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Putin ha firmato una legge in base alla quale il nome iconico è riservato solo ai prodotti nazionali, mentre quelli importati dovranno definirsi spumanti. Moet-Hennessy blocca immediatamente le esportazioni, in un braccio di ferro che potrebbe avvantaggiare i prodotti italiani, che nel primo trimestre hanno già segnato un +37% delle vendite.

Vladimir Putin dichiara guerra allo champagne francese con il varo di una legge che penalizza lo status symbol, a livello terminologico, della bevanda più nota al mondo. Il presidente russo ha aperto le ostilità con la firma di una legge in base alla quale lo champagne esportato nella Federazione non potrà più chiamarsi così ma dovrà accontentarsi della più generica denominazione generica di “spumante” o “sparkling wine”.

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La denominazione Champagne (‘shampanskoe’ in russo) sarà invece riservata solo ai vini spumanti di produzione nazionale, prodotti in Russia. Il colosso francese del lusso LVMH (produttore delle marche di champagne Moet & Chandon, Veuve Cliquot e Dom Perignon) ha immediatamente reagito prendendo la decisione di fermare l’export e con il ritiro dei propri Champagne in Russia. LVMH ha fatto sapere che però riprenderà l’esportazione di Champagne in Russia non appena avrà pronte le nuove bottiglie con le etichette che riportano la scritta “Sparkling Wine” secondo le indicazioni della nuova legge.

Il termine champagne, oltre ad essere un brand identitario per i francesi, è una denominazione d’origine protetta che fa riferimento alla provenienza da un luogo d’origine ben preciso, la regione dello champagne, appunto, in Francia. E anche se fin dall’epoca dell’Unione Sovietica il termine champagne tradotto in cirillico è stato utilizzato per la distribuzione di un alcolico frizzate prodotto in sole tre settimane nelle distillerie locali, ora la decisione suona come una provocazione.

LE PROTESTE DEL COMITÉ CHAMPAGNE

Insorge anche il Comité Champagne. «Privare gli champenois del diritto di usare il nome «champagne» (in cirillico) è scandaloso; è il nostro patrimonio comune e la cosa per noi più preziosa». Il Comité chiede alle aziende della champagne di fermare tutte le spedizioni verso la Russia fino a nuovo ordine. «Il Comité Champagne disapprova questa normativa che non assicura ai consumatori russi un’informazione chiara e trasparente sull’origine e le caratteristiche dei vini. Il Comité si dispiace che questa nuova legge rimetta in discussione più di vent’anni di colloqui bilaterali tra l’Unione Europea e la Russia sulla protezione delle denominazioni d’origine e sta analizzando i dettagli e le conseguenze di questa legge, di cui non era stato informato dalle autorità russe». Il nome champagne è protetto in più di 120 paesi, gli champenois fanno appello alla diplomazia francese ed europea per ottenere la modifica di questa legge inaccettabile.

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…MA POTREBBERO AVVANTAGGIARSI GLI SPUMANTI ITALIANI

La guerra delle bollicine è appena cominciata e ad avvantaggiarsene potrebbe essere il settore delle bollicine Made in Italy. Secondo stime della Coldiretti, infatti, il primo trimestre del 2021 ha segnato un aumento record del 37% nelle esportazioni di spumante italiano in Russia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo scorso anno sono state stappate 25 milioni di bottiglie di spumante nel paese di Putin, dove sono particolarmente apprezzati il Prosecco e l’Asti.

+info: www.ansa.it/sito/notizie/mondo/

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