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La storia di .pepper..field non è solo legata a un prodotto di assoluta qualità, il pepe di Kampot della Cambogia, ma anche a un progetto di filiera sostenibile. L’occasione per conoscere meglio questa realtà sbarcata in Italia è stato un appuntamento lunedì 20 giugno a una cena al ristorante Ribot di Milano, per capire da vicino le tante sfaccettature che stanno dietro pepper..field.

 

Al tavolo David e Klara, i due giovani imprenditori che con le loro magliette bianche e nere loggate .pepper..field,  hanno raccontato del loro viaggio che dalla Repubblica Ceca gli ha fatto scoprire il pepe di Kampot in Cambogia. Un colpo di fulmine al pepe, i due rimangono colpiti dalla qualità di questo prodotto autentico che rappresenta una produzione agricola importante della regione, ma anche dalla dura realtà di sfruttamento umano ed ambientale che caratterizza la filiera di raccolto,maturazione e vendita. Così nel 2020, David e Klara fondano .pepper..field, con l’obiettivo di federalizzare e sostenere più di 200 famiglie di agricoltori cambogiani, rispettando i loro metodi secolari e garantendo a loro un guadagno diretto, equo, stabile, una filiera di commercio equo, delle condizioni di lavoro dignitose.

Una vision che nel giro di tre anni ha fatto diventare .pepper..field uno dei maggiori esportatori di pepe Kampot del mondo, ottenendo importanti riconoscimenti dall’ONU e dalla Comunità Europea. “Il nostro obiettivo è quello di allargare la presenza in Europa puntando paesi dalla grande tradizione culinaria come Italia e Francia, puntando sulla qualità e sulla autenticità del prodotto che ha un valore sostenibile nel rispetto della filiera- spiega David- Il vero pepe di Kampot deve essere sempre accompagnato da quattro certificati obbligatori che ne determinano la qualità, l’unicità e l’origine. Deve anche contenere un numero di lotto che identifichi la fattoria o il processore specifico. Il Covid-19 ha ancor di più dato una spinta alla crescita visto che in tanti hanno provato come novità il pepe da utilizzare da molte pietanze, grazie a una trasversalità del prodotto”.

Una cena organizzata a Ribot a due passi dall’Ippodromo di San Siro, rinomato per la sua carta di carni pregiate per assaggiare tre tipi di pepe, white, black e red. Dalle carni crude, a un Gin&Tonic, a una immancabile cacio e pepe, al formaggio, alla carne alla griglia come la scottona, sino addirittura al dolce e alla frutta, sono davvero tanti gli utilizzi che abbiamo testato con mano a tavola nel giardino di uno dei grandi classici ristoranti milanesi, uno degli appuntamenti organizzati in una due giorni di tour de force organizzato in maniera millimetrica dall’agenzia di stampa Les Enderlin.

Presente anche Matteo De Carli, chef italiano di origine varesine titolare del ristorante fine dining Casa De Carli a Praga che ha sposato la filosofia del progetto diventando Ambassador di .pepper..field. “L’utilizzo in cucina del pepe di qualità è molteplice, questo rappresenta uno dei nostri target per lo sviluppo del progetto in Italia dove siamo in contatto con alcuni tra i migliori chef e ristoratori per far conoscere meglio il prodotto, ma ci rivolgiamo anche direttamente ai privati per un utilizzo domestico e anche alle aziende come regalistica, un trend che sta tirando molto. Per quanto riguarda un possibile ingresso nella Gdo, ci rivolgiamo a una fascia alta del settore in grado di valorizzare il prodotto”.

INFO www.pepperfield.it

 

 

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