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Cazzoè, tutti in Puglia quest’anno? Parafrasando un post del Milanese Imbruttito versione summer edition, anche noi questa estate siamo stati nel tacco d’Italia. Frequentando la Puglia in pianta stabile ormai una decina d’anni, vogliamo fare un mini focus sull’offerta vitivinicola della regione. Storicamente zona più vocata alla quantità rispetto alla qualità, la leggenda narra di cisterne che dal sud partivano cariche di vino da taglio per dare un aiutino in termini di gradazione e colore ad alcuni vini e cantine del nord. Tempi lontani, negli ultimi anni in Puglia si è assistito a una sorta di rinascimento enologico, in molte zone della regione ci si è concentrati in vigna per un grande lavoro manuale con un abbassamento delle rese per ettaro, cercando di fare dei vini in cantina puliti e precisi.

 

VITIGNI Un trend trainato da alcuni vitigni a bacca rossa che sono da sempre uno dei cavalli di battaglia della regione, dal Primitivo di Manduria e di Gioia del Colle, al Negroamaro, al Bombino Nero, al Nero di Troia e al Susumaniello. Anche la vinificazione in bianco sta dando risultati interessanti con alcuni autoctoni come Bombino Bianco, Verdeca e Fiano Minutolo, mentre il rosato sta sempre di più prendendo piede grazie a prodotti dalle tonalità cromatiche che fanno impazzire i wine lowers che al naso e in bocca trovano vini in grado di farmi emozionare, con la vinificazione in rosa di Primitivo, Negramaro e Bombino Nero. Capitolo a parte la spumantizzazione, con esperienze interessanti sia sul metodo classico con bollicine a tutto pasto, che sul metodo charmant, per prodotti ideali da bere in estate freschi come aperitivo.

RISTORAZIONE Il vino pugliese nell’estate 2021 ha trovato un alleato nella ristorazione. Nelle carte dei ristoranti pugliesi che abbiamo visitato durante la nostra permanenza, sempre più spazio alle etichette regionali con un mix tra produttori storici e cantine emergenti. Dal punto di vista dei prezzi nella nostra esperienza dobbiamo ammettere che non abbiamo visto parlando dei vini dei ricarichi esagerati, anzi il vino nel conto ha avuto sempre il giusto peso in base anche al rapporto qualità prezzo. Oltre al ristorante abbiamo anche assaggiato dei vini a casa, acquistati presso enoteche selezionate che stanno facendo un grande lavoro di promozione, come l’Enoteca Cucumazzo di Bari, punto di riferimento del capoluogo pugliese con un vasto assortimento. Abbiamo bevuto bene, prediligendo etichette locali per un discorso di territorialità che personalmente applichiamo in Puglia tanto come in altre regioni.

PROMOZIONE Positiva anche la presenza delle cantine pugliesi sui social, abbiamo fatto delle Instagram Stories dei nostri assaggi che sono state (quasi) tutte puntualmente rilanciate dai vari brand. La promozione del vino passa anche da questi canali, rispetto a qualche anno fa abbiamo visto un approccio molto più attivo nella gestione della comunicazione fondamentale per attirare e consolidare il rapporto con i consumatori. Una volta rientrati in città scorrendo la gallery delle immagini nel telefono sale un pizzico di nostalgia, una Puglia saudade che potrebbe essere combattuta grazie alla possibilità di aprire  e bersi questi vini anche una volta terminate le vacanze. Ecco a nostro avviso la sfida per i vini pugliesi del futuro è proprio questa, cercare di fidelizzare il consumatore anche quando torna a casa, in uno scenario sicuramente non facile con una concorrenza sempre più agguerrita nel post-pandemia. Le ricette per emergere comunque ci sono, da una promozione sempre più curata sui canali online, all’entrate in alcuni canali distributivi in grado di posizionare il prodotto nella giusta maniera. Senza dimenticare anche il canale della Gdo, ma qui forse va fatto un ragionamento a parte visto che salvo sporadiche situazione non sempre al nord si trovano certe tipologie di etichette, mentre sono più diffusi i vini che puntano tutto sul prezzo. Ecco la nostra selezione degli undici migliori assaggi + 1 effettuati in Puglia nell’estate 2021, nella speranza di tornarci presto.

 

D’Araprì Pas Dosé

Se si parla di spumanti al sud il nome su cui andare a colpo sicuro è D’Araprì, ormai da oltre 40 anni un ambasciatore del metodo classico made in Puglia. Una cantina che ha iniziato a spumantizzare nel 1979 a San Severo, una storia di tre amici che hanno legato le loro lettere iniziali dei cognomi per creare un brand riconosciuto in tutta la regione e in Italia. Sempre presente nelle carte dei ristoranti di medio-alto livello, quest’estate abbiamo fatto una doppietta. La versione d’Araprì Rosé per brindare a una serata speciale Al Trabucco da Mimì a Peschici al tramonto e abbinare un D’Araprì Pas Dosè sulle polpette fatte a mano in casa di un’amica, la mitica Popi, con una versione sia di carne che di pane per vegetariani. Al top!

 

Chakra Verde Giovanni Aiello

Altra conoscenza di queste pagine è Giovanni Aiello, uno dei fenomeni emergenti della viticoltura pugliese. Passando in macchina nella zona del canale di Pirro nel cuore della Valle d’Itria ci siamo guardati intorno se vedevamo quello l’enologo per amore in mezzo alle vigne centenarie di Verdeca lavorate manualmente da Tonuccio e la moglie Antonietta. Niente da fare questo giro non ci siamo incontrati, ma ci siamo accontentati si fa per dire di abbinare la sua Verdeca alias Chakra Verde ad un piatto tipico che di più non si può, Riso patate e cozze fatto in casa. Meh!

 

Fiano l’Archetipo

Cantina interessante situata a Castellaneta, ai piedi della Murgia barese, non lontano da Altamura. Fondata da Francesco Valentino Dibenedetto, contadino dalla nascita, che in seguito diviene anche agronomo, l’Archetipo detiene un piccolo primato, il fatto di essere l’unica realtà pugliese inserita nella super selezione Tripla A di Artigiani, Agricoltori e Artisti. Non delude mai le attese, ne abbiamo assaggiati due in queste vacanze di vini dell’Archetipo, il Fiano e il Susumante Brut. Pool wines si potrebbero definire, vini da piscina che con una beva compulsiva finiscono in un baleno, come le vacanze.

 

Rosarò Feudi di Guagnano

Altra piscina e altro vino, questa volta ci spostiamo nella zona del Salento. Un rosato di Negramaro che abbiamo assaggiato in un pomeriggio dove ci siamo autoreclusi all’interno della bella Masseria Mozzone nella zona di Fasano. Vino interessante, brillante ed elegante, mai volgare. Il rosato di Feudi di Guagnano è una certezza come i bellissimi scenari pugliesi, tra borghi storici e spiagge con mare cristallino.

 

Oltremé Tenute Rubino

Sempre più Susumaniello, uno dei vitigni più in voga dell’estate 2021, nella versione classica in rosso. Tenute Rubino è stata una delle cantine pugliesi che più hanno puntato sul recupero di questo vitigno, definendosi La casa del Susumaniello. Quando negli anni ’90 tutti espiantavano questo vitigno, Luigi Rubino ha scelto invece di legare la propria azienda alla sua riscoperta e valorizzazione. Abbiamo assaggiato l’Oltremé in pairing a una grigliata home-made super con bombette e zampine cucinate nel barbecue nuovo di pacca dell’amico Ciccio, che da buon intenditore ne aveva fatto una piccola scorta di questo Susumaniello.

 

Parchitello Giancarlo Ceci

Ci spostiamo a nord, nella zona di Castel del Monte. In una bella cena con i piedi affondati nella sabbia abbiamo assaggiato il Parchitello, un vino biologico certificato vegano della cantina Giancarlo Ceci. 100% Bombino Nero vinificato in rosato, una bella espressione di una zona storica della Puglia, ideale per accompagnare una paranza di pesce.

 

L’Insolito Michele Biancardi

Ancora piedi nella sabbia per la degustazione dell’Insolito, un Minutolo in purezza della cantina Michele Biancardi. Il vigneto è posto in una terra affascinante, vicina al Gargano e al mare, nell’agro di Cerignola in provincia di Foggia, una zona di produzione che di fatto è il vino locale del Gargano. Ottima scelta su una linguina agli scampi.

 

Colombaio Conte Spagnoletti Zeuli

Il Bombino Nero è stata una delle star delle nostre vacanze, dal quale si ottiene il vino rosato Colombaio della cantina Conte Spagnoletti Zeuli. Siamo nei vigneti coltivati sui terreni collinari dell’Alta Murgia nella zona Docg Castel del Monte. Dalle uve vendemmiate al giusto stato di maturazione e lavorate secondo una tecnica enologica semplice e naturale si ottiene un vino rosato secco dal bouquet fruttato in particolare di piccoli frutti rossi, fresco e sapido, dal gusto morbido con aromi ben bilanciati. Grande abbinabilità a tavola, lo abbiamo aperto all’aperitivo.

 

N° Zero Rosato Menhir

Ci piacciono i rosati, lo avrete capito. Del N°Zero di Menhir ci ha subito attirato il colore rosa cerasuolo. Un blend di 70% Negroamaro e 30% Susumaniello, non abbiamo avuto la fortuna di assaggiarlo nel bellissimo ristorante della cantina Origano Cibo e Vini, ma lo abbiamo degustato a casa. Ottimo come aperitivo con dei taralli artigianali e un capocollo di Martina Franca, bel naso che sprigiona note di arancia sanguinella, in bocca una spinta acida e sapida.

 

Agón Antonio Pisante

Una scoperta per noi il vino della cantina Antonio Pisante, brand nato nel 2016 dopo un’esperienza ventennale nel settore della vinificazione e una produzione di circa 50.000 bottiglie con vigneti alle pendici del Gargano. Agón è un Fiano vinificato in acciaio, permanenza di 6 mesi nei serbatoi, affinamento in bottiglia. Al naso offre sentori minerali e di fiori bianchi, fresco al palato con un corpo anch’esso minerale e sapido. Bella acidità spiccata ma al contempo carezzevole, si protende in un lungo finale. In abbinamento a uno dei menù più interessanti che abbiamo degustato, al ristorante La Chiusa delle More di Peschici.

 

Maccone Negroamaro Bianco

L’ultimo vino assaggiato non si scorda mai, un vino per sorprendere i commensali in una bella tavolata alla Masseria Mozzone. Il Maccone Negroamaro Bianco della cantina Donato Angiuli è infatti ottenuto dalla vinificazione in bianco di sole uve nere Negroamaro, un vino che mantiene inalterato il corpo di un classico Negroamaro unendo la freschezza acida e gli aromi del vino Bianco. Vino sorprendente, di grande originalità e versatilità.

 

 

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