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Tre indizi fanno una prova diceva la giallista Agatha Christie. Aria di novità in casa Mikkeller, il beer firm danese più famoso al mondo che ieri ha annunciato l’entrata di un nuovo Ceo, Kenneth Madsen, ex presidente di Pandora Asia Pacific, che dal 1 novembre entrerà a far parte del team come nuovo Ceo, mentre lo storico fondatore di Mikkel Borg Bjergs assumerà la carica di Direttore Creativo. “In termini di riconoscimento del marchio, Mikkeller è cresciuta molto nel mondo internazionale della birra artigianale, sono molto orgoglioso del team che abbiamo costruito da zero, ancorato dal COO Jacob Gram Alsing. Ora siamo pronti a fare il passo successivo, Kenneth aiuterà a portare Mikkeller al livello successivo”– il commento di Mikkel Borg Bjergs in una nota diffusa dall’azienda.

 

Indizio numero uno, di solito in questi casi quando il fondatore lascia il timone di un gioiellino che ha creato, si fiuta l’odore di possibili acquisizioni e dell’entrata di grandi player, magari proprio i connazionali danesi di Carlsberg? Lo schema come abbiamo imparato in altre situazioni, vedrà Mikkel Borg Bjergs concentrarsi sulla parte creativa di Mikkeller per rafforzare ancora di più il marchio, con lo sviluppo di prodotti e concept, collaborazioni emozionanti ed essere più forti in alcune delle località in tutto il mondo dove oggi Mikkeller è presente in Europa, Asia e Stati Uniti con una quarantina di ristoranti e altri tipi di bar, in Italia dallo scorso autunno è attiva una collaborazione con la pizzeria Berberè alle Colonne di San Lorenzo di Milano, mentre la birra è distribuita nel nostro paese da Interbrau. Uno sviluppo del marchio parte del suo lavoro che negli ultimi anni è stato sacrificato dal peso delle incombenze che la crescita finanziaria ha reso necessarie nel suo ruolo.

“Negli ultimi anni, ho dedicato molto tempo alla crescita e all’economia, e non è proprio qui che risiede il mio interesse principale. Con l’aiuto di Kenneth, avrò il tempo di concentrarmi e prendermi cura di ciò in cui sono veramente bravo, vale a dire sviluppare la parte creativa di Mikkeller, i prodotti e il marchio.” Gli sviluppi futuri vedono un enorme potenziale in Asia, dove Mikkeller ha aperto un bar Mikkeller a Shanghai all’inizio di quest’anno, il primo in Cina. Il fatturato del bar nell’estate 2020 segnata dal Covid-19 è stato del 300% superiore al fatturato medio di altri bar Mikkeller internazionali, un dato che esprime il potenziale in Asia, un mercato conosciuto da Kenneth Madsen, con l’ambizione di concentrare nell’Asia orientale la metà del business di Mikkeller entro la fine del 2022.

Indizio numero due, guardando il curriculum di Kenneth Madsen, balza subito all’occhio l’inizio carriera come tirocinante nel reparto marketing di Carlsberg 25 anni fa. Un profilo manageriale interessante,  negli ultimi 16 anni ha lavorato a Varsavia, Polonia e Hong Kong per grandi aziende internazionali danesi ECCO Shoes e PANDORA Jewelry, durante i suoi ultimi due lavori ha operato in oltre 35 mercati, ha aperto più di 1.000 negozi al dettaglio ed e-store e ha fondato diverse aziende. Kenneth Madsen ha 44 anni, è sposato con 4 figli e attualmente vive a Hong Kong, ma si trasferirà a Copenaghen nelle prossime settimane per iniziare il suo nuovo lavoro a Mikkeller il 1 novembre, ma il primo impiego non si scorda mai a giudicare dalle prime dichiarazioni ufficiali da ex Carlsberg.  “Fin dai miei tempi con Carlsberg, ho sognato un giorno di tornare al business della birra, quindi quando l’offerta è arrivata per entrare a far parte del team di Mikkeller è stato un gioco da ragazzi. Non solo Mikkeller è uno dei principali marchi di birra artigianale a livello mondiale con una forte attività in Europa e negli Stati Uniti, ma c’è anche un enorme potenziale di espansione in mercati non sfruttati come la Cina. Per qualcuno con il mio background questo è davvero un lavoro da sogno. Un prodotto fantastico, un marchio riconosciuto a livello mondiale e un’organizzazione estremamente innovativa sottolineano il grande potenziale di Mikkeller in futuro”.

Indizio numero tre, l’azionariato di Mikkeller e l’interesse per Carlsberg sul segmento artigianale. Nel 2016 il fondo d’investimento americano Orkila Capital è entrato nel capitale con una quota del 20% nella società. Da allora Mikkeller è cresciuto in modo esplosivo, il fondatore e managing partner di Orkila Jesse Du Bey, sostiene la decisione di Mikkel Borg Bjergs e ritiene che i tempi siano giusti per concentrarsi solo sulla parte creativa o leggendo tra le righe nel fare un passo indietro. Carlsberg ha fondato il proprio microbirrificio, Jacobsen nel 2005 e da allora ha rilanciato alcune delle birre speciali che il birrificio danese ha nel suo portafoglio. L’interesse per Carlsberg sul comparto artigianale può essere spiegato anche dalla corsa contro gli altri big del settore, spostarsi sul serio sulla birra artigianale sarebbe secondo alcuni osservatori la mossa migliore per crescere e quale occasione migliore di Mikkeler? Del resto i rumors che Mikkeller sia un’azienda interessante per Carlsberg non sono certo nuovi. In un articolo del 25 novembre del 2019 Lasse Friis su Berlingske, una delle testate danesi più autorevoli, segnalava come Carslberg avesse flirtato con Mikkeller nel 2017 e nel 2018 con discussioni concrete, con tanto di riporto in un libro in cui Carlsberg tesseva grandi elogi per il birrificio danese. Nello stesso articolo si leggeva che Mikkel Borg Bjergs già allora dubitasse che l’attuale struttura proprietaria fosse una soluzione a lungo termine per sviluppare il business e conquistare il maggior numero possibile di persone in tutto il mondo per bere birra artigianale: “Posso farlo meglio se ottengo aiuto”.

Ultimo indizio, mettiamoci pure che direttamente dalla Copenhagen Beer Week, una delle penne più note del settore birra come Maurizio Maestrelli, giornalista e ideatore della Milano Beer Week, sul suo profilo Facebook scrive testualmente. “Rumors dalla terra di Amleto: Carlsberg è prossima all’acquisto di Mikkeller. Io l’ho scritto, al massimo cancello tra qualche giorno”.

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