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Nella galassia degli spirits si sta assistendo a una sorta di ossimoro. Parlare infatti di distillati senza alcol potrebbe sembrare un controsenso, ma il mercato ormai sta scommettendo su questa nuova tendenza 0.0% che sta dilagando anche in tempi di pandemia. I motivi sono presto detti, da una ventata di salutismo che vede i low alcol meno calorici, a fattori legati all’abuso di alcol e situazioni conseguenti, mettiamoci pure l’effetto moda che sembra aver convinto anche quei consumatori più scettici. Dal classico analcolico alla frutta, oggi  più che mai chi cerca questa tipologia non lo fa come ripiego ma come prima scelta, un fenomeno dei Mocktail con tanto di tecnica per realizzare dei drink classici dalle stesse caratteristiche organolettiche con alcol free o gradazioni contenute.

 

La risposta di mercato non si è fatta attendere per una domanda sempre meno latente ma più evidente, un win win per tutti considerato anche l’impatto economico delle accise sugli alcolici in molti paesi del mondo. Uno degli ultimi casi in ordine di tempo è stato il lancio di 0,0% di Gordon, uno dei gin più iconici del settore creato distillando le stesse botaniche utilizzate nel London Dry Gin di Gordon. “Il nostro team di esperti di innovazione di Gordon’s ha combinato anni di esperienza e conoscenze storiche sulla distillazione del gin per creare un’esperienza credibile senza alcol- il commento di Anita Robinson, direttore marketing Diageo UK. Le botaniche sono immerse individualmente in acqua, riscaldate e poi distillate prima di essere sapientemente mescolate insieme per catturare l’essenza di Gordon’s, una alternativa senza alcol. Uno speciale processo di distillazione che è un segreto strettamente custodito, per portare ai bevitori di gin quel gusto guidato dal ginepro che si aspettano da Gordon quando scelgono di non bere alcolici.

Anche altri big del beverage si stanno muovendo, Pernod Ricard, ha confermato di aver acquisito una quota di maggioranza nel marchio spirit analcolico distillato Ceder’s, dopo essere entrata in questo segmento senza alcol nel 2018 lanciando proprio Ceder’s nel Regno Unito. Un brand creato dalla coppia di marito e moglie Craig Hutchison e Maria Sehlstrom all’inizio del 2017, Ceder’s è realizzato con botaniche sudafricane e acqua svedese. La gamma include le espressioni Classic, Crisp e Wild che ha fatto il suo debutto negli Stati Uniti nell’ottobre 2020 ed è ora disponibile in oltre 24 mercati e potrà sfruttare l’ampia rete di distribuzione globale di Pernod Ricard.

Bacardi prevede che il valore delle vendite al dettaglio della categoria low alcol nell’Europa occidentale raggiungerà i 500 milioni di dollari entro il 2024, intanto hanno lanciato degli  nella categoria analcolica con due aperitivi senza alcol al grido di “Less is more“. Nel giugno 2019 il proprietario di Funkin Cocktails ha acquisito una partecipazione del 20% in Elegantly Spirited, produttore di Stryyk “spirito” a zero alcol, per 1,2 milioni di dollari. Nell’agosto 2019 sempre Diageo ha acquisito il brand analcolico Seedlip, mentre qualche mese dopo Distill Ventures, un progetto sempre targato Diageo, è entrato con una quota di minoranza nel marchio di bevande analcoliche Ritual Zero Proof.

Nel mercato italiano ci sono anche marchi più piccoli che si stanno distinguendo con un’offerta mirata e grazie ad accordi con distributori nazionali. Il caso di MeMento, selezione esclusiva di acque aromatiche distillate e miscelate da ingredienti di origine biologica senza alcool e zuccheri, vegan e gluten free. Oppure ApoJuice, una linea di estratti analcolici artigianali per la mixology, nato come alternativa ai classici succhi a base di frutta di norma usati nella creazione di drink.

Il nostro paese è anche una terra di esperimenti, come dimostra la volontà di Lyre’s, marchio australiano innovativo di distillati analcolici, pronto a sbancare il mercato italiano dopo il lancio di successo del prodotto avvenuto in America, Regno Unito, Australia, Irlanda e in tutta Europa, conquistando con una crescita rapida più di 30 paesi.

Da manuale anche il caso di JNPR, un prodotto nato in Francia con ingredienti selezionati riprendendo esperienze del passato, quando nel XVII secolo le bacche di ginepro distillate e altre piante e spezie come i semi di coriandolo, erano molto ricercate e rinomate per le loro proprietà medicinali. Qualità e sapore, gusto fresco e delicato, con lo zampino del barman Flavio Angiolillo per lo sviluppo della bevanda nel comparto della mixology.

Da segnalare anche Fluère presente sul mercato italiano dal 2019 grazie a Pallini. Un distillato non alcolico creato con la stessa tecnica che i maestri profumieri usano per distillare i profumi, la ricetta si ispira alle erbe e spezie officinali raccolte dalle legioni romani nelle le diverse zone dell’Impero. Per la forma fisica ci si affidava agli effetti disinfettanti della lavanda, il ginepro teneva fuori gli spiriti maligni, ma si credeva anche che fosse positivo per i reni e la vescica, il coriandolo era usato per il suo effetto positivo sull’intestino. Queste sono le botaniche presenti in Fluère Original che proprio come un distillato alcolico si sposa perfettamente con la tonica. La gamma comprende anche Fluère Amber (a base melassa da canna da zucchero), Fluère Pink (raspberry blend), e Fluère Agave.

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