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Si deve scegliere con cura l’acqua che beviamo, come se fosse la medicina giusta per ogni situazione. O quasi. E allora, per esempio, c’e’ un’acqua per la gravidanza, un’altra per chi ha problemi di fragilita’ alle ossa, un’altra per lo sport. E ancora a seconda delle diete, e dei regimi alimentari, si deve scegliere un’acqua povera di sodio piuttosto che ricca in calcio o guardare ad altri minerali e al residuo fisso. E’ il messaggio che arriva dal convegno ‘L’acqua che beviamo: fare chiarezza’, promosso dalla Fondazione acqua, nata nel marzo 2011 per diffondere una corretta informazione. Le acque minerali naturali, ha sottolineato Andrea Fabbri, endocrinologo dell’universita’ di Roma Tor Vergata e coordinatore del Comitato scientifico della Fondazione, ”essendo dotate di caratteristiche organolettiche ed igieniche particolari sono in grado di svolgere azioni favorenti la salute e di mantenere il benessere ormonale”. Altro esempio: un’acqua ricca in calcio, ad esempio, non favorisce i calcoli.


”L’acqua è un vero e proprio alimento, il piu’ basilare – rileva Mariangela Rondanelli dell’universita’ di Pavia -. E’ importantissimo sapere cosa contiene, perche’ i minerali presenti vengono assorbiti dal corpo esattamente come quelli presenti negli alimenti”. L’invito rivolto ai medici e’ di considerare l’acqua come un affiancatore di una terapia, come un coadiuvante nella cura, consigliando ai pazienti quella giusta per il singolo caso clinico. Per il presidente della Fondazione, Ettore Fortuna, le linee su cui agire riguardano piu’ fronti: l’origine, le proprieta’, la composizione chimica, le normative e la parte commerciale. Ma esistono anche dei rischi e degli effetti che vanno ancora studiati. Ed infatti, Alberto Panerai, ordinario di farmacologia all’universita’ di Milano, parlando di acque e contaminazione mette in evidenza come l’acqua potabile subisca varie contaminazioni, che potrebbero essere anche cancerogene, lungo il percorso che la porta al rubinetto. ”I problemi che riguardano le acque potabili – osserva Panerai – derivano generalmente dalle sostanze che sono usate per potabilizzare e dalla loro interazione con possibili inquinanti derivanti da scarichi urbani e industriali”. Il capo del Dipartimento della sanita’ pubblica e dell’innovazione del ministero della Salute, Fabrizio Oleari, si e’ soffermato sul problema della ”commercializzazione” in relazione alle normative e ai costi relativi alla sicurezza

Fonte: www.ansa.it/saluteebenessere/

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