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The Rum Day e The Whisky Day, il meglio dei distillati con una storia da raccontare


Foto presa da Facebook di Bartender.it

Dal Centro America all’Irlanda, all’insegna della distillazione di due dei prodotti più profondi e introspettivi che si possa degustare al mondo. Rum e Whisky protagonisti all’evento di Bartender.it presso Mega Watt Court di Milano per una due giorni di immersione nel mondo della canna da zucchero e del malto, che ha permesso di spaziare tra degustazioni, masterclass, scoperte e racconti, inebriati dagli aromi esotici e inconfondibili dei distillati. Sugarcane da un lato,  Malt&Grain dall’altro per un’unica esperienza da raccontare. Anzi, che ha raccontato.

 

 

C’è chi si scinde in entrambe le dimensioni. OnestiGroup parla di frutta macerata nel rum agricolo bianco con sciroppo di canna e vaniglia, Les Arranges della famiglia Damoiseau: tradizionale, tropicale, esotico.

 

Gran e segale dal lato whisky, con la proposta ampliata da Larceny e Pikesvillemorbidi e rotondi, che fanno da apripista alla leggenda del prodotto di punta, Elijah Craig: un bourbon che prende il nome da un reverendo, lo scopritore del metodo di invecchiamento in botti carbonizzate, ottenute per la prima volta da un incendio in una distilleria. Sorprendentemente, il risultato non fu quello di affumicatura, bensì quello di un sentore vanigliato, unico, rimasto intatto fino ai nostri giorni.

 

C’è chi con un solo prodotto racconta in molteplici storie e le sfaccettature di un mondo che cambia. La storica casa di importazione Sagna descrive la flessibilità del mercato del rum, che passa dalla mixology alla meditazione, dallo stile caraibico direttamente ottenuto con il succo di canna da zucchero a quello inglese che si ottiene fermentando la melassa. Un solo prodotto che quindi assume caratteristiche diverse, a seconda dell’angolazione. Il Rhum J.M bianco viene proposto con due gradazioni alternative: 40 gradi, che esalta i profumi esotici e richiama la canna da zucchero, o 52 gradi, dai toni salmastri che riporta sentori di olive. “Sotto i 50 gradi in Martinica, il rum è considerato per uso pediatrico…”

 

 

C’è chi si dedica a entrambi gli universi, forte del ruolo di colosso che però non finisce mai di insegnare e curare il proprio prodotto: maggior successo vuol dire maggior responsabilità. Il colosso Campari è presente infatti su entrambi i fronti, e non manca di dimostrare la consueta classe. Sul versante rum veste i panni di Appleton Estate, che tramite i mixologists Ilaria Migliorini, Ettore Barbato e Cristian Lodi ripropone un classico come il Mai Tai, rivisto però in diverse chiavi: ispirato all’Oriente (My Thai), alla tradizione (Il Mio Tai) o addirittura ai gusti di un gelato (Cacio e Pere).

 

 

Dal lato whisky si trova invece la garanzia Wild Turkey, nome che non ha bisogno di presentazioni e che nel corso dell’anno ha permesso ai propri allievi di sperimentare la vera essenza, e la vera esperienza, del nativo Kentucky, con un campus ad hoc raccontato da chi effettivamente lo ha vissuto.

 

 

C’è chi sperimenta e trova soluzioni di pregio fin nel cuore del Sud America. Mavi Drink si conferma con due prodotti completamente diversi tra loro. Ron Canuto, esclusivo per il mercato europeo, un rum ecuadoriano invecchiato sette anni, con botti e bottiglie numerato e originario di un parco naturale, con acqua purissima delle Ande e invecchiamento a duemila metri d’altezza; e Ron Jungla, nove anni di invecchiamento a Cuba in botti ex bourbon, poi volo diretto per un ulteriore anno di invecchiamento a Maiorca, in botti ex brandy. Da provare riscaldato per esaltare la ciliegia.

 

 

C’è una particolarità tutta italiana, tra le maggiori distillerie di rum sul territorio del Belpaese. La bolzanina Ronen, che propone una melassa dai forti toni di liquirizia, e due varianti di rum, bianco o scuro, che viaggiano tra mele, pere e canna da zucchero. “Non facciamo rum francese o caraibico. Facciamo rum italiano”.

 

 

C’è il classico di Rinaldi 1957, che intreccia brillantemente entrambi i prodotti. Un whisky irlandese Teeling invecchiato in botti di rhum Trois Rivieres, con un finish caraibico; e un rhum Trois Rivieres, agricolo, invecchiato otto mesi in botti di whisky Teeling. Più semplice e geniale di così… Rinaldi propone anche la perla del Don Papa Cherry Cask, già esaurito in venticinque giorni: quattro anni in bottiglie ex bourbon e poi diciotto mesi in quattro diversi tipi di cherry, per sentori diversi e più secchi del normale. L’ultimo arrivato è la Maison du Rhum, una collezione di rum provenienti da varie nazioni in esclusiva Rinaldi: da Trinidad e Tobago, Venezuale, Perù. Un’aggiunta importante per i whisky lovers italiani.

 

C’è, in definitiva, ogni appassionato di rum e whisky che si dedica senza freni ai propri prodotti, per poterne raccontare storie ed emozioni e trasmetterlo anche a chi ci si approccia per la prima volta. Parafrasando un vecchio detto dominicano, “Non esistono problemi irrisolvibili, esiste solo troppo poco rum”.

+info: www.therumday.it/ e www.thewhiskyday.it/

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