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20, 37, 50. Non stiamo dando i numeri, ma queste cifre hanno un significato particolare per Contadi Castaldi, la cantina Franciacortina del Gruppo Terra Moretti Vino che ha lanciato una nuova etichetta, il Blànc 2018. Un progetto che nasce da lontano, un lungo percorso di studio e approfondimento: 20, come gli anni di ricerca sul Pinot Bianco, dal 2002 al 2022 per rendere concreta questa nuova cuvée, pulita e lineare, puntando forte su un vitigno che  storicamente in zona è sempre stato meno considerato.

Potendo contare su un patrimonio aziendale importante di Pinot Bianco, abbiamo deciso di puntare sulla valorizzazione di questo uvaggio, un vitigno dal carattere difficile, che va guardato a vista e studiato a fondo, ma che se utilizzato nella giusta misura riesce a dare grandi soddisfazioni. Lo stile della cantina volto alla ricerca della pulizia e della naturalità ci ha fatto virare su un utilizzo più importante del Pinot Bianco, in grado di conferire al vino un’acidità tagliente, che mai avremmo ottenuto con il solo Chardonnay”- spiega Gian Luca Uccelli, storico enologo dell’azienda.

37, come i vigneti di provenienza delle uve, una ricerca mirata e parcellare che ogni anno può cambiare, un collage dall’azienda, pescando da un patrimonio di vigne che crescono in ambiti differenti, con terreni freschi e minerali, che conferiscono grande energia al vino. Il Blànc è l’evoluzione e lo sviluppo del Soul Satèn, un Extra Brut, graffiante e deciso. 50, come la percentuale di uve di Pinot Bianco utilizzate, un blend insieme a 50% di Chardonnay, per avere una bollicina che guarda anche a uno stile moderno di grande bevibilità con un’acidità spiccata. Non si tratta di una novità il fatto di lavorare il Pinot Bianco in Contadi Castaldi, una nuova frontiera anche da raccontare.

Siamo passati così dall’estrema morbidezza e complessità del Soul Satèn, al cuneo tagliente e alla freschezza del Blànc, un vino nuovo, accattivante senza essere banale, una bella soddisfazione, anche perché porta in dote tutta la naturalità di un processo di produzione, che per noi sta alla base del nostro fare- continua Uccelli- Abbiamo lavorato su tecniche di natura fisica e non chimica, dalla vigna alla cantina, abbiamo osservato come il peso specifico, la densità, il ph, cambiassero anno dopo anno e ci siamo adeguati ai cambiamenti dell’uva, che sono figli dei cambiamenti climatici di questi 20 anni, ascoltando la natura e cercando di ottenere il meglio dalle nostre vigne, che hanno un’età media di 35 anni, radici profonde e forti che scavano nel cuore della terra, per catturare tutta la mineralità necessaria per questa cuvée.”

Dei due numeri in etichetta che indicano l’attenzione estrema al dettaglio,  necessari per arrivare nel profondo di un vino che ha sancito un patto con la terra. Un perlage dinamico di grande eleganza, una bolla fine dalla struttura piena fra freschezza e mineralità. Note gessose, sfumature di frutta fra sentori di agrumi e mandorla, un vino gastronomico e verticale, dove l’acidità regala persistenza in bocca. Le 20 selezioni, che comprendono i 37 vigneti, sono state lavorate in modo specifico al fine di proiettarsi nella dimensione del Blanc, vigne vecchie che donano complessità e una forza incredibile e tagliente, in perfetto equilibrio con caratteristiche completamente diverse. Le prime uscite ufficiali prima a Vinitaly e poi a Identità Golose hanno dato riscontri molto positivi al team di Contadi Castaldi, grazie anche a un packaging accattivante.

“Il progetto Blànc è molto importante per Contadi Castaldi, in questi anni abbiamo aumentato la produzione cercando sempre di avere un rapporto con il territorio e fedeli alla nostra mission- chiosa Gian Luca Uccelli- quello di una cantina dallo stile giovane ma in grado di avere anche dei vini più complessi dalla grande bevibilità, ideali come aperitivo ma anche a tutto pasto. In etichetta abbiamo voluto riportare i numeri 20 e 37 per un racconto al consumatore finale di un progetto in costante evoluzione, i primi feedback sono stati molto incoraggianti è un prodotto che sta piacendo molto”.

INFO www.contadicastaldi.it

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Rubrica Spazio Bollicine by Contadi Castaldi

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1 Commento

  1. Mauro Di Barbora Reply

    Ottima idea. Ho sempre pensato che, se il Pinot Bianco fosse stato “tutelato” maggiormente, in Franciacorta, per compensare la caduta dei livelli acidici delle uve, conseguenza del global warming, non sarebbe stato necessario pensare di ricorrere all’Erbamatt, che sarà pure autoctono, ma che non ha di certo la raffinatezza del Pinot Bianco o dello Chardonnay.

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