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Ricordo ancora la prima volta che ho incontrato Cristina Scarpellini. Un banco di degustazione in quel di Milano nel 2013, incuriosito da questa donna elegante che raccontava il vino valtellinese con un leggero accento bergamasco. Di tempo ne è passato  da quel primo incontro e oggi posso affermare con tranquillità che Tenuta Scerscé è una delle realtà vinicole che stanno scrivendo la storia della Valtellina contemporanea, portando idee nuove e tanta passione. E’ diventata una delle aziende di riferimento del panorama locale, capendo ben presto che i valtellinesi sono gente tosta e gelosa della propria terra, ma quando trovano sulla loro strada qualcuno capace di dare valore aggiunto, allora gli danno carta bianca.

 

IN PUNTA DI NEBBIOLO Entrata in punta di piedi in Valtellina, si sta affermando come una delle realtà emergenti, da quando ha iniziato quasi per scherzo e senza coscienza prendendo un piccolo vigneto in affitto. Una piccola scommessa che si è rivelata una grande opportunità. Dal 2008 all’uscita delle prime bottiglie nel 2011 sono passati tre anni, un piccolo salto nel buio visto che Cristina non sapeva nulla di viticoltura valtellinese, provenendo da Bergamo e da un altro settore professionale. “Ci ho messo anima e corpo, entrando piano piano in ogni aspetto della cantina, partendo dalla gestione dei vigneti alla vinificazione. Con mio marito arrivavamo nel fine settimana e ci dedicavamo interamente al lavoro e allo studio della vigna. Un’avventura che è diventata un vero lavoro perché mi sono innamorata di un territorio unico come quello valtellinese”. L’entrata in scena di Cristina Scarpellini rappresenta un cambio di mentalità nel Nebbiolo delle Alpi, che negli ultimi anni ha fatto passi in avanti. “Credo che la viticoltura valtellinese sia molto cambiata, oggi c’è più intraprendenza con le nuove generazioni, un salto di qualità come dicono molti addetti ai lavori soprattutto nel livello dei prodotti e nella consapevolezza”. Le persone hanno imparato a conoscerla dal punto di vista lavorativo e intellettivo, il riconoscimento più importante è stata la nomina a Presidente di ProVinea, una grande responsabilità che ha ripagato ottenendo il riconoscimento immateriale “Unesco dell’arte dei muretti a secco” con un grande lavoro di squadra.

VIGNAIOLA VALTELLINESE Una donna del vino che sta portando avanti la sua azienda, conciliando le esigenze della sua famiglia, in uno scenario provinciale che non vede ancora molte le donne presenti nel comparto vinicolo con ruoli di responsabilità. “La differenza di genere costituisce una grande risorsa. Mi piace pensare alla mia azienda come un’azienda inclusiva, per costruire un’organizzazione dove tutti possono esprimere a pieno il proprio potenziale e il proprio talento. Storicamente il lavoro in vigna è sempre stato un lavoro prettamente maschile anche per lo sforzo fisico, a livello nazionale sta crescendo l’imprenditoria femminile, rispetto alla cultura del passato dove la donna era dedita a fare altro e non stava in campagna o non faceva impresa. In Valtellina ci sono donne nelle aziende di famiglia in ruoli chiave, nei prossimi anni sono destinate ad aumentare per sfruttare la sensibilità femminile che porta una visione differente”.  Un percorso naturale di una giovane donna, con cuore, coraggio e creatività, le tre parole che distinguono questo appassionante viaggio. Il nome Tenute Scerscé deriva dal profilo dell’elemento metallico della tradizionale zappa bidente, il cosidetto “sciarscél”, utilizzata per piccoli interventi sul terreno attorno al tralcio e alle radici.

TERROIR VALTELLINESE Negli anni ha imparato a conoscere il territorio e le sue vigne, anche dal punto di vista agronomico. Una gamma che inizialmente vedeva tre vini in produzione, Rosso di Valtellina, Valtellina Superiore e Sforzato. Circa 4 ettari di proprietà in zona Valgella, con l’annata 2018 escono anche due cru storici di Valtellina Superiore Sassella e Valtellina Superiore Inferno con il lavoro di conferitori di fiducia. A Tirano a breve verrà ultimata la sua nuova cantina di concezione moderna già entrata in funzione, i lavori sono iniziati nel 2018 e saranno presto ultimati con una bella zona di degustazione, un concept innovativo lavorando con cemento legno e poco acciaio senza dimenticare la tradizione che in Valtellina significa botte grande. Il 1 dicembre sarà una giornata storica per Tenuta Scersé, con l’uscita in commercio sul mercato di tre vini nuovi, il primo Valtellina Superiore Riserva, un Inferno e un Sassella. “Sono partita da zero con grandi sacrifici anche economici, oggi abbiamo 4 ettari di proprietà e una capacità produttiva di circa 40.000 bottiglie all’anno, di cui il 55% va all’estero, un lavoro costruito negli anni nel mercato americano, poi ci sono i paesi del Nord Europa, la Svizzera, il Giappone, Hong Kong e l’Australia, una presenza in circa 15 paesi”. In Italia invece è solida la partnership distributiva con Cuzziol Grandi Vini, un lavoro che viene sempre fatto in tandem per posizionare la cantina valtellinese con un certo valore. “Sono convinta che la chiave di volta sarà sempre più la formazione agli agenti, per avere una conoscenza della cantina stessa e non del semplice catalogo. In Italia tanti fanno vini di qualità, la differenza è saper raccontare i vini di un’azienda insieme al territorio con la sua storia e le sue tipicità, un’attività sempre più integrata tra produttore, distributore, relazioni, social, una bellissima sfida che bisogna saper cogliere”.

CRISTINA SCARPELLINI RISERVA VALTELLINA VALGELLA DOCG

La Riserva è un sogno che si realizzata, fatta con il primo vigneto della cantina in Valgella in località Castelvetro,  tra i 450 e i 650 metri sul livello del mare. Nel 2017 Cristina ha deciso di destinare alla produzione di questa vigna del cuore la sua prima riserva, un legame intimo e personale. Un’etichetta dedicata che la rappresenta, a cura dell’artista leccese Valentina d’Andrea che ha raffigurato Cristina Scarpellini con gli occhi chiusi e lo sguardo rivolto dentro, con gli acini che volano e sulla testa un particolare con il cuore sulla gola. “Perché quando parlo esprimo la passione per questo lavoro che è diventata la mia vita”. 60 quintali per ettaro, resa del vino inferiore al 70%, vendemmia a fine ottobre rigorosamente a mano in cassetta. Macerazione sulle bucce di almeno 30 giorni, durante la fermentazione si effettuano rimontaggi e délestage favorendo il contatto del liquido con le bucce ed una maggior estrazione di colori e profumi. Affinamento in tonneaux da 700 litri per 24 mesi, invecchiamento al buio in bottiglia per almeno 8 mesi. Rosso granato luminoso, un vino stilisticamente davvero ben fatto, pungenza e intensità al naso con sentori minerali ferrosi accompagnati da una leggera tostatura. All’assaggio tannino levigato e morbidezza, finezza ed eleganza da accompagnare con selvaggina.

INCANTO VALTELLINA SUPERIORE SASSELLA DOCG

Hanno deciso di chiamare Incanto questo vino perché la zona della Sassella è un incanto, basta alzare gli occhi quando si passa in zona per rendersene conto. Toponomastica applicata al mondo del vino, un cru a base di Nebbiolo localmente chiamato Chiavennasca. Rese basse sotto il disciplinare, 60 quintali per ettaro. Siamo nel comune di Sondrio in frazione Sant’Anna, vigne terrazzate quel patrimonio immateriale dei muretti a secco che Cristina Scarpellini conosce bene, altezza tra i 450 e i 650 metri sul livello del mare su suolo franco-sabbioso. La pigiatura avviene immediatamente alla raccolta, segue vinificazione naturale in rosso. Affinamento in botti di rovere Slavonia e Francia da 25 hl per 14 mesi, invecchiamento in bottiglia per almeno 8 mesi. Un Sassella dal colore rosso rubino con riflessi granati, al naso sentori di frutti rossi, note speziate e balsamiche. In bocca sprizza mineralità con un taglio secco, pairing con un primo a base di ragù di cinghiale.

 

FLAMMANTE VALTELLINA SUPERIORE INFERNO DOCG

La zona più calda della viticoltura valtellinese, ci troviamo in località Calvario nel comune di Tresivio. Qui la fatica per lavorare i vigneti non si conta con le ore, un calore che si misura d’estate con la temperatura sale e capiamo bene il nome dell’Inferno che tra le sottozone del Valtellina Superiore è quello che evoca racconti più poetici. L’interpretazione dell’annata 2018 di Tenute Scerscé rappresenta al meglio il suo stile.  Affinamento in botti di rovere Slavonia e Francia da 25 hl per 14 mesi, invecchiamento al buio in bottiglia per almeno 8 mesi. Elegante e raffinato, un vino già pronto adesso che con l’evoluzione potrà portare con sé i sentori tipici di terzierizzazione solo accennati in questa fase di una giovinezza già matura. Il Flammante è come un giovane runner che solca questi tracciati da wine trail, non perde mai il grip in bocca, al momento nelle gambe non ha ancora la lunghezza della maratona della persistenza, ma un avvenire fiammante davanti.

INFO www.tenutascersce.it

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