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L’ultimo studio dell’Osservatorio Economico elaborato da Federvini, in partnership con Nomisma, appena presentato a Milano, evidenzia un trend molto positivo per il settore spirits in Italia nei primi 8 mesi dell’anno sia con riferimento al mercato domestico che con riferimento all’export.

 

 

Gli spirits registrano nei primi 9 mesi del 2021 una forte crescita delle vendite nel canale off-trade: +8,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Sebbene la gran parte delle vendite sia da ricondurre a distillati ed acquaviti (44% del totale in valore), con un ruolo di primissimo piano della grappa, a mostrare le migliori performance è la categoria degli aperitivi: + 23,8% sul 2020. A trainare le vendite degli aperitivi alcolici è il fenomeno del mixology che da quando è scoppiata la pandemia non è più solo legato alle occasioni di consumo fuori casa ma è sempre più diffuso anche tra le mura domestiche: a conferma di ciò, ben il 35% dei consumatori italiani preferisce bere a casa spirits in modalità mixata.

Gli spiriti segnano una buona performance anche sui mercati internazionali facendo registrare nei primi 8 mesi dell’anno un export di 828 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020 e superando i livelli pre-covid, grazie alle ottime dinamiche di due eccellenze del made in Italy: liquori e grappa. Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di destinazione per i liquori italiani e registrano, negli 8 mesi, una crescita del 21% rispetto al 2020, seguono la Germania (+20%), il Regno Unito (+43%), la Francia (-41%) e il Canada (+22%). Per la Grappa, che sempre nel periodo considerato cresce sensibilmente su tutti i principali mercati, i principali paesi di destinazione sono Germania (+30%). Svizzera (+27%), Austria (+18%), Canada (+48%) e USA (+46%).

 

 

Per gli spirits le performance di mercato sono meglio trainate dalle imprese di media dimensione. Dall’analisi effettuata sui bilanci del 2015 – 2020 emerge che nel comparto degli spirits, nello stesso quinquennio, le imprese con oltre 50 Mln. di euro di fatturato hanno registrato un aumento delle vendite del 3,6%, quelle tra i 10 e 50 Mln. del 5,8%, mentre quelle tra 2 e 10 Mln. hanno registrato una riduzione del 3,9%

“I dati mostrano che i nostri comparti godono di buona salute – ha dichiarato la Presidente di Federvini Micaela Pallini – tuttavia sarebbe sbagliato concludere che tutto va bene. Purtroppo assistiamo ad una recrudescenza della pandemia che assieme alle tensioni inflazionistiche sulle materie prime e gli aumenti sui costi di trasporto mettono in serio pericolo la crescita delle nostre aziende nel 2022. A ciò si aggiungono gli attacchi al Made in Italy attraverso l’introduzione di dazi o barriere normative ed inaccettabili aggressioni alle nostre denominazioni. Ragioni per le quali ci aspettiamo supporti concreti dalle nostre istituzioni: nella semplificazione amministrativa, nella promozione sui mercati internazionali e nella tutela delle nostre indicazioni geografiche che sono un grande patrimonio di tutto il Paese. Assistiamo inoltre ad un’offensiva internazionale nei confronti dei nostri prodotti, demonizzante e proibizionistica, che non distingue tra consumo corretto ed abuso.”

 

Per maggiori informazioni confrontare i seguenti report:

Fonte: www.federvini.it

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