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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio del Forte di Pietrasanta (LU) con una intervista al fondatore Francesco Mancini ( www.birrificiodelforte.it )

 

 

Francesco Mancini, valente homebrewer agli albori del movimento artigianale, ha fatto il grande passo nel 2011, fondando il suo Birrificio del Forte a Pietrasanta, in Versilia dapprima col fido amico Zurgo, anch’egli bravissimo homebrewer. Le idee ben chiare sia dal punto di vista imprenditoriale che da quello relativo alle ricette delle sue birre hanno giocato un ruolo decisivo sull’indubbio successo che Francesco sta legittimamente riscuotendo e devono essere prese ad esempio da chiunque voglia intraprendere questa strada con senno ed intelligenza. Ora tocca a Francesco parlarci della sua storia.

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

Come ben sai, la nostra avventura inizia con l’incontro tra me (Francesco Mancini) e Carlo “Zurgo” Franceschini, due giovani homebrewer alle loro prime sperimentazioni. Tra qualche birra uscita meglio ed altre da “ritoccare” ci siamo fatti le ossa a suon di incontri e concorsi dove sottoponevamo le nostre “protobirre” ad assaggi di esperti. Negli anni siamo entrati sempre più dentro al mondo della birra artigianale, prima fondando con altri amici l’Ars Birraria, associazione nata con l’intento di promuovere appunto la cultura della birra.

Negli anni seguenti l’amicizia con Carlo si consolida ed iniziano i viaggi; insieme giriamo l’Europa alla scoperta di birre e birrifici. Nel frattempo, entro a far parte del consiglio direttivo di Unionbirrai, negli anni di grande sviluppo del concorso di Birra dell’Anno. Da qui, essendo ormai completamente immersi nel mondo brassicolo, la decisione di mettersi in gioco con un nostro birrificio che vede la luce nel 2011.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

Per i birrifici esteri, personalmente porto nel cuore tanti nomi del Belgio conosciuti e visitati nei nostri primi anni allo Zythos. Sono molti, ma potrei nominare De Ranke (che all’epoca produceva anche per  De la Senne), De Dolle, Glazen Toren, l’amico Laurent della Brasserie de Cazeau e molti altri. Per quanto riguarda il nostro territorio, essendo entrati da appassionati in contatto con i primi passi del movimento italiano, i nomi di chi ci ha ispirato sono Bi-Du, Lambrate, Baladin e Birrificio Italiano con Agostino, birraio esperto che negli anni non ha mai lesinato consigli disinteressati.

 

 

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

Quando ci siamo approcciati al mondo della birra artigianale era come una piccola famiglia, ci conoscevamo tutti. Già quando abbiamo aperto l’aria stava cambiando, si affacciavano tanti volti nuovi e la concorrenza aumentava. Senz’altro i birrifici all’inizio si sono potuti permettere di inciampare su qualche birra ma allo stesso tempo hanno dovuto lottare contro un consumatore che non era pronto a prodotti artigianali. Oggi l’asticella della qualità si è alzata tantissimo ed un birrificio non si può permettere di partire all’avventura ma deve avere un piano ben strutturato. Negli ultimi periodi ci sono state le prime acquisizioni di marchi artigianali da parte dell’industria, segno che questo settore crea grande interesse. La nostra apertura si inserisce nel mezzo di questo percorso, abbiamo potuto conciliare quella sensazione di lanciarsi in un’avventura senza però perdere il contatto con una strutturazione aziendale.

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Vedere molto, troppo spesso, le birre come una moda e non come una certezza. Oggi sembra che se non fai hype non sei nessuno, se non ti inventi la birra più strana non fai parlare. Troppa futilità! La concretezza di alcune birre è alla base di tutto il movimento. Tanti, troppi sedicenti appassionati alla ricerca del “che c’hai di nuovo”… Partiamo dalle basi e poi sperimentiamo, sempre con senno. La costanza e l’equilibrio non li ottieni se non con duro lavoro.

 

 

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

Il Birrificio del Forte si è imposto fin dall’inizio per la sua ricerca di classicità ed equilibrio. Le nostre birre non fanno tendenza ma puntano ad essere delle certezze per i nostri consumatori (appassionati?). Ad oggi stiamo vivendo una grande fase di strutturazione, i tempi sono cambiati e bisogna essere sempre più imprenditori. Le nostre birre ci aiutano tanto in questo, vincendo molti premi nei più importanti concorsi e facendo conoscere il Birrificio del Forte a sempre più persone che diventano poi amici e fedeli consumatori (appassionati?). (Qualche nota in più sul futuro? Giusto per mettere qualche pulce nell’orecchio). Le nostre birre ci aiutano tanto in questo: vincendo molti premi nei più importanti concorsi fanno conoscere il Birrificio del Forte ad un pubblico sempre più ampio e sempre più esigente. Da qui dobbiamo essere bravi noi a far appassionare parte di que- sto pubblico alle nostre creazioni ed alla nostra filosofia cercando di comunicare quello che siamo e quello che facciamo nel modo più diretto e trasparente possibile. Tutto questo è ciò che ci spinge avanti quotidianamente e che ci rende parte di una missione condivisa da tutti all’interno del birrificio.

Progetti per il futuro… ce ne sono tanti! Alcuni a breve ed altri a lungo termine. Quello che posso dire con certezza è che quest’anno usciremo con la terza creazione della linea “Le Radici”. Questa novità, in uscita nella prossima primavera, si affiancherà a Il Tralcio e alla Birrasanta con l’obiettivo di rievocare un prodotto tipico della tradizione enologica rivisitato in chiave brassicola.

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.

La Nigredo del Birrificio Italiano. Provo per questa birra un’attrazione unica, adoro il gioco tra le parti che fanno le tostature, le note amaricanti ed una morbidezza che non ti aspetti. Non l’ho mai nascosto ad Agostino e colgo l’occasione per confermarglielo, ha fatto un prodotto favoloso. Frutto di una sperimentazione con senno.

+Info: www.birrificiodelforte.it

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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