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C’è anche un goccio di birra nel caso Becciu-Vaticano che ha portato alle dimissioni l’ex cardinale Angelo Becciu. Secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos infatti ci sarebbe al centro delle indagini anche un accordo di partnership per apporre il marchio ‘Caritas Roma’ sulla ‘Birra Pollicina’. Una birra artigianale prodotta dal pane raffermo e commercializzata dalla società di cui è amministratore Mario Becciu, il fratello dell’ormai ex cardinale Angelo Becciu, in cambio della “donazione” alla Fondazione del 5% del fatturato di vendita.

Una birra al centro di uno scandalo che sta facendo tremare il Vaticano, anche questo accordo tra i casi contestati da Papa Bergoglio all’ex numero due della Segreteria di Stato vaticana e che ha portato alla sua rinuncia ai diritti del cardinalato, notizia ripresa anche dal sito specializzato Cronachedibirra. Tra le ipotesi degli inquirenti vaticani e italiani sotto la lente di ingradimento anche il documento ancora tutto da verificare, che l’operazione possa essere stata favorita da mons. Angelo Becciu, in considerazione della disciplina di settore prevista in Italia, possa aver generato guadagni indiretti alla Angel’s. Ma ci sono anche altri punti dell’accordo firmato il 18 novembre 2019 da mons. Giampiero Palmieri, come legale rappresentante pro tempore della Fondazione Caritas Roma Onlus, e da Mario Becciu, in quanto amministratore unico e azionista al 95% della società, sono stati sottoposti all’attenzione del pontefice. Tra le ipotesi sempre da dimostrare, l’Adnkronos segnala che la Caritas Roma, percependo somme dalla Angel’s, possa aver realizzato condotte antigiuridiche in materia fiscale.

Il protocollo che Adnkronos riporta, prevede infatti la concessione del marchio in cambio della “donazione” del 5% del fatturato di vendita da parte della società di Mario Becciu. Una ‘donazione’, intesa come erogazione liberale che consentirebbe alla società detrazioni e deduzioni fiscali, in contrasto, secondo la contestazione del pontefice, con l’articolo 7 dell’accordo che prevede, tra le cause di risoluzione del contratto “il mancato versamento da parte della Angel’s Srl dei contributi previsti all’art. 4”. In particolare l’articolo 4 dell’accordo, tra l’altro recita: “La Angel’s Srl si impegna a donare alla Fondazione ‘Caritas Roma’ Onlus un importo non inferiore al 5% del fatturato di vendita verificabile con cadenza trimestrale attraverso il sistema contabile della Angel’s Srl”.

Quanto ai termini generali dell’intesa, nelle premesse si spiega che è intenzione della Fondazione “Caritas Roma” Onlus “concedere ad imprese operanti nel settore alimentare e non l’utilizzo della propria denominazione al fine di raccogliere fondi per il finanziamento delle iniziative di carità e solidarietà da essa promosse”, mentre la Angel’s Srl, “con la produzione dal pane raffermo della sua prima birra artigianale, denominata ‘Pollicina’, intende realizzare una partnership con la Fondazione Caritas Roma che preveda la donazione di parte degli utili conseguiti dalla vendita di tale birra nelle modalità stabilite”.

La Angel’s Srl si definisce una “new company che si occupa di produzione e commercializzazione di birre artigianali” e che “intende perseguire i valori aziendali di realizzare un prodotto di qualità “made in Italy” nel settore agroalimentare; ispirarsi alla green economy tramite la realizzazione dell’intera filiera della birra (produzione di orzo, luppolo, birra) e attraverso prodotti di economia circolare (birra dal pane raffermo avanzato dalla grande distribuzione) e di risparmio energetico; allestire un prodotto che preveda la donazione ad enti caritativi di parte degli unii conseguiti dalla vendita; attivare percorsi di inclusione sociale di soggetti svantaggiati, come i giovani dello spettro autistico, sia tramite corsi professionali legati ai mestieri agricoli, artigianali e commerciali del mondo birra sia attraverso percorsi occupazionali protetti nelle diverse attività della Angel’s srl; favorire progetti di socializzazione positiva tra giovani e di educazione al bere consapevole”.

In un’intervista del 27 settembre a Repubblica di Viola Giannoli il fratello del cardinale, il professor Mario Becciu che insegna psicologia all’Università Salesiana si è così difeso. “È di una violenza inaudita dover giustificare scelte personali e professionali per difendere me e mio fratello. La mia iniziativa inoltre ha anche uno scopo psicosociale legato all’inclusione e alla formazione professionale di soggetti autistici nella filiera della birra”. Delucidazioni sono anche arrivate sull’accordo di donazione del 5% dei ricavi con la Caritas. “Mio fratello non ne sapeva nulla fino a tre giorni fa. Posso lavorare con la Caritas perché sono un apprezzato professionista che collabora da anni con loro e non perché fratello di un cardinale? Tra l’altro il contratto non è ancora attivo perché i fusti a causa del Covid sono in giacenza”.

Secondo quanto riportato dall’Espresso-Repubblica nell’articolo di Massimo Coccia del 28 settembre, non esiste e non è mai esistito alcun progetto sociale inerente alla realizzazione del prodotto birrario. La Birra Pollicina viene imbottigliata e prodotta dal birrificio “Alta Quota”, una realtà nata nel 2010 a Cittareale, in provincia di Rieti. Il birrificio Alta Quota, contattato dall’Espresso ha dichiarato. “Si è trattato di una lavorazione conto terzi (come spesso accade nel nostro mondo) che ci è stata commissionata dalla Angel’s Srl. Il nostro birrificio offre commercialmente la possibilità di lavorazioni conto terzi con personalizzazione dell’etichetta. La fornitura è stata effettuata a fine 2019 per circa mille litri di birra imbottigliati in diversi formati. L’intera fornitura è stata regolarmente fatturata e pagata”.

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