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BIRRA MENABREA

Il 1924 è un anno d’oro per l’azienda biellese che ottiene quattro Gran premi ed altrettante Medaglie d’oro alle esposizioni di Milano, Roma, Bruxelles e Parigi. L’anno successivo, alla morte di Albertina Menabrea, la sorella Eugenia forma una società con i suoi cinque figli: Federico, Carlo, Alberto, Eugenio e Franco. Negli anni 30 acquisisce prestigiosi locali pubblici a Torino e Novara. Era infatti consuetudine che le birrerie gestissero in proprio locali pubblici spesso prestigiosi. Fra i figli di Eugenia Menabrea emerge Carlo Thedy che, con l’aiuto del nipote Paolo, figlio del fratello Franco, dirige l’azienda nel frattempo cresciuta ma sempre a misura d’uomo.

All’inizio degli anni 80 la Birra Menabrea guidata da Paolo Thedy, produce annualmente 38.000 ettolitri per poi raggiungere e superare i 40.000. In Italia si stanno però verificando grandi concentrazioni birrarie che mettono in difficoltà le aziende più piccole. Questo fatto, unito ad un’antica amicizia birraria, favoriscono l’entrata della Birra Menabrea nel gruppo Forst nel 1991. L’azienda di Merano, con lungimiranza, lascia la più ampia autonomia. La birreria biellese contraccambia raccogliendo grandi riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 2005 e 2006, in particolare, la “Menabrea 150° anniversario strong” vince la medaglia d’oro al World beer Championships di Chicago Illinois USA. Nel 2006 viene a mancare Paolo Thedy e gli succede il figlio Franco.

BIRRA PERONI

Nel 1926 viene assorbita e posta in liquidazione la fabbrica Birra Perugia di proprietà dei soci Dell’Orso e Sanvico. La produzione di questa birreria nell’anno 1925/26 era stata di 1250 ettolitri. Nel 1929 vengono assorbite le Birrerie Meridionali nate nel 1904 dall’unione di capitale svizzero, belga e, in misura minore, italiano. La sede della società è in Via Nuova Capodimonte alle porte di Napoli. La produzione nell’anno 1928 era stata di 20.000 ettolitri. La nuova denominazione sociale è: Birra Peroni Meridionale. Nel 1930 è la volta della Birra d’Abruzzo di Castel di Sangro. La sede amministrativa era a Milano e milanese era il capitale con cui finanziava la sua attività. Nel 1938 viene assorbita la Birra Partenope che si trovava in Via Colonnelle Lahalle nella sede della vecchia Birra Carbone da essa assorbita. Questa birreria, dopo aver contratto forti debiti con il Banco di Napoli e con altri istituti di credito, fallisce nel 1934 e la Peroni se la aggiudica all’asta.

Nel 1938 viene assorbita la fabbrica Birra Livorno di proprietà dei Fratelli De Giacomi. Questa azienda nasce nel 1892 quando Giuseppe De Giacomi arriva da Borgofranco d’Ivrea, dove lo zio possedeva già una fabbrica di birra, ed arriva a produrre fino a 25.000 ettolitri annui. Il 1943 è il periodo più critico per la Peroni che vede requisita dalle truppe tedesche tutta la produzione della fabbrica di Napoli (ex Birrerie Meridionali). Come se ciò non bastasse vengono fatti saltare in aria gli impianti. Si salvano, fortunatamente, alcuni impianti nascosti e la produzione può riprendere nel mese di marzo del 1944. Già nell’esercizio 1944/45 la produzione del Gruppo Peroni è di 80.000 ettolitri per arrivare nell’esercizio 1951/52 a 250.000.

Nel 1955 viene inaugurato il nuovo stabilimento di Napoli. Alla fine degli anni 50 vengono acquisite la fabbrica Dormisch di Udine e la fabbrica Faramia di Savigliano in provincia di Cuneo. La birreria Dormisch inizia la sua attività nel 1881 in un paesino a 50 chilometri da Udine. Anni dopo la fabbrica viene trasferita a Udine dove, nel 1939 arriva a produrre circa 15.000 ettolitri. Per la prima volta la Peroni ritiene opportuno continuare a commercializzare il prodotto nel territorio dove è più radicato mantenendo il marchio d’origine. La Birreria Faramia si estendeva su una superficie di 5.000 metri quadri e la sua produzione era alquanto modesta. Nel 1959 era stata di 4.400 ettolitri. La fabbrica viene ammodernata e nel 1968 arriva a produrre 11.000 ettolitri. Nel 1960/61 è la volta della Itala Pilsen di Padova e della Birra Raffo di Taranto. La Birra Raffo, nata a Taranto nel 1919 ad opera di Vitantonio Raffo aveva sviluppato una buona introduzione in Puglia, Basilicata e parte della Campania. La sua produzione aveva raggiunto nell’anno 1959/60 i 23.000 ettolitri. L’Itala Pilsen viene acquistata in comproprietà con il Gruppo Lucani dagli eredi del fondatore Arrigo Olivieri morto nel 1958.

Il 1963 vede la nascita del marchio “Nastro Azzurro” che viene promozionato con il famoso slogan ”chiamami Peroni sarò la tua birra” proposto dalla bionda Selvi Stubing che, i meno giovani, ricorderanno certamente, Il 1970 vede in difficoltà il Gruppo Lucani che decide di cedere alla Peroni il suo 50% della Itala Pilsen. Ciò permette alla Peroni di effettuare investimenti che porteranno alla realizzazione di un nuovo stabilimento che inizia a produrre nel 1973. Nel frattempo, nel 1971, inizia a produrre la nuova fabbrica romana di via Birolli con una capacità produttiva di 400.000 ettolitri.

Gli anni 80 vedono un accordo con il Gruppo Heineken. La Peroni si impegna a distribuire sul territorio nazionale la birra Amstel (un marchio del Gruppo Heineken) e come corrispettivo concede la licenza per la produzione e commercializzazione della birra Peroni in Ontario tramite la Amstel Brewery Canada Limited. Gli inizi degli anni 80 vedono la nascita della birra tipo Black e della Peroni analcolica prodotta per la linea Punto Weight Warchers. Quest’ultima verrà poi sostituita, nel 1988, dalla Tourtel. Nel 1982 viene raggiunto il prestigioso traguardo di 3 milioni di ettolitri venduti. Nel 1983 inizia l’esportazione, negli Stati Uniti, della birra Raffo. Gli anni 80 vedono la razionalizzazione degli impianti. Nel 1984 chiude il deposito (ex stabilimento) di Livorno, e la fabbrica di Savigliano (ex Faramia). Nel 1985 chiude lo stabilimento di Taranto e nel 1988 quello di Udine.

Nel 1988 la Peroni, per contrastare il Gruppo Heineken, che nel frattempo le aveva stappato la leadership del mercato italiano, sigla un accordo con la multinazionale BSN Gervais Danone che controlla la Wuhrer di Brescia. L’accordo prevede la fusione per incorporazione della Wuhrer nella Peroni il che consente la nascita di un gruppo birrario con una quota del mercato italiano del 41%. Continua inoltre il processo di razionalizzazione che porta nel 1889 alla chiusura dello storico stabilimento Wuhrer di Brescia e nel 1993 quello di S. Cipriano Po (ex birra L.E.O.N.E.). La produzione è così concentrata sugli stabilimenti di: Roma Napoli, Bari e Padova (ex Itala Pilsen). Il 13 maggio 2003, a seguito di un accordo con la multinazionale SabMiller di Johannesburg, la maggioranza della Peroni passa in mani straniere.

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