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Il dramma Coronavirus, inutile dirlo, non risparmia nessuno. Se la quarantena comporta limitazioni impensabili fino a poco tempo fa, le prospettive future a livello economico sono altrettanto disastrose. Ogni settore è stato investito dalla pandemia, paralizzato e costretto a fare i conti con un potenziale inizio da zero. Quella della ristorazione è una delle fasce più colpite in assoluto, e gli ultimi provvedimenti governativi non sembrano prenderne in considerazione le condizioni problematiche. È per questo che è nata una nuova iniziativa firmata da Emiliano Citi e dal suo Ristobusiness.

Con “Salviamo la Ristorazione” Emiliano Citi, consulente e fondatore del metodo Ristobusiness, avvia una raccolta firme destinata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sostenere economicamente il settore della ristorazione, alla luce della crisi da Covid19. Quattro le proposte: rimandare al 2021 il pagamento dei contributi, 1 MIO/€ a fondo perduto per investimenti, 4 MRD/€ in finanza agevolata e Ristobond. Il decreto “Cura Italia”, emanato il 16 marzo 2020 per rispondere alle esigenze del nostro Paese- fermo per
rallentare il contagio da Coronavirus, non ha previsto tutele concrete e non risulta per nulla risolutivo per la ristorazione italiana che si trova grave difficoltà. Senza interventi e aiuti immediati da parte del Governo, secondo Citi, molte attività non riapriranno con il rischio di una recessione.

«Questo comparto è passato da un valore di 53 miliardi nel 2001 a 85 miliardi di € nel 2019, con oltre 484.000 aziende operanti e 920.000 posti di lavoro impiegati. La ristorazione è trainante e centrale per la nostra economia: per questo non può essere abbandonata e dimenticata» continua Citi, consulente sul campo da oltre 30 anni e creatore del metodo Ristobusiness, lanciando la petizione “Salviamo la Ristorazione”. L’obiettivo della raccolta firme, rivolta direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è quello di destinare alle imprese immediata liquidità dopo oltre due mesi di chiusura. Ecco in sintesi i 4 punti chiave:

  • Sospensione totale di tutte le tasse e i contributi fino a tutto il 2020. A gennaio 2021 si avrà la possibilità di saldare i pagamenti previsti
  • Iniezione immediata di liquidità di 1 miliardo di € a fondo perduto per agevolare investimenti strutturali e tecnologici, per rivedere ed aggiornare il modello di business (es. evolvere ed implementare il servizio di Delivery- che sarà sempre più crescente)
  • 4 miliardi di € in finanza agevolata. Si tratta di una somma immediata che può portare il ristoratore ad avere un minimo di liquidità per affrontare il momento della riapertura (pagare stipendi e forniture)
  • Attivare i RistoBond specifici di settore. Proporre al cliente finale l’acquisto di un bond (sostanzialmente un buono pasto) di un importo X ma con valore economico superiore, per reinvestirlo in pasti in un momento successivo. (es. RistoBond acquistato a € 75, valore dello stesso €100, spendibile entro 90 giorni dopo la riapertura del locale passata l’emergenza. Il bond deve contenere un credito d’imposta del valore del 10% del valore stesso).

«Questi sono gli obbiettivi che io, Ristobusiness e i 2.000 followers del Gruppo Facebook chiediamo fortemente di attuare e prendere in considerazione». La petizione è conslutabile su www.change.org; qui la possibilità di iscriversi al Gruppo Ristobusiness, che ha lanciato l’hashtag dedicato #salviamolaristorazione

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