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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio War di Cassina de’ Pecchi con un’intervista a Francesco Radaelli ( www.birrificiowar.it ).

 

 

Il progetto War nasce da Francesco Radaelli e da suo padre Erminio, agronomo all’interno della loro azienda agricola a Cassina de’ Pecchi, nei pressi di Milano. La produzione viene affidata al friulano Davide Galliussi, giovane ma con un bagaglio di esperienze all’estero e un Certified Brewmaster in tasca conseguito a Berlino. Lascio la parola a Francesco Radaelli.

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

L’idea del birrificio è nata nel 2016, all’interno della nostra cascina ristrutturata in cui era già stato creato un agriturismo (appartamenti e camere in affitto e la sala colazioni) anni prima. Fa tutto parte dell’azienda agricola di famiglia e per fare la birra utilizziamo l’orzo prodotto nei nostri campi. L’idea fin da subito è stata quella di avere come punto di riferimento il mastro birraio, per questo motivo ho scelto un ragazzo intraprendente ed au-tonomo come Davide Galliussi, senza però tralasciare la parte social e marketing del birrificio che ad oggi ricopre un ruolo fondamentale.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

Le mie fonti di ispirazione sono state il birrificio Lambrate e BrewDog, non solo per le ottime birre che producono, ma anche dal punto di vista imprenditoriale. Sono sempre al passo coi tempi, innovativi e con grandi doti comunicative.

 

 

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

Purtroppo per quel che mi riguarda sono troppo giovane per poter rispondere a questa domanda, e il nostro birrificio ad oggi ha solo 3 anni di vita. Ma una cosa è certa, che dal 2017 ad oggi c’è stato un incremento notevole di birrifici e la qualità media dei prodotti è nettamente migliorata. Questo dimostra che è aumentata anche la consapevolezza e la conoscenza nel consumatore rispetto a qualche anno fa. Insomma il boom della birra artigianale non si è ancora fermato e speriamo non finisca mai!

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Sinceramente non è nella mia natura lamentarmi, quindi per ora nessun sassolino nelle scarpe :)

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

Sicuramente l’amore e la passione per la birra e per questo lavoro. I risultati ottenuti finora (in particolare quest’anno), sono stati tanti e ci hanno reso orgogliosi di quello che facciamo. La nostra prospettiva è quella sempre di migliorare e non sentirsi mai “arrivati”. Sicuramente abbiamo voglia di ingrandirci, quindi la prospettiva è anche quella di aumentare la produzione, e quando riusciremo, inizieremo anche noi a fare lattine.

 

 

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.

Francesco: Sono felice e soddisfatto delle creazioni di Davide, non invidio niente.

Davide: Sul fronte italiano, assolutamente la BowTie di MC77, splendida. Per quanto riguarda una birra straniera che mi ha colpito particolarmente, senza dubbio mi è rimasta impressa la Liquid Sex Robot di LERVIG!

+Info: www.birrificiowar.it

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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