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Fra i vari interventi di esperti ospitati all’interno dell’ultimo Annual Report 2021 di Assobirra andiamo a riportare l’intervento di Matteo Minelli (Vicepresidente di Assobirra), dedicato al settore delle birre artigianali.

 

 

È innegabile: due anni di pandemia hanno avuto sul settore birrario un impatto fortissimo. I micro-birrifici, in particolare, hanno assistito pressoché impotenti a un significativo calo del fatturato, segnatamente quello relativo alla somministrazione diretta, e hanno dovuto far ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti e alle minime e circoscritte misure di sostegno messe in atto dallo Stato.

Per fronteggiare un contesto di tale potenziale drammaticità, la birra artigianale ha avuto infatti l’abilità di reinventarsi, tra le altre cose potenziando e-commerce e delivery per adeguarsi al consumo casalingo. In questo modo, il segmento ha saputo non solo sopravvivere e riemergere più forte dalla crisi, ma altresì fungere da traino per la ripartenza dell’intera economia italiana. Parallelamente, e per mettere il settore in sicurezza, AssoBirra ha lavorato con deciso impegno, in coordinamento con altre Associazioni, sul Decreto Ristori e soprattutto su quella proposta di riduzione delle accise che ha infine visto il giusto riconoscimento normativo con la legge n. 234 del 31.12.2021.

 

 

RICHIESTA LA SOSPENSIONE DURATURA E PROGRAMMATICA DELLA TASSAZIONE

L’avvio positivo del nuovo anno, tuttavia, ha ben presto dovuto fare i conti con il continuo incremento dei costi delle materie prime – e con il caro energia, soprattutto – entrambe criticità legate allo scoppio della guerra in Ucraina, e tali da mettere nuovamente in pericolo l’intero settore. Ancora una volta, AssoBirra si è mossa tempestivamente e con determinazione per proteggere il settore, con richieste precise, puntuali e congrue, auspicando anzitutto – in favore dei birrifici artigianali – una riduzione delle accise che non si fermi alla contingenza presente ma sia invece estesa anche agli anni successivi.

“Come Associazione, ribadiamo con forza quanto sia necessario pensare a una sospensione duratura e programmatica della tassazione, al fine di poter impiegare gli importi così risparmiati per fronteggiare i già citati aumenti di costi, oggi più che mai una spada di Damocle sospesa sull’intero segmento artigianale.”

 

 

FONDI: URGONO SEMPLIFICAZIONI BUROCRATICHE, PERCORSI FORMATIVI, ACCESSO FACILIATO AL CREDITO

Se il taglio delle accise può rappresentare un primo passo a sostegno dei micro-birrifici, lo è solo a condizione che non rimanga intervento isolato; al contrario, la disciplina di legge deve continuare a muoversi verso nuove concrete misure a sostegno del settore. Per quanto riguarda invece i fondi messi a disposizione della filiera, occorrono meno proclami e più concretezza. È indispensabile facilitare l’iter di presentazione delle richieste e di concessione, in modo che i soggetti legittimati possano effettivamente beneficiarne, mentre è purtroppo evidente come, nella maggior parte dei casi, cavilli burocratici e cervellotici requisiti di ammissione rendano in effetti quasi impossibile l’accesso ai fondi e, di conseguenza, ogni possibile crescita o sviluppo delle aziende interessate. Semplificazioni burocratiche tali da facilitare la gestione quotidiana dell’azienda; percorsi formativi idonei a fornire la competenza economica, tecnologica, agro – alimentare e giuridica adeguata a competere in questo mercato; non ultimo, accessi facilitati a credito e project. Sono tutti provvedimenti a nostro avviso non solo funzionali, bensì indispensabili alla crescita del segmento.

 

FONDI A DISPOSIZIONE DELL’INTERA FILIERA

C’è inoltre da aggiungere una precisazione di carattere strutturale: contrariamente a quanto avviene adesso, i fondi andrebbero organicamente messi a disposizione dell’intera filiera, dapprima impiegati nella promozione dell’attività agricola, favorendo le coltivazioni di luppolo, malti e orzo; e a seguire – ricalcando in effetti l’iter del processo produttivo – nel potenziamento degli stabilimenti e dei processi di lavorazione, ove le materie prime vengono trattate per ottenere il prodotto finale.

 

 

PROMUOVERE LA FILIERA CORTA e IL “MADE IN ITALY” DELLE BIRRE ARTIGIANALI ITALIANE

Un altro nodo cruciale è giungere quanto prima al riconoscimento non più solo vago o formale del fenomeno birrario artigiano. Nonostante le dimensioni, la rilevanza e il potenziale dello stesso, la Politica infatti ancora fatica ancora a riconoscerne il ruolo strategico entro lo scenario economico nazionale, forse a causa di un retaggio culturale che vede la birra quale prodotto industriale, così svalutandone le connessioni con il territorio d’origine e l’eccellenza delle materie prime impiegate nella produzione. Affinché appunto sia infine acclarato il carattere agro-alimentare della birra artigianale, la Politica dovrebbe focalizzare la propria attenzione su elementi fin qui negletti, quali formazione specialistica e know-how dei produttori; valorizzazione territoriale-gastronomica del prodotto; innovazione tecnologica, che interessa in egual misura macchinari, impianti, tecniche di produzione; nonché – in primis e soprattutto – l’utilizzo della filiera corta quale sistema produttivo di élite. Elaborare al più presto un quadro normativo idoneo a disciplinare, promuovere e proteggerete questa realtà artigianale – così incentivando tra l’altro gli investimenti – dovrebbe essere per il legislatore una priorità ormai indifferibile. In difetto di tale presa di coscienza e volontà d’intervento, lo scenario birrario artigianale italiano continuerà a essere penalizzato nei confronti delle omologhe realtà d’oltre confine. Eppure, è difficile non scorgere oggi le grandi potenzialità della birra artigianale italiana, tanto come merce da esportazione quanto come araldo del Made in Italy, nella misura in cui valorizza il territorio di produzione, l’eccellenza dei presidi locali, i processi di tracciabilità e filiera corta.

 

 

VERSO L’ECO-SOSTENIBILITÀ DEI SITI DI PRODUZIONE

All’inerzia del legislatore, peraltro, fa da contraltare l’accresciuta maturità degli appassionati, sempre più attratti dalle produzioni naturali, genuine e sostenibili. Le birre artigianali rappresentano in effetti un prodotto che consente al consumatore di uscire da modelli di consumo omologanti, offrendogli l’opportunità di distinguersi e una simile aspettativa da parte del pubblico ha spinto i produttori a puntare sulla qualità delle materie prime, quali orzo e acqua, limitando processi di filtrazione e pastorizzazione per mantenere intatte le proprietà nutrizionali del prodotto e virare in modo sempre più decisa verso l’eco-sostenibilità dei siti di produzione. A fronte di un tale fermento, che accomuna produttori e consumatori, si comprende come l’inerzia della Politica sia non solo ingiustificata ma, francamente, inspiegabile.

Per maggiori informazioni:
www.assobirra.it

Scheda e news:
Assobirra

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