qualità Arabica) e Vietnam (la qualità Robusta). Va anche sottolineato che in tutto il corso del 2021 si è operato in una situazione di prezzi crescenti del caffè verde sul mercato internazionale. Nei primi mesi del 2022 è proseguita la crescita dei prezzi, ma da marzo 2022 si intravede una inversione di tendenza con i primi cali prezzi sia sul mercato di Londra che sul mercato di New York.

 

 

ESPORTAZIONI

Secondo i dati dell’Unione Italiana Food-Caffè, nel 2020 anche il volume delle esportazioni italiane di caffè è diminuito di ca. il 6%, portandosi a 5,14 milioni di sacchi (cioè 309 milioni-kg). Nel 2021 è ripresa la crescita e i volumi delle esportazioni si sono portati al livello record di 5,8 milioni di sacchi (346,7 milioni kg) con un incremento del 12%. Analizzando la serie storica dei dati dell’export caffè, si può scoprire che negli ultimi 15 anni il volume delle esportazioni di caffè italiano si è triplicato; l’export, in effetti, rappresenta il vero volano di crescita dell’industria italiana del caffè, dal momento che il volume dei consumi interni appare stagnante, se non addirittura in diminuzione. Le nostre esportazioni di caffè torrefatto sono destinate prevalentemente ad alimentare la crescita della domanda internazionale di caffè espresso all’italiana. Gli sbocchi più importanti sono i Paesi dell’Europa Occidentale (che assorbono oltre il 60%), soprattutto Francia, Germania, Austria e Regno Unito. Tra i Paesi extra UE si pongono con quote significative: Svizzera, Usa, Australia, Russia e Canada.

 

 

I CONSUMI APPARENTI

Nel 2020, anno della pandemia, i “consumi apparenti” di caffè in Italia (importazioni – esportazioni,) sono calati a 301 Mio kg di caffè verde equivalente.  Nel 2021 si è avviata una parziale ripresa e i consumi apparenti si sono portati a 314 milioni kg, con un incremento del 5,5% sul 2020, ma ad un livello ancora inferiore al 2019. Contestualmente il consumo pro capite si è ora portato a 5,3 kg annui. I consumi apparenti non tengono conto dei movimenti delle scorte e quindi vanno valutati su una base temporale pluriennale., in modo da ammortizzare l’effetto variazione delle scorte.

 

 

Finora, abbiamo sempre indicato i volumi in termini di “caffè verde equivalente”. Se parliamo però di consumi, dobbiamo far riferimento ai volumi in termini di caffè tostato, Poiché il passaggio da “Caffè Verde” a “Caffè Tostato” comporta un calo peso intorno al 20%, i consumi apparenti per l’esercizio 2021 possono essere stimati intorno ai 261 Mn/kg di caffè. Va anche specificato che i consumi di caffè tostato sono costituiti per una piccola (ma significativa) dai cd i cd “consumi industriali” cioè dall’impiego del caffè nella preparazione di altri prodotti a base di caffè (prodotti di pasticceria e gelateria, creme, yogurt e dessert vari, bibite al caffè, estratti, essenze e concentrati, …). La gran parte è invece rappresentato dai consumi di caffè torrefatto per la preparazione dell’omonima bevanda calda ed altre bevande calde a base di caffè ed in questa accezione i consumi sono stimati nel 2021 intorno ai 226 milioni di kg di caffè tostato, in recupero rispetto ai 219 milioni del 2020, ma ancora al disotto dei 245 milioni di caffè torrefatto del periodo pre pandemia (2019). Per il 2023 si spera in un ulteriore recupero anche se l’aumento dei prezzi, già in atto, potrebbe frenare la domanda.

 

+info: www.beverfood.com

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