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Champagne sempre alla moda, le bollicine più famose al mondo fanno ormai molta gola anche ai brand del lusso. L’ultima operazione in ordine di tempo il passaggio di Champagne Jacquesson ad Artémis Domaines, comparto vinicolo della holding della famiglia dell’imprenditore Francois-Henri Pinault. Un nome noto soprattutto nel mondo della moda con il Gruppo Kering che detiene in portafoglio marchi del calibro di Gucci, Yves Saint Laurent, Balenciaga e Bottega Veneta.

La notizia arriva direttamente dalla Francia, secondo la rivista La Revue du vin de France, a fine di dicembre i fratelli Jean-Hervé e Laurent Chiquet lasceranno la maison Jacquesson nelle mani di Artémis Domaines che possiede 5 proprietà distribuite tra Bordeaux, Borgogna, la Valle del Rodano e la Napa Valley in California, dopo che avevano contribuito nel corso degli ultimi anni a portarla al vertice degli sparkling internazionali. Una mossa non del tutto inaspettata se non nei modi forse nei tempi, visto che sono passati solamente otto mesi dall’ingresso nel capitale della Maison di Champagne di Dizy con una quota del 33,5% da parte di Artémis Domaines.

Uno champagne diventato di culto quello di Jacquesson, grazie anche al manifesto dei 700, un progetto visionario che ha visto le cuvée N°700, riferimenti di champagne non millesimati con un lavoro di perfezione su ogni dettaglio su un vigneto di 28 ettari situato ad Avize, Aÿ, Dizy, Hautvillers. Le cuvée N°700 di Jacquesson, create intorno ad una un’annata sapientemente assemblate da una leggera quota di vini di riserva, sono stati un vero e proprio benchmark qualitativo tra gli champagne non millesimati. Secondo la testata francese, Jean Garandeau, direttore vendite e marketing di Artémis Domaines, dovrebbe assumere direzione di Jacquesson, mentre le squadre in vigna e in cantina dovrebbero rimanere al loro posto assicurando continuità e qualità a un brand che ha fatto felici tanti appassionati di champagne, che in Italia si è fatto conoscere grazie all’ottimo lavoro del distributore bergamasco Pellegrini.

+ fonte La Revue du vin de France

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