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Tutto quello che avreste voluto sapere sul caffè, ma non avete mai avuto il coraggio di chiedere. È stato più o meno questo il primo The Milan Coffee Festival: tre giorni di divulgazione e informazione, sulla scia delle tappe internazionali di Amsterdam, Los Angeles, Londra e New York, sul chicco più noto del mondo, per rivelare quanto lavoro e ancor di più quanta passione si celano dietro i banconi dei bar o anche solo le cuccume di ogni cucina.

 

 

L’intera filiera è stata protagonista per celebrare il caffè artigianale, con ogni singolo componente a recitare una parte da co-protagonista per un copione perfetto, quello di uno dei rituali più amati dagli italiani e non solo. Dalla nascita del prodotto tra le piantagioni, fino all’estrazione attraverso le macchine di ultima generazione e design, come quelle fatte a mano da La Marzocco, patrocinante peraltro del progetto True Artisan Cafe: un coffee-shop in cui diversi torrefattori indipendenti, a rotazione, hanno messo mano alle macchine per creare bevande e cocktail d’autore, addirittura i ravioli al caffè di Tipografia Alimentare, offrendo al pubblico la possibilità d’incontrare gli artigiani del caffè uno a uno.

 

 

Presentissimi i big della filiera come Lavazza, che oltre al Lab teatro di dimostrazioni interattive, workshop, degustazioni, conferenze e dibattiti live ha gestito due zone tematiche sotto l’ombrello dell’espresso iTierra: Brasile e Colombia a fare da sfondo alla tradizione e al progetto Lavazza, sempre più votato al sostenibile e al futuro, tra innovazioni tecniche e culturali come i coffetails, i drink a base caffè che ormai sono parte integrante del panorama della mixology. A sua volta protagonista, peraltro, con la cocktail competition dedicata e una nicchia riservata alla Latte Art, la decorazione con latte, magistralmente dimostrata dalla campionessa italiana Manuela Fensore.

 

 

È stata un’occasione per squarciare il velo e andare dietro le quinte di un’abitudine apparentemente semplice, che invece nasconde una serie importante di studio e dedizione, per curare i minimi dettagli e rendere ogni tazzina un’esperienza da vivere. Fondamentale perciò l’apporto e lo spazio dedicato alla tecnologia, su due piani essenziali: l’acqua potabile su cui lavora Brita, con i suoi depuratori in prima linea per sottolineare quanto l’acqua sia contribuente imprescindibile per la qualità del prodotto, non soltanto doveroso anticalcare. E le macchine in senso stretto, come quelle rivoluzionarie di Faema, l’ultimo grido in termini di ergonomia e funzionalità: igiene perfetta, controllo termico e automazione, il massimo dell’efficienza. Chi offre il caffè?

 

+info: www.milancoffeefestival.com

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