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È stato un anno di consumi sostanzialmente stabili per l’acqua minerale in Italia il 2018, come certificano dai dati recentemente rilasciati da Mineracqua. Il Paese maggior consumatore di acqua della Ue davanti a Germania, Belgio, Ungheria Spagna e Francia ha registrato un calo della produzione totale, passata a 14.800 milioni di litri (erano 14.900 nel 2017, ma 12.650 del 2016). In generale il settore cresce dal 1980, con uno stop nel 2009-10 e una lieve flessione nel 2013, ed è passato in 37 anni dai 47 ai 222 litri procapite, quasi quintuplicando i consumi.


In lieve calo nel 2018 anche il consumo interno (13.350 milioni di litri contro i 13.450 milioni del 2017) pari a 221 litri pro capite di consumo annuo contro i 222 del 2017. Stabile invece è il giro d’affari dei produttori (3 miliardi di euro) e il saldo con il commercio estero a 500 milioni di euro e 1.450 milioni di litri, con i primi otto gruppi produttivi a coprire una fetta crescente di mercato pari oggi al 74,5%.
Quanto ai consumi, non cambia il mix, con la parte da padrone delle acque lisce naturali (al 69% del mercato) seguite dalle frizzanti (17%) e dalle effervescenti naturali (14%). Le bottiglie di plastica si prendono l’82% del mercati, il vetro il 16% e i boccioni o brik il 2% mentre nei canali di vendita si segnala il lieve calo della Gdo (dal 70 al 69%) a favore del dettaglio  tradizionale e Door to door che passa al 10%, mentre Ho.re.ca, catering e vending sono stabili al 21%.
L’Italia ha 322 fonti di acqua minerale certificate, secondo Paese della Ue (dietro la Germania con 821 e davanti all’Ungheria, che ne ha 214).

L’Europa del resto è un mercato cruciale sia quanto a produzione, oltre a un quarto del totale con 54mila addetti e un fatturato di 12,4 miliardi di euro, sia come consumi pari a 52 miliardi di litri l’anno (fonte Canadean), il 26,2% del totale globale e un consumo pro capite di 109,9 litri (contro i 102 del Nord America, i 33,1 del Medio Oriente, il 31,9 dell’America Latina, il 30,1 dell’Oceania, il 22,8 dell’Africa e il 20,7 dell’Asia).
Gli occhi puntati dei consumatori sono sull’uso della plastica e l’industria ha colto la sfida della sostenibilità. Tanto che i produttori europei riuniti nella European Federation of Bottled Waters (EFBW) si sono impegnati a raggiungere il 90% di raccolta di bottiglie d’acqua in PET e utilizzare almeno il 25% di PET riciclato entro il 2025. “La gestione dei rifiuti di plastica è una sfida seria e riconosciamo l’urgenza di agire. Ecco perché un anno fa siamo stati i primi nel settore del cibo e delle bevande a impegnarsi pubblicamente per sostenere la circolarità del nostro packaging – ha dichiarato il presidente Jean-Pierre Deffis -. Nessuno dei nostri produttori vuole vedere i nostri prodotti come rifiuti nell’ambiente. Le nostre bottiglie in PET sono riciclabili al 100% e quindi una risorsa preziosa, cui siamo determinati a dare una seconda vita”.

 

 

Secondo l’International Bottled Water Association (IBWA) nel 2017 il consumo degli USA nel 2017 è stato di 51,8 miliardi di litri, con un aumento del 7 % sull’anno precedente e un fatturato di 18.556 milioni di dollari.
A livello globale, il mercato dell’acqua in bottiglia è dal 2015 il primo nella categoria delle bevande analcoliche in bottiglia e sta crescendo rapidamente e costantemente dal 1977 (con l’eccezione degli anni 2008 e 2009). Secondo Transparency Market Research, società specializzata in consulenze di mercato, nel 2017 il mercato globale delle acque in bottiglia è stato di 273,3 miliardi di litri in volume, e si prevede che entro il 2024 raggiungerà i 528,2 miliardi di litri.

 

Fonte: host.fieramilano.it/acque-minerali-ue-con-52-miliardi-di-litri-guarda-alla-sostenibilit%C3%A0

 

Scheda e news:
MINERACQUA Federazione Italiana Industrie Acque Minerali Naturali e Acque di Sorgente

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