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Con l’avvento della mixology moderna, la figura del bartender sta (ri)scoprendo una ventata di importanza e allure romantica. Dai vecchi osti che in realtà erano preti e confidenti, si è passati al piedistallo fatto di baffetti hipster e tatuaggi con garnish allo zenzero, per poi virare nuovamente verso la responsabilità che più è consona alla posizione, quella di accoglienza e ospitalità. Supereroi senza mantello, salvatori di vite confuse e cuori infranti, o più semplicemente discreti compagni di serate transitorie. A loro, cui ognuno almeno una volta nella vita dovrà ringraziamenti per saggi consigli alcolici, nessuno pensa mai, né si interessa di quanto sia in realtà dura staccare la spina dopo ogni turno.

 

 

LE REGOLE – Esistono però alcune regole auree che Megan Barnes, socia e manager dell’Espita Mezcaleria di Washington, D.C., ha stilato per consigliare gli atleti del bancone su come riuscire a mantenere i ritmi forsennati della loro vita lavorativa. Soprattutto quando arriva il momento di slacciarsi il grembiule: “Dopo aver versato un milione di drink e aver trattato con gli ospiti per tutta la sera, il corpo è in fibrillazione e la mente va a mille all’ora. È durissima dormire senza problemi, o instaurare un’abitudine sana”. E per quanto la reazione naturale dei protagonisti possa essere quella di scolarsi un paio di cocktail prima di rientrare, o abbandonarsi a Netflix dopo il turno, Megan suggerisce di non fare nulla di tutto questo. Piuttosto, ecco i consigli per un riposo più pacifico e ristoratore.

ROUTINE – Quando si lavora di notte è facilissimo cadere nella trappola di dormire fino a tardi e rilassarsi prima di attaccare di nuovo. Barnes raccomanda invece di strutturare meglio le proprie giornate, con sveglie regolari e perché no un po’ di sano esercizio: “Mi alzo alle 9.30 ogni mattina, faccio colazione e vado in palestra”. Le fa eco Larisa Yanicak, manager di O-Ku a Charlotte, Nord Carolina: “Non importa a che ora rincasiamo o ci addormentiamo, bisogna costringere il nostro corpo a una routine. Aiuta anche a staccare del tutto dal lavoro, serve ad aumentare la produttività e regolarizzare le ore di riposo”. E se la palestra non attrae, conviene ritagliarsi un hobby o un’attività che sia completamente slegata dalla professione, dovesse anche significare soltanto una passeggiata.

LASCIARE IL LAVORO AL LAVORO – Nulla è più stressante, per se stessi ed eventualmente per una vita di coppia o sociale, degli strascichi di lavoro che si trascinano anche a casa. Per questo motivo, il suggerimento è quello di magari fare un sacrificio in più alla fine del turno per pianificare e fare bilanci, piuttosto che dover affrontare gli argomenti una volta rientrati. “So che quando non dormo serena è perché mi sono portato tutti i problemi o le discussioni professionali fin sotto le lenzuola”. Ogni dettaglio andrebbe curato al bancone, dalla lista per la preparazione del giorno dopo alle comunicazioni da lasciare per il team della mattina.

STACCARE COMPLETAMENTE – Spegnere il telefono e sostituire le serie tv con un libro o qualsiasi altra attività che non includa uno schermo. Non bere caffeina dopo le 15, piuttosto preferire un tè o una camomilla quando si torna a casa, addirittura utilizzare una sveglia vera e propria invece di quella del cellulare, per non avere a che fare con il dispositivo in alcuna misura. Ben vengano la meditazione e l’ascolto, di podcast o audiolibri, dato che avere nelle orecchie un volume costante può conciliare il sonno e il rilassamento muscolare. Lo yoga dovrebbe essere l’arma principale per trovare pace e riposo, così come lo stretching e le proiezioni prima di andare a dormire e appena svegli.

RINUNCIARE ALL’ALCOOL – Cadere in tentazione è sarebbe pressoché inevitabile, non c’è dubbio, sia durante che dopo il turno. Ma riuscire a non bere alcolici in ambito lavorativo o appena terminato il lavoro aiuta a conservare le stesse energie positive con le quali si è iniziata la giornata. E si dorme meglio: “Dormire bene è decisamente più importante per la tua mente e per il tuo corpo di quanto non lo sia un paio di shot di tequila. E non importa quanto perfetti potrebbero sembrare“.

 

Fonte: www.liquor.com

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