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L’imprenditore Andrea Tempofosco ha rilevato lo stabilimento abbandonato nel 2011 e lo sta rilanciando. Per la prossima primavera/estate l’acqua minerale della Val Graveglia potrà ritornare sul mercato.

 

 

La nascita delle Fonti di Santa Rita risale al 1954. Il primo fatale cambio di mano negli anni Ottanta quando venne acquistata dal gruppo Ciarrapico, facente capo al discusso senatore di destra Giuseppe Ciarrapico, prima costruttore poi editore infine rastrellatore di imprese, diventato il re dell’acqua minerale, grazie alle simpatie e vicinanze con partiti al potere. Santa Rita fu una delle prime perle della sua corona a staccarsi. Nel 1992 era in affanno, alcuni passaggi di mano peggiorarono la situazione. Nel 2002 il controllo fu preso dal gruppo San Paolo di Roma che, però, andò anch’esso in difficoltà e, quindi, l’azienda fu messa di nuovo in vendita e acquistata dalla Minerali Investimenti srl che, dopo aver realizzato i lavori di ammodernamento e ristrutturazione dello stabilimento, riprese l’imbottigliamento e la distribuzione nel 2008. Ma già nel 2009 la società era di nuovo in crisi finanziaria. In seguito, il tribunale accolse l’istanza di fallimento presentata dai dipendenti. La Regione Liguria nel 2010 revocò la concessione mineraria e lo stabilimento smise di imbottigliare l’acqua.

 

 

Nel 2016 entra in scena l’imprenditore Andrea Tempofosco: broker, operatore di borsa, poi albergatore, proprietario di un albergo rinomato. Nel 2016 Tempofosco capita dalle parti del comune di Ne, e si innamora del sito e della fabbrica di acqua minerale che languiva in stato di totale abbandono e la rileva avviando una ristrutturazione importante all’esterno e all’interno, rimuovendo anche la copertura di amianto che si estendeva per i 4mila metri quadri della struttura. «Mi sono innamorato dell’idea, del progetto e di questa valle – ammette l’imprenditore genovese -. Paradossalmente sarebbe stato meglio partire da zero, ma non per me. Siamo in posto bellissimo, nell’entroterra di Chiavari e Lavagna, a seicentocinquanta metri di altezza, vediamo il Monte di Portofino. Un posto magnifico».

 

 

«Volevamo riprendere l’attività legata all’acqua ma volevamo anche fare qualcosa di nuovo: produrre birra. L’ingrediente principale di una buona birra è l’acqua, che è l’elemento che ci contraddistingue. Luppoli e malti alla fine sono sempre gli stessi, si comprano, non sono legati al territorio. Quest’acqua sì, così leggera e così buona ce l’abbiamo solo noi e si sposa benissimo con la produzione di una birra chiara». E questa passione è stata riversata in un piano che è già una realtà. «Finalmente dopo diversi anni di lavoro siamo partiti con la produzione di birra, che non c’era, e stiamo lavorando per riuscire già dalla prossima primavera/estate a ritornare sul mercato con l’acqua minerale». Adesso l’obiettivo di Tempofosco è lavorare per trovare distributori ed esercenti che credano e sostengano questo progetto fatto di rilancio e orgoglio, mentre la prima scommessa, quella della produzione di birra, è già stata vinta.

 

+ info: acquasantarita.comgenova.repubblica.itwww.piazzalevante.it

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