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In ambito enogastronomico, ci sono dei sentimenti nei confronti delle nuove aperture che solo i fiorentini (e forse i veneziani e i romani) possono capire. Si tratta della paura che l’ennesimo locale per turisti, privo di anima e ricco di stereotipi italioti abbia aperto in città, rubando il posto all’anima della ristorazione nostrana e soprattutto che l’operazione commerciale sia stata fatta a discapito della qualità.

Quando un paio di settimane fa a Firenze ha inaugurato il primo Student Hotel d’Italia (realtà già affermata in ambito europeo) la mia sensazione iniziale è stata traviata dalla forte attesa creata dai media a proposito, oltre che dai commenti le volte confusi delle istituzioni e dei movimenti di protesta giovanili (quanto mai fini a sé stessi). Ma soprattutto la mia percezione è stata distorta da Instagram.

Già, proprio lui, il più modaiolo dei social network è riuscito a portarmi nella trappola dell’anticonvenzionalismo alla massa a tutti i costi che le volte contraddistingue i giornalisti. Eppure mi sbagliavo, e mi sbagliavo di grosso. Ma facciamo un passo indietro per capire meglio.

The Student Hotel è una affermata realtà di Hotel e non solo di origine olandese, da poco sbarcata nel nostro paese. A Firenze si è aggiudicato una struttura di invidiabile bellezza, con una terrazza da cui si gode una delle viste della città più commuoventi mai rese pubbliche alla cittadinanza. Questa vista panoramica in poco tempo è diventata onnipresente sulle bacheche social dei fiorentini, in quanto ogni cittadino o turista passasse di lì si sentiva in obbligo di condividere la propria emozione davanti a cotanta bellezza sui social. Straordinario, non c’è che dire, eppure (fino alla mia prima visita di ieri) leggermente antipatico. Non tanto perché la vista non fosse mozzafiato, ma perché sembrava la cosa migliore che TSH avesse da offrire. Invece non è così.

Ho passato una serata intera a OOO, la realtà interna a TSH rivolta al mondo del bar e della ristorazione, e se non fosse arrivato l’orario di chiusura sarei probabilmente ancora lì. Il motivo? La qualità è veramente alta e l’offerta è davvero ampia.

Se l’idea di Hotelerie italiana è piuttosto classica e statica, TSH si differenzia fin dall’entrata o per meglio dire dalle entrate. Il pian terreno della struttura infatti è completamente aperto a vetrate sul passaggio pedonale, e invoglia il visitatore occasionale o il semplice passante fin dalla strada. Dal marciapiede già si viene catturati dall’odore dei cornetti e del caffè, primo punto di contatto rivolto ai “local” più che agli ospiti, oppure dalla musica che viene dal negozio di dischi interno che la sera si trasforma in un cocktail bar (e se non è questo il primo speak easy alla luce del sole, non so come definirlo).

Due bar differenti che assorbono clientele differenti o momenti diversi della giornata. Due di quattro in verità, perché internamente si può trovare anche un Coffee Bar in stile Nord Europa unico, con un’attenzione alla qualità veramente importante, sia a livello di caffè (da scoprire la macchina Modbar, la seconda in tutta Italia) sia a livello di Cocktail (con un’attenzione speciale ai prodotti BIO), oltre al già citato bar sul rooftop.

Capitolo cucina: Anche qui l’offerta è talmente varia che si potrebbe fare colazione, pranzo e cena senza sedersi due volte nello stesso locale. Al piano terra si trovano infatti un ristorante Gourmet di rara bellezza, un bistrot con un’offerta varia e accessibile (da provare decisamente per un brunch domenicale) e una terza realtà rivolta al mangiar sano che forse in città mancava in maniera così strutturata. Menzione speciale va ai panificati, creati in loco e sfornati al momento. Non inseguono il mondo delle pizze ma si lanciano nel settore un po’ meno battuto delle focacce gourmet. Ottimo risultato, sia per le basi sia per i topping scelti.

Per quanto riguarda il mondo cocktail, la proposta è studiata per soddisfare ogni esigenza, con dei classici e i loro twist legati al ristorante, dei cocktail originali decisamente futuristici (la mano di Luca Manni e del suo staff è decisamente un plus) nei bar a pian terreno, e un offerta dedicata per la terrazza.

 

Oltre a quanto già detto, al pian terreno potrete trovare musica, parrucchieri, negozi di biciclette, aree di coworking e chi più ne ha più ne metta.

A fine della mia serata a TSH, mentre bevevo un caffè prima di andarmene, un gruppo di ospiti asiatiche si è avvicinato al bar per chiedere un po’ di acqua calda per fare dei noodles. Quello è stato il momento in cui mi sono ricordato di essere in un hotel, pieno di ospiti provenienti da tutte le parti del mondo. Eppure sono uscito con la convinzione che questo posto appartenga ai fiorentini come a tutto il resto del mondo, anzi, che possa essere il laboratorio creativo dove incontrarsi a parlare e scambiarsi idee, magari davanti a un buon cocktail oppure seduti a tavola. E se l’immagine da copertina è il duomo visto dalla terrazza, ben venga, perché oltre a questo The Student Hotel e OOO è davvero molto di più.

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