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Il comparto birrario in Italia è in salute, lancia incoraggianti segnali di crescita in ogni segmento e lascia intravedere interessanti opportunità imprenditoriali. Marciando sui binari di un trend positivo, vive oggi – in sincronia con il calendario – un suo spiraglio di Primavera (con fiori pronti a trasformarsi in frutti se non subentrano brusche gelate), una fase di slancio capace di offrire nuove opportunità di sviluppo all’intero Sistema Italia.

A evidenziarlo sono i dati rielaborati e sintetizzati da Althesys nello studio dal titolo “La birra piace sempre più agli italiani”, condotto per conto dell’Osservatorio Birra della Fondazione Birra Moretti, Fondazione di partecipazione costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa al fine di contribuire alla crescita della cultura della birra in Italia. Il lavoro, basato sull’analisi e la rielaborazione dei dati economici disponibili provenienti da fonti ufficiali, rappresenta il primo contributo dell’Osservatorio per una maggiore e migliore conoscenza del settore e delle sue potenzialità.

 

GLI ITALIANI BEVONO PIÙ BIRRA (CRESCE IL CONSUMO PRO-CAPITE)

Partiamo da un dato di fatto: la birra cresce perché piace sempre di più agli italiani. Il primo indicatore arriva dal fronte consumi che nel 2016 esprime un complessivo +1,6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 19 milioni di ettolitri a livello nazionale. L’andamento è in crescita anche a livello pro-capite: la birra trova sempre più consensi e sono saliti a 31,5 i litri/anno bevuti mediamente dagli italiani (erano 30,8 nel 2015). Si è così superato il valore record di 31,1 litri per abitante fatto registrare nel 2007, ovvero in lontani tempi pre-crisi (Figura 1).

 

LA BIRRA RESISTE ALLA CRISI E CRESCE PIÙ DEGLI ALIMENTI

Allargando lo sguardo agli ultimi 5 anni, si nota come il mercato della birra, lungo tutto lo Stivale, abbia ricominciato a sorridere a partire dal 2012 nonostante la stagnante congiuntura economica. Questa ripresa (che ha visto il suo picco nel biennio 2014-2015 con un +5,5%) è ancora più evidente se messa a confronto con l’andamento dei consumi delle famiglie: dal 2012 al 2016, a fronte di una significativa diminuzione della spesa media, e soprattutto di quella relativa ai generi alimentari, il consumo di birra è cresciuto dell’8,9% (Figura 2).

I  BIRRA

La crescita è anche una questione di reputazione e immagine. Apprezzata più del vino, la birra viene sempre più spesso considerata, anche dai palati particolarmente esigenti, come un prodotto di qualità, capace di accompagnare anche i menù più raffinati proposti dai grandi chef stellati.  Non a caso l’Italia è il Paese europeo dove il livello di reputazione della birra è più alto. I nostri consumatori, uomini e donne indistintamente, le attribuiscono un punteggio reputazionale di 78,2 contro una media europea di circa 65,5 e, nel percepito collettivo, la collocano nella fascia dei prodotti considerati più avanzati, come quelli tecnologici e di lusso.

 

BIRRA: CONSUMI E PRODUZIONE IN CONTROTENDENZA POSITIVA

All’aumento della richiesta, il mercato nazionale risponde con un incremento dell’offerta: la crescita della produzione di birra in Italia batte dal 2010 quella dei beni di consumo e dal 2013 accelera con decisione. E il trend trova conferme anche in questo inizio 2017: a gennaio l’indice della produzione di birra è aumentato di 3,5 punti rispetto allo stesso mese del 2016, a fronte del calo generalizzato della produzione industriale del 2,3%, il più elevato d’Europa, che segna +0,9% (Figura 3).

Anche i confronti internazionali sono incoraggianti: nel periodo 2010-2015, per quanto riguarda la produzione di birra, l’Italia ha viaggiato a velocità superiore rispetto alle altre nazioni facendo registrare una crescita pari al 9,4%, seguita a distanza dalla Spagna (+4,7%). Regno Unito, Olanda e Germania, dove tra l’altro esiste una tradizione birraria storicamente molto ben radicata, manifestano invece una contrazione più o meno marcata.Questo forte incremento nostrano di produzione e di consumo di birra deve comunque essere inquadrato all’interno di un mercato ridotto rispetto a quello dei maggiori Paesi. Occorre infatti considerare con negli scenari europei noi siamo soltanto decimi in termini assoluti di produzione di birra e che i nostri consumi pro-capite sono tra i più bassi, assieme a quelli dei ‘cugini’ francesi.

 

 

BIRRA: CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO, ALL’OCCUPAZIONE E ALL’IMPRENDITORIALITÀ

I numeri del settore birarrio in Italia sono interessanti da più punti di vista: nel 2016 i maggiori produttori hanno complessivamente generato un giro d’affari stimabile in circa 2 miliardi di euro (stima su dati Istat), con una crescita del 21% nell’ultimo decennio. Il comparto si presenta con una solida struttura industriale, con le prime 10 aziende per fatturato che, da sole, coprono circa l’86% del volume d’affari. Nel 2015 questi 10 top player hanno prodotto 370 milioni di euro di valore aggiunto (+3,3% versus 2014), impiegando direttamente 2.387 unità, ovvero il 44,6% dei dipendenti dell’intero settore.

Il buon periodo che il mercato della birra sta attraversando non coinvolge solo i big del mercato ma stimola contestualmente la nascita anche di una nuova imprenditorialità giovanile: i microbirrifici (realtà con una produzione annua inferiore ai mille ettolitri), sono arrivati a +500 unità nel 2015, con una crescita dell’84% rispetto al 2010 (fonte: Assobirra), per un totale di 716 comprendendo anche i brewpub (fonte: Unionbirrai). Tuttavia, è giusto ricordarlo, questi soddisfano solo il 2,1% del consumo complessivo, andando ad accontentare le esigenze di piccole nicchie di mercato (per qualità e localizzazione). L’andamento positivo delle imprese, grandi e piccole, industriali e artigianali, ha creato nuove opportunità di lavoro. Nel periodo 2010-2015, ovvero mentre l’occupazione in Italia calava complessivamente dello 0,3% (dati Istat), l’industria birraria italiana ha incrementato il numero di dipendenti diretti del 34% (Figura 4).

 

 

L’IMPORT: IL PRINCIPALE COMPETITOR

Importazioni/esportazioni: la chiave di lettura è duplice. Un indicatore sicuramente positivo è il dato che segnala come nell’ultimo decennio le esportazioni italiane di birra hanno palesato un trend di forte crescita. Davvero notevole la performance del 2015 con quasi 2,3 milioni di ettolitri made in Italy esportati (+14% sul 2014).

Questo dato va però valutato in un quadro complessivo che vede la bilancia degli scambi commerciali pendere ancora sul piatto delle importazioni. Ben il 37,3% dei consumi italiani del 2015 è infatti da ricollegarsi a birra prodotta all’estero, valore molto superiore (fonte: Brewers of Europe) rispetto a nazioni come la Germania (7,6%), la Spagna (12,4%), Paesi Bassi (14,3%), Regno Unito (20,6%), Francia (34,7%).  Quella che arriva dall’estero è spesso birra di qualità magari non eccelsa ma molto concorrenziale dal punto di vista del suo prezzo finale. Conti alla mano, in Italia si importano, in termini assoluti, quasi 7 milioni di ettolitri di birra, ovvero oltre un triplo dei quantitativi esportati.L’import continua dunque a essere il principale competitor per i produttori italiani. Questo, inevitabilmente, rappresenta per l’intero comparto un freno che rischia di ‘gelare’ i bagliori di Primavera e di rallentare le sue potenzialità di sviluppo.

LA FONDAZIONE BIRRA MORETTI

Iscritta nel registro della Prefettura nel 2015, opera senza fine di lucro e ha lo scopo, ai fini del raggiungimento di finalità di pubblica utilità, di migliorare la cultura della birra in Italia, attraverso la diffusione della cultura della birra a tavola, lavorando su driver che generano un impatto positivo sulla vita culturale, economica e sociale del nostro Paese. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione che si basa sulla partecipazione di coloro che condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

 

ALTHESYS STRATEGIC CONSULTANTS

È una società professionale indipendente specializzata nella consulenza strategica e nello sviluppo di conoscenze. Guidata dal professor Alessandro Marangoni, è attiva nelle aree dell’analisi strategica, della ricerca economico-finanziaria e della sostenibilità. Ha una profonda conoscenza dei settori ambientali, energetici, delle public utilities e agro-alimentari. I think tank IREX nel settore dell’energia, Top Utility nel comparto delle public utility e WAS in quello della gestione ambientale e del riciclo sono punti di riferimento e occasioni di confronto per gli operatori dei rispettivi settori. Althesys realizza studi e ricerche a livello nazionale e internazionale   per conto di primarie imprese e istituzioni.

 

+INFO: www.fondazionebirramoretti.it
Coordinatore: Paolo Merlin – Tel. 02 27 076 012 Ufficio Stampa Fondazione Birra Moretti

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