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La pandemia sta mettendo a dura prova molti comparti produttivi, non è esente quello della birra artigianale che in Italia è cresciuto ad un ritmo vertiginoso negli ultimi vent’anni. La chiusura dei bar e ristoranti sta fiaccando i piccoli birrifici, che hanno spesso come unica risorsa il consumatore finale; il Birrificio della Granda sulle note del manifesto “Not Another Beer in the Dust” lanciato al Beer Attraction lo scorso febbraio, ha pensato ad una collaborazione con il Birrificio 4 Mori e il mastro birraio Matthias Müller per cercare di dare un messaggio di speranza necessario in questo momento: l’unione fa la forza.

 

 

Questa Collaboration Brew è arricchita dai saperi di ognuno dei partecipanti al progetto: Matthias Müller apporta il know-how sul farro e le sue competenze di birraio che ha sviluppato a livello internazionale; Fabio Serra di 4 Mori ha selezionato il farro dicocco locale sardo e contribuisce con la sua esperienza nella produzione di birre di grandissima bevibilità; Ivano Astesana di Granda mette a disposizione la propria esperienza nelle Ale e in particolare nelle luppolature in Dry Hop.

Il nome scelto per questa collaborazione è evocativo, racchiude gli ingredienti principali, farro e luppolo, ma è anche un messaggio e un invito: “Hop(e) in the Spelt”.

Il farro è stato scelto per il suo gusto marcato e inconfondibile che arricchisce la ricetta, ma anche per il forte valore simbolico: si tratta di un cereale straordinario, che riesce a svilupparsi e resistere in condizioni difficili con poche risorse, una metafora di quello che siamo spinti a fare in questo periodo difficile. Il luppolo dal canto suo dona un ricco profilo aromatico, fresco e fruttato, ed è utilizzato nel nome della birra per il gioco di parole.

A rafforzare il concetto di speranza e unione, sull’etichetta è presente il logo “Save the Beer”, un progetto di Matthias Müller, pensato per sensibilizzare il consumatore verso il mondo craft Italiano: “Sono venuto in Italia nel lontano 1998. In tutta la Penisola c’erano meno di dieci microbirrifici. Oggi sono quasi mille, sono un movimento socioculturale vero e proprio, non una moda. Non devono assolutamente sparire.”

 

 

Ivano Astesana aggiunge: “Il movimento dei birrifici Italiani in pochi anni ci ha portato, da neofiti a protagonisti della scena birraria europea e mondiale; è nato un “ecosistema” ricco di diversità e di entusiasmo, nella cui filiera hanno trovato lavoro molte persone delle fasce economicamente più svantaggiate, come i giovani. Stiamo vivendo un momento difficile a causa del lockdown e della concorrenza delle grandi multinazionali che producono birre crafty e finte-regionali. Il nostro è un movimento giovane e frizzante ma ancora estremamente fragile: la crisi che sta mettendo in difficoltà tutti i settori, nel caso della birra artigianale rischia di minarne lo sviluppo seriamente. In una economia senza socialità ad avvantaggiarsi sono le strutture produttive e organizzative impersonali di grandi dimensioni.”

Fabio Serra conclude: “Per dare un’idea della fragilità del nostro settore, ma di quanto poco basterebbe per dargli una mano, pensate che se ognuno dei bevitori di birra Italiani, stimati in 20 milioni, bevesse una bottiglia, una lattina o una pinta da qui a fine anno si smuoverebbero circa 200.000 ettolitri; una cifra non indifferente per i circa 1000 birrifici presenti in Italia, di cui si stima una produzione annua media di soli 500 ettolitri.”

Hop(e) in the Spelt è una collaborazione che nasce come simbolo: un brindisi collettivo, che aiuti il comparto della birra artigianale che in tempi migliori potrà tornare a sprigionare energia, socialità e posti di lavoro!

Sarà disponibile dal 23 novembre negli e-shop dei due birrifici e nel sito di Müller:

+Info: www.birrificiodellagranda.it/shop/
shop.birrificio4mori.it/
www.birramueller.com

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