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Che sia espresso, lungo, nero, macchiato, all’americana o con ghiaccio, il 97% degli italiani non rinuncia a iniziare la giornata con un buon caffè. Per molti è un rituale, un bisogno, un dolce vizio, per altri un momento di aggregazione sociale, un internazionale clichè che accompagna fugaci pause o ore di relax. Per tutti, incondizionatamente, è un valido alleato per  la salute psico-fisica. Scopriamo perché.

È un energizzante naturale

Meno assonnati e più dinamici grazie alla caffeina, la sostanza psicoattiva contenuta nel caffè. La sua presenza, infatti, favorisce l’azione di alcuni neurotrasmettitori – quali, la noradrenalina e la dopamina – noti proprio per il loro effetto energizzante. Molti studi scientifici, per giunta, hanno messo in evidenza come il caffè sia in grado altresì di stimolare altre funzioni cerebrali, tra cui: la memoria, l’umore, l’attenzione, i tempi di reazione e le generali funzioni cognitive.

Accelera il metabolismo

La ricerca scientifica ha evidenziato come la caffeina sia in grado di sollecitare il tasso metabolico del 3-11%. Nota dolente per gli incalliti coffee lovers: tali effetti potrebbero però risultare meno intensi in coloro che bevono caffè da lungo tempo, come prodotto dell’assuefazione.

Ritarda l’invecchiamento

L’alto contenuto di antiossidanti rende il caffè un potente antagonista dell’invecchiamento. È stato dimostrato, inoltre, che se assunti attraverso una fumante tazza di Arabica 100%, piuttosto che da altri alimenti – come frutta e verdura – , gli antiossidanti hanno, in verità, una maggiore possibilità di essere assorbiti dal nostro organismo.

 

 

Riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo 2

Come messo in luce dalla letteratura scientifica, i bevitori di caffè incorrono in un rischio significativamente minore di sviluppare il diabete di tipo 2, ovvero la patologia caratterizzata da elevati livelli di zucchero nel sangue. Nello specifico, è stato dimostrato che ad ogni tazza di caffè bevuta corrisponderebbe una riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 pari al 7%.

Aiuta a prevenire Alzheimer e Parkinson

L’Alzheimer e il morbo di Parkinson rappresentano le due malattie neurodegenerative più diffuse al mondo. In entrambi i casi non esiste una cura risolutiva, pertanto la prevenzione attraverso la cura dello stile di vita rappresenta certamente uno degli strumenti più efficaci ed importanti. Ma anche in questi casi, sorprendentemente, la ricerca scientifica ha mostrato come il caffè possa rappresentare un prezioso strumento di difesa. La sua azione, infatti, contribuirebbe a ridurre fino al 65% il rischio di insorgenza dell’Alzheimer, e tra il 32% ed il 60% il rischio di morbo di Parkinson.

Ma quanto Caffè Bere?

Che sia la giusta dose a fare la differenza non è certo una novità. Al fine di apportare concreti benefici e non incorrere, al contrario, negli indesiderati e sgradevoli effetti collaterali, seguire la regola del “No all’eccesso”, si rivela essere sempre una strategia vincente. Anche per il caffè. Un limite ragionevole è fissato nell’assunzione di 300 milligrammi di caffeina al giorno. Dal momento che un espresso fornisce mediamente 60 mg di caffeina e in una tazzina di tipo moka, invece, se ne calcolano circa  85, i conti sono presto fatti. Tuttavia, dal momento che la caffeina è presente in  oltre 60 specie vegetali, tra cui il cioccolato ed il tè, occorre considerare anche il contributo degli altri alimenti.

 

 

Fonti: www.starbene.it/alimentazione/mangiare-sano-alimentazione/caffe-benefici-organismo/

www.my-personaltrainer.it/salute/caffe-salute.html

A cura di Redazione Beverfood.com

© Riproduzione riservata

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