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Asolo Prosecco, tutta un’altra storia. Sbarca a Milano sui mezzi storici e bike sharing la campagna di comunicazione del Consorzio. Un periodo non certo facile, ma la voglia di continuare questa campagna all’ombra della Madonnina testimonia la volontà dell’Asolo Prosecco di conquistare i milanesi. Campagna partita in pieno lockdown, come spiega il presidente del Consorzio Ugo Zamperoni.  “Sbarcare a Milano è importante, anche per il valore simbolico che tocca questa campagna tra bike sharing e un mezzo come il tram storico per Milano –le parole di Ugo Zamperoni, Presidente del Consorzio Prosecco Asolo. Nell’immaginario collettivo si immagina una città dove c’è la moda, tecnologia e finanza, vogliamo portare un pò di tradizione un’idea diverso di Prosecco”.

 

Una denominazione quella di Asolo che vede 19 comuni all’interno della denominazione, un’enclave del Prosecco che conta 17 milioni di bottiglie vendute nel 2020, numeri importanti ma una goccia nel mare prosecchista, lo sbarco a Milano per una vetrina nazionale e un by pass anche per le vetrine internazionali orgogliosi. “Non a caso il claim di Asolo è tutta un’altra storia, abbiamo una storia diversa da raccontare, un territorio di collina nella pedemontana veneta tra Treviso e Venezia e le città d’arte- spiega il consulente strategico Angelo Peretti- Asolo è conosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia, un respiro totalmente veneziano per una cittadina reiventata in epoca veneziana, con colori veneziani Asolo che hanno le tonalità del suo vino e del suo territorio”.

Ugo Zamperoni

Guardando i dati in rapporto alle altre due denominazioni, la grande Doc Prosecco con 485 milioni e il Proseco Docg Valdobbiadene con 92 milioni di bottiglie, i numeri di 17 milioni dell’Asolo rappresentano un cru del Prosecco con La Rocca simbolo di Asolo e di tutto il territorio. Una crescita costante dell’Asolo dalla 1985, anno di nascita Consorzio, nel 2009 l’Asolo diventa Docg, Prosecco Superiore Docg o solo Asolo. Nel 2012 viene avviato un progetto di denominazione, nel 2014 l’innovazione porta la prima annata del Prosecco Extra Brut, una tipologia con un concetto di bevuta più secca che differenzia Asolo e metta una delle pietre miliari. Una denominazione che sul mercato stava letteralmente volando prima che scoppiasse la pandemia globale del Covd 19, nel 1° trimestre Asolo stava volando negli Usa ormai stabile primo mercato di un export che assorbe il 60% della produzione, anche il mercato italiano ed europeo stavano andando bene grazie al lavoro dei 400 soci che lavorano 2000 ettari di territorio vitato. Una crescita che ha fatto salire il numero di bottiglie dal 2013 al 2019 da 1,1 a 17 milioni, una crescita consistente con il lavoro svolto da 35 cantine e di cooperative a cui conferiscono i viticoltori che si prendono cura di un terroir fatto di colline scoscese e biodiversità conservata, con il taglio medio di appezzamenti in vigna microspico con la prevalenza del lavoro manuale senza possibilità di meccanizzazione. Quattro tipologie ammesse dal Consorzio, dal Dry, Extra Dry, a Brut, Extra brut che con il residuo di 6 g/lt ha aperto un nuovo trend, mentre il Consorzio sta lavorando a una modifica del discplinare con la possibilità di un prodotto nuovo sui lieviti senza sboccatura. “Crescevamo a un ritmo del 22%, con la pandemia un rallentamento c’è stato anche se nel terzo trimestre la denominazione ha visto un +3% -continua Zamperoni-la considero una crescita importante che ci ha consentito di riuscire a continuare ad essere presenti nei principali mercati su diversi canali, un segnale di fiducia nel disastro per il vino alla fine vendemmia qualitativamente eccezionale non c’è concorso dove non ci sia un Asolo apprezzamento verso nostro prodotto la passerella milanese togliersi dal provincialismo e non trovare dalla porta accanto”.

L’obiettivo della campagna visual e digital come spiegato da Michele Bertuzzo di Studio Cru è quello di far conoscere meglio questa denominazione. “Abbiamo colonizzato la stagione Bike Sharing Duomo e 180 biciclette, il mezzo ideale in questo momento Covid-Free oltre a colorare di Asolo due tram. Siamo consapevoli che c’è meno gente a Milano in questi giorni, ma ci sembrava opportuno portarla avanti per essere presenti nelle case dei tanti wine lovers che continuano a stappare a casa Asolo. La fase uno è sul  territorio, avremo una seconda parte sul digital con una campagna social per spiegare come abbinare l’aperitivo Asolo, l’indicazione dei luoghi fisici della città tra Gdo , ristoranti, bar ed enoteche dove si possono reperire questi prodotti”. Una campagna di comunicazione dell’Asolo Prosecco che durerà sino a Natale, indirizzata al pubblico di Milano e provincia sarà attiva anche sui profili social del Consorzio, con lo scopo di promuove l’acquisto attraverso i canali tradizionali e l’e-commerce. Nella campagna verranno inoltre suggeriti degli abbinamenti con delle ricette facili da preparare per un aperitivo domestico. In seguito verranno coinvolte anche le principali piazze del Veneto e le più importanti città italiane come Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli

Un aperitivo virtuale con la presenza di addetti ai lavori dove non sono mancate le domande che hanno trovato una risposta. In particolare Zamperoni ha confermato che da due anni c’è stato il blocco delle rivendiche per cui i 2.000 ettari dovrebbero considerarsi al momento un territorio delimitato, a meno che dal Consorzio non si ravvisi l’esigenza di avere più prodotto in raccordo con le cantine, anche se l’operazione di riserva vendemmiale dovrebbe rendere questa opzione non necessaria. In un panorama affollato di offerta sugli sparkling la domanda principale resta il perché un consumatore dovrebbe scegliere Asolo? “Per una questione di identità, in un momento in cui sul mercato c’è tantissima offerta vincerà chi è più forte come denominazione identitaria –chiosa Peretti- Da alcune ricerche condotte abbiamo rilevato che per i consumatori Asolo ha una sua identità territoriale, è abbastanza indifferente che un consumatore prenda una bottiglia x o y, l’importante che trivi quello che si aspetta nel bicchiere per andare sul sicuro dal punto di vista organolettico e gustativo. Esempi virtuosi da questo punto di vista ce ne sono, basti pensare allo Champagne dove il consumatore beve uno stile e solo in pochi casi cerca una marca specifica, in piccolo ad Asolo stiamo cercando di replicare questo modello partendo da un concetto di Cru del Prosecco”.

 

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